Il sindacalismo ha bisogno di essere rifondato, non ha urgenza di regolamenti o di regolazioni normative, ma di riscoprire la dimensione etica dell’agire e rimettere in moto una relazione virtuosa tra utopia e “passione critica”.
Sono parole di Savino Pezzotta, scritte in un suo intervento su Bergamonews.
Parole chiare, che ci confermano due cose: che il sindacato italiano vive un momento di confusione ideale; e che persone come Savino, per la credibilità che si sono guadagnati con la loro azione nell’organizzazione e per come si sono comportati dopo esserne usciti, possono essere un punto di riferimento per chi vuol cercare una via d’uscita.
E speriamo che stavolta non arrivi la reprimenda di Petteni con un nuovo invito a tacere. Perché chi ha qualcosa da dire è stato fin troppo in silenzio; e viceversa, troppi che parlano fin troppo farebbero meglio a osservare un turno di silenzio.
Infatti dopo di lui si sono raddoppiati gli stipendi e altre prebende.
E nessuno parla
In tanti contributi arrivati si riscontra la mala gestione dei soldi nell’organizzazione chiediamo con un appello pubblico un intervento della Finanza.
Se tutto è ok non ci saranno problemi anzi dovrebbero chiederlo i nostri dirigenti per chiudere la bocca a tutti.
Il buon amministratore farebbe così o la trasparenza vale solo per gli altri?
Sarebbe opportuno che ci fosse una legge che stabilisca che tutti i soggetti personali o giuridici, che intrattengono rapporti con la pubblica amministrazione (vedi ad esempio negoziazione collettiva), siano tenuti alla pubblicità della loro dichiarazione reddituale.