Lucci arrosto

 

 

 

 

Scrive ‘Italia Oggi’ che Lina Lucci sta per essere fatta fuori con l’accusa di bonannismo. Che è un po’ come l’accusa di stalinismo dopo la morte di Stalin, usata nell’Unione sovietica dagli ex stalinisti che avevano vinto per far fuori gli ex stalinisti che avevano perso. Una cosa tragica nell’Urss degli anni ’50, farsesca nella Cisl di oggi.

e baci
Per chi ci segue da fuori della Cisl (ormai abbiamo lettori ad ampio spettro) spieghiamo che Lina Lucci è segretario generale della Cisl Campania, dove aveva preso il posto lasciatole libero da Pietro Cerrito (sul quale vedi gli Scandola papers). Le pressioni per costringerla a lasciare il posto non sono di oggi ma risalgono alla rottura politica col suo predecessore, che prima l’ha voluta nell’incarico e poi non la voleva più. Solo che ora c’è il congresso, e lo scontro sale di livello e non riguarda più i rapporti fra loro due.

Le novità degli ultimi giorni sono due: la prima, più recente, è che Lina Lucci non controlla più il consiglio generale della Cisl della Campania, e rischia di far la fine di Rosaria Rotolo a Catania, fatta fuori dal consiglio generale. In quel caso, su indicazione di Maurizio Bernava.

E che c’entra Bernava con la Campania? Questa è la sconda novità. In una recente riunione della segreteria confederale, a quel che si dice, il segretario confederale padrone della Sicilia e punto di riferimento dell’area che fu di D’Antoni e poi di Bonanni è andato all’attacco. Nel mirino, la gestione da parte della signora Anna Maria della situazione in alcune regioni, che fra l’altro sono guidate da donne. Come la Puglia di Daniela Fumarola, una delle chiavi per blindare l’esito del congresso; e la Sardegna, dove per togliere di mezzo Oriana Putzolu la Furlan si è inventata la necessità di avere a Roma una  copresidente dell’Anolf, incarico che non esisteva più da anni (un esempio di taglio delle spese e riduzione delle poltrone; speriamo solo che ora la Fai non debba pagare lo stipendio anche a lei…).

La Campania è un’altra regione chiave per il congresso; e allora Bernava c’entra per forza. Perché il ‘modus operandi’ della componente prima dantoniana e poi bonanniana di cui ora Bernava è il punto di riferimento è sempre lo stesso: una gestione unitaria e centralistica della Cisl, in cui sono loro a tirare i fili (certo, se a tirare i fili prima sono D’Antoni e Cocilovo, poi Bonanni e ora Bernava, non osiamo immaginare chi sarà il prossimo…) anche quando il posto di numero uno sia, transitoriamente, lasciato a qualcun altro. Lo scontro con Pezzotta nacque quando l’allora segretario generale non accettò di essere una breve parentesi fra D’Antoni e Bonanni e resistette all’intimazione di sfratto ricevuta dopo un paio d’anni; si arrivò così al congresso del 2005, quando fu rieletto all’unanimità ma in realtà Bonanni pose le premesse per farlo fuori in malo modo un anno dopo (e cominciare ad aumentarsi lo stipendio…)

La signora Anna Maria, che a differenza di Pezzotta non rappresenta né i “siciliani” né un’alternativa credibile ai “siciliani” perché ha condiviso tutto della stagione bonanniana (compreso lo stipendio e contributi previdenziali versati in eccesso a rischio di trovarsi domani una pensione più alta anche lei), ora ha bisogno di piazzare persone “a lei fedeli” per il congresso del 2017, come ha scritto già Enrico Marro sul Corriere della Sera. Altrimenti la sua parentesi sta per essere chiusa.

Per questo la Campania è al centro dei giochi congressuali: serve alla signora Anna Maria, altrimenti è già finita; e serve a Bernava per poterle dire tu resti lì se siamo noi che lo vogliamo e finché lo vogliamo noi, quindi va bene far fuori Lina Lucci ma il controllo politico della regione resta a noi, e chi deve gestire il congresso in Campania deve essere fedele a noi.

E così Lina Lucci diventata un ostacolo per tutti e due: con tanto di lettere anonime sul suo conto nei mesi scorsi (ormai è una costante in questa Cisl piena di miasmi, anonimi su Bonanni, anonimi su Cianfoni…). Fino ad essere fatta fuori da chi ha condiviso tutto della stagione bonanniana con l’accusa di essere bonanniana. Che è un po’ come essere accusati di stalinismo nell’Urss.

Ma con una differenza: Stalin era morto, Bonanni è vivo. E forse lotta ancora assieme a qualcuno dentro alla Cisl.

bona nniana

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3 Commenti - Scrivi un commento

  1. Non rappresentano i lavoratori · Edit

    molto perspicace, povera Cisl. Ridotta a lotte capitanate da ignoranti opportunisti. Sono se imploderanno ci sarà speranza per un sindacato libero

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  2. Interessante questo spaccato, sui movimenti precongressuali votati tutti e solo alla conquista del potere, fatta di promesse e ricatti, in una lotta fratricida che può solo nuocere alla Cisl perché i vincitori lo saranno grazie saranno al fatto di aver praticato le peggiori caratteristiche umane e cioè proprio l’opposto di quelle che servono per guidare un sindacato come il nostro; nato e vissuto per lungo tempo di ben altri insegnamenti.
    Forza amici continuiamo a farci male da soli, subendo passivamente una simile sciagura e continuando ipocritamente a sperare negli altri. Dimenticando che gli altri siamo noi. Ricordate il detto: (AIUTATI CHE DIO TI AIUTA) lo ricordate ?
    Un incxxxxxo

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