2/ La seconda querela di Giulio secondo: cosa dicono gli atti

La seconda querela di Giulio secondo contro questo blog si lamentava per una lettera firmata che abbiamo pubblicato l’11 luglio 2019, con il titolo “Per quel piccolo vano in più”. In breve, l’autore della missiva spiegava come mai l’appartamento di Verona comprato dall’allora segretario della First con un mutuo di una banca diversa da quella di cui era dipendente (ma della quale era controparte negoziale) fosse al centro di anche altre contestazioni relative al rispetto delle regole edilizie.

In breve, i lavori nell’appartamento per il quale era stato acceso il mutuo sarebbero stati estesi indebitamente ad un vano di circa 15 metri quadri. Un territorio invaso dalle truppe romaniane senza averne titolo.

Romani, invece di accettare il nostro invito a replicare, preferiva andare dai carabinieri e scrivere nella querela agostana (forse sotto l’effetto della calura) che “i riportati contenuti trovano chiara smentita nella documentazione agli atti del comune di Verona”; documenti che da questo blog sarebbero stati “artatamente sottaciuti al fine di screditare l’odierno deducente” (cioè lui). Seguivano poi una serie di numeri di atti e protocolli che avrebbero dovuto dimostrare che tutto era a posto.

E allora vediamo cosa dicono veramente i documenti. Naturalmente noi diamo la versione che risulta a noi, e non ci permettiamo di dire che Romani abbia “artatamente” fatto il furbo per colpirci sul piano penale. Anche perché non siamo neppure certi che quel signore sappia cosa vuol dire “artatamente”. E comunque perché non c’è riuscito.

Punto primo:

In data 10 giugno 2019 viene presentata una segnalazione certificata di inizio attività (Scia n. 06.03.004163/2019 a nome Giulio Romani asseverata dall’arch. omissis ) avente ad oggetto “opere interne in variante alla Scia di completamento n. 06.03/007920/2017 del 14.9.2017 e rinuncia della soffitta  individuata catastalmente al nceu foglio 253 particella 608 subalterno 126 in quanto non in proprietà esclusiva”.

“Non di proprietà esclusiva” vuol dire che era vero quel che era stato scritto su questo blog, cioè che i lavori per l’appartamento erano stati estesi oltre i confini dello stesso, invadendo la proprietà condominiale.

Uno a zero per il9marzo.it.

Punto secondo

Citiamo fra virgolette: “-nel corso del sopralluogo eseguito dal corpo di polizia municipale in data 28.06.2019 (nell’ambito del procedimento di accertamento pratica n. 06.03.006357/2018 – registro n. 130/2018 ACC), le cui risultanze sono state acquisite dalla scrivente con p.g. n. 232752 dell’08.07.2019) è stato accertato: 1) l’avvenuta esecuzione di opere (parete divisoria e impianti) nella soffitta non in proprietà esclusiva, che nella scia n. 06.03/4163/2019 è stata esclusa dall’intervento; 2) l’accesso diretto alla stessa soffitta non risulta ancora chiuso;”

Quindi, nonostante la procedura, i lavori per l’appartamento romaniano continuavano ad uscire dai confini legittimi; e per questo il procedimento non veniva archiviato, almeno finché l’invasore non avesse ritirato le truppe e rimesso a posto le cose ripristinando la legalità violata.

Altrimenti detto, per citare i documenti,

“alla luce delle risultanze del citato sopralluogo non è allo stato possibile disporre l’archiviazione del procedimento in oggetto, in quanto non risultano ancora rimossi gli effetti dannosi prodotti nella soffitta non in proprietà dall’intervento di cui alla Scia n. 06.03/007646/2014 e 06.03/007920/2017;”

E ancora:

“-ai fini della piena conformazione delle Scia m. 06.03/0006.03/007646/2014 e n. 06.03/007920/2017 è necessario che siano rimossi gli effetti dannosi prodottisi. Si dovrà pertanto procedere alla chiusura dell’accesso diretto alla soffitta non in proprietà, rimuovere la parete e gli impianti realizzati nello stesso locale, ripristinando lo stato antecedente l’attività edilizia intrapresa; si avverte sin d’ora che in caso di mancata ottemperanza il procedimento in oggetto proseguirà il proprio iter, con l’adozione del provvedimento di divieto. Conseguentemente anche la Scia n. 06.03/004163/2019 verrà vietata.

Altro gol per noi: il querulomane denunciava, sotto al solleone d’agosto, che noi avremmo scritto cose false. Mentre anche il check del Var conferma chi è che diffonde falsità sul conto di chi.

E siamo due a zero.

Punto terzo

Arrivati a questo punto, l’invasore sarebbe dovuto rientrare nei confini del suo appartamento e dimostrare di aver rimesso a posto le cose che aveva fatto senza averne titolo. Ma i documenti dicono invece che:

“accertato che , entro i termini indicati, la documentazione richiesta non è stata prodotta con provvedimento p.g n. 340010 del 11.10.2019 è stato disposto il divieto di prosecuzione dell’attività edilizia oggetto delle seguenti pratiche edilizie: 1) scia n. 06.03/7646/2014 …2) scia n. 06.03/7920/2017 .. . 3) scia n. 06.03/004163/2019.. .”

In breve, ad ottobre del 2019 (due mesi dopo la querela contro di noi) siccome era risultato non regola, gli è stato vietato di proseguire nei lavori.

E allora tutte le affermazioni nella querela si rovesciano contro di lui. Autogol, tre a zero per noi.

Punto quarto.

Passa una settimana, e il 18 ottobre 2019 vediamo l’esercito invasore risalire le valli che aveva disceso con orgogliosa sicurezza. 

“in data 18.10.2019 veniva presentata scia n. 06.03/007158/2019 in sanataria (pg. n. 350543) con la quale l’intervento di rimozione degli effetti dannosi prodotti nella soffitta non in proprietà sono stati regolarizzati con il pagamento di sanzione per la già avvenuta esecuzione delle opere”.

Altro che tutto in regola, altro che chiedere “l’espressa punizione” del nostro blog per la “manipolazione mediatica” della vicenda: due mesi e mezzo dopo la querela, il querulomane ha dovuto pagare per gli “effetti dannosi” della sua invasione, e chiedere una “sanatoria” per poter riprendere i lavori nel suo appartamento.

Quindi ha ammesso di non aver rispettato la legge, e poi ha dovuto anche pagare per questo.

Se fosse possibile fare due autogol in un’azione sola, qua saremmo sul cinque a zero. E comunque un altro gol è arrivato il primo giorno di luglio del 2021, quando il pm ha chiesto di archiviare la querela con parole che riconoscono a questo blog correttezza nell’esporre i fatti. E il giudice delle indagini preliminari confermava il gol archiviando.

Insomma, cinque o sei a zero, ma Giulio secondo ha preso una bella batosta, comunque la si guardi.

Ma c’è qualcosa di ancora peggio che perdere una partita con una goleade, ed è aggiungere alla sconfitta le possibili pesanti squalifiche da parte del giudice sportivo.

E allora nella prossima puntata vedermo cosa rischia Giulio secondo come conseguenze ulteriori oltre alla sconfitta sul campo.

(fine della seconda puntata)

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Un Commento - Scrivi un commento

  1. Me ne vado basta · Edit

    E questo è segretario cisl e va alle trattative col governo
    Sbugiardato alla grande e i suoi amici facevano commenti contro questo sito
    Vedremo se chiederanno scusa e ne chiederanno le dimissioni

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