Petteni resta fedele

Savino Pezzotta e Gigi Petteni hanno in comune il tifo per l’Atalanta, o almeno così ci par di ricordare. E poi nient’altro? Sembrerebbe quasi di sì, almeno a giudicare dall’articolo di Armando Di Landro “Pezzotta-Petteni, è lite sulle buste paga d’oro”, che si può leggere da questo link grazie al sito www.sindacalmente.org.

Petteni non c’è andato leggero, come gli capita quando è in difficoltà, nel rispondere ora a quel che Pezzotta dice dall’agosto scorso, ossia una fin troppo moderata richiesta di chiarimenti sulla questione di chi ha guadagnato quanto.

“Se c’è qualcuno che deve fare silenzio sul passato della Cisl – secondo Petteni – è Savino Pezzotta”.

Ma perché reagire così? Perché quel “stai muto!” senza spiegare perché un ex segretario della Cisl non potrebbe parlare di ciò di cui stanno parlando tutti? E perché offrire il fianco alla fin troppo facile risposta (“Dica quel che vuole e faccia pubblicare le mie buste paga”), con la quale Pezzotta, è chiaro, stravince il duello. Non fosse altro perché il 3 maggio 2006, quando furono prese le decisioni in base alle quali sono maturate le retribuzioni dei segretari confederali degli anni seguenti (almeno a quanto si intuisce dalla famosa lettera del commercialista), lui non faceva più parte della segreteria. La signora Anna Maria invece sì.

Il fatto è che ormai a Via Po 21 regna la paranoia. Il sospetto è l’unica regola. E siccome il buon Petteni si porta dietro la fama di essere stato uno che prima ha aiutato Bonanni a scaricare Pezzotta, poi di aver aiutato a scaricare Bonanni per far salire la signora Annamaria, ora ha paura che si sospetti di lui. Che qualcuno riconosca in lui la talpa dentro alla segreteria confederale di cui si parla in giro (e che, secondo noi, non esiste se non nelle fantasie paranoiche di chi ha fatto girare la voce). Insomma, lui non vuole che si pensi che il buon Petteni, sotto il banco, starebbe preparando un’altra volta la caduta di un segretario generale ormai indifendibile.

In fondo, metà della segreteria confederale, e il buon Petteni fra questi, ha le buste paga in regola anche per il passato (però che fessi, rispettare un regolamento che, secondo il commercialista, non doveva essere applicato…), e allora perché non smarcarsi dalle figuracce della signora Anna Maria con le Iene?

Ecco che allora da Petteni arriva, non richiesto, il giuramento di fedeltà:

“Io mi sento parte di una squadra, e sono vicino al mio segretario generale Anna Maria Furlan”.

La quale, allora, può stare serena.

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  1. Il Petteni ha una sola possibilità, per non essere sputtanato più di quanto lo è già, superando addirittura la Furlan, e cioè raccontare la storia della caduta di Pezzotta, spiegare come mai Bonanni appena eletto, col prima atto di segreteria, dopo pochi giorni dall’insediamento, ha provveduto a pagare il debito con cariche e aumenti di retribuzioni alla nuova squadra che in buona parte, voltando le spalle come è risaputo, al francescano Pezzotta, di vecchia scuola cislina, erano saltati sul carro di Bonanni. Portatore d’idee nuove specialmente in campo stipendiale del tipo ce ne è per tutti, se fate i bravi ubbidendo e tacendo. In proposito rende bene l’idea il proverbio che dice “La prima gallina che canta ha fatto l’uovo ” (ha tradito) e questo mi sembra proprio il caso di Petteni. Adesso l’amico cerca di ricostruirsi la verginità di casto e puro; ma come dicono a Napoli “ca nisciun’ è fesso” tanto meno la Furlan che più traballa il suo scranno più diffida di tutti perchè sa che sono partiti nei suoi confronti quei giochetti poco puliti che per hanni sono stati la sua specialità verso altri.
    Vorrei che fosse chiaro per tutti che, la defenestrazione di Pezzotta comportò la fine della centralità dei lavoratori che con Bonanni diventarono il mezzo per arricchire la dirigenza confederale. La prova stà come detto nella prima delibera della segreteria Bonanni che appena insediata avviò l’escalation degli stipendi che tutti conosciamo.
    Speriamo che tutti questi mistificatori, patiscano l’onta del disonore come meritano ed abbiano il buonsenso di sloggiare dalla cisl finchè sono in tempo. Il cappio si strince e prima o poi le strozzerà.
    WIVA LA CISL LIBERA FUORI GLI INDEGNI E MALFATTORI .

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