Tutto tace

Settembre, il mese del ripensamento sugli anni e sull’età come diceva una vecchia canzone, è il momento in cui l’attività di un’organizzazione dovrebbe tornare ai livelli normali dopo le ferie. Quando poi si tratta di un anno congressuale, come è per la Cisl, il ritmo dovrebbe essere ancor più intenso.

Invece, almeno per la prima settimana, nella Cisl questa ripresa settembrina è la più noiosa degli ultimi anni. Sicuramente molto di più noiosa dell’anno scorso, quando ci aveva pensato Fausto Scandola a dare motivi di discussione dentro all’organizzazione e ad accendere una scintilla nel buio.

Qualcuno dirà che c’è stata la firma di un nuovo accordo con la Confindustria. Ma ormai siamo vecchi, e di accordi firmati fra suoni di fanfare ne abbiamo visti tanti per non sapere che, nove volte su dieci, tutto si riduce a chiedere assieme un po’ di soldi al governo per politiche che non cambiano la condizione complessiva dei lavoratori. Con tutto il rispetto, se avessimo dato un euro a testa ogni volta che è stato firmato un accordo, oggi le famiglie italiane starebbero meglio di come stanno. E se bastasse parlare di formazione per trovare lavoro a chi resta disoccupato, oggi potremmo essere ai livelli della Germania, non avremmo un Mezzogiorno al livello di Grecia e Spagna.

Anche la riapertura della sala verde della concertazione a Palazzo Chigi, annunciata dal giovin presidente del consiglio, più che una novità è la dimostrazione della sua debolezza del momento (ha messo la testa nella bocca del leone del referendum e solo dopo si è accorto che il leone non era finto).

Insomma, si va verso il congresso, e nella Cisl nessuno parla. Perfino il solitamente loquace dottor Sbarra dell’Anas ha abbassato il ritmo delle esternazioni (forse sta mettendo ordine nella collezione dei suoi premi calabresi, come fanno i bambini con i doppioni delle figurine dei calciatori …). Solo il Bentivogli Marco insiste a dire la sua, ma più che altro per presentare il suo libro in tv (stia attento però, perché non basta dire cose più sensate di Landini per evitare il rischio della landinizzazione televisiva) che per dare un contributo al dibattito interno. E d’altra parte, che contributo potrebbe dare il pur loquace Bentivogli ad un dibattito che non c’è e non ci deve essere?

Il fatto è che il tema del congresso è quello rivelato qualche settimana fa da Enrico Marro sul Corriere della Sera, cioè un ricambio di dirigenza attraverso persone che siano legate da giuramenti speciali di fedeltà al capo secondo i canoni del feudalesimo, modello organizzativo di una Cisl che ha ripudiato la democrazia associativa e l’autogoverno delle strutture. Mentre il mondo continua a girare ed a cambiare, la Cisl sta ferma dal 2014 in attesa che la signora Anna Maria abbia finito di definire l’organigramma. Quando poi lei avrà finito, cominceranno le manovre per buttarla giù (scommettiamo che qualcuno si accorgerà delle sue retribuzioni rivelate da Scandola?) e mettere un altro, il quale impiegherà anni per fare il suo organigramma di fedeli. E così via, mentre il mondo corre e non aspetta.

Il silenzio però non vuol dire inattività; perché poi un congresso è sempre un congresso, e se non lo predetermini bene, poi succede come all’Ergife che magari i delegati si mettono in testa di decidere come se fossero in una democrazia. E infatti, prima del congresso, la signora Anna Maria deve sbrigare alcune faccende di casa: deve trovare una collocazione a qualche segretario confederale ormai al capolinea e far entrare qualcun altro che se restasse fuori gli potrebbe creare problemi.

In pratica, il congresso della Cisl si giocherà non sull’industria 4.0, sul ripensamento della rappresentanza o altre bazzecole, ma si sta giocando ora su chi entra e chi esce, chi va alla Fnp e chi va alla Fp se Faverin va a Via Po 21, e roba così.

Il caso più noto è riguarda il segretario confederale Petriccioli, quello di cui si parla negli Scandola papers e che aspirava a fare il segretario generale della Cisl. Voi dite che non ne avrebbe avuto i titoli? Ma perché, ce li aveva per entrare in segreteria confederale? E per fare il segretario regionale in Toscana? E soprattutto, quali titoli in più rispetto a lui ha mai avuto la signora Anna Maria per occupare la poltrona che fu di Pastore?

Ora, preclusa la strada della poltronissima, Petriccioli deve ripiegare su qualche comunque comoda poltrona collaterale. A questo proposito, si era parlato prima delle ferie di uno scambio (tipo quando le società di calcio si scambiano i giocatori per fare plusvalenze fasulle) fra lui e Faverin, già grande escluso dalla segreteria confederale nel 2014 (che titoli avrebbe avuto per entrare? E perché quelli entrati e quelli che c’erano già?).

Se fossimo al calciomercato, il titolo della Gazzetta sarebbe stato del tipo “Colpo di mercato Cisl: preso Faverin! Alla Fp Petriccioli e due giovani”. Come dire, a ognuno il suo colpo di mercato: alla Juve Higuaìn, alla Cisl Faverìn!

Solo che, come accade alle notizie di calciomercato, il giorno dopo la Gazzetta avrebbe cominciato a scrivere “si stanno limando gli ultimi dettagli”, e il giorno dopo ancora “è fatta, manca solo la firma” (cioè non è ancora fatta) e altre formule del genere. E il grande colpo di mercato dell’estate ancora non viene annunciato ufficialmente.

Perché le cose non sono così semplici. Non dimentichiamoci che se Via Po 21 da anni persegue la creazione di megafederazioni (e la Fp è una di queste) è per controllare meglio un’organizzazione dove però ci sarebbero ancora delle regole di democrazia. Ad esempio, se Faverin passa a Via Po 21, la Fp potrebbe eleggere il successore scegliendo fra vari candidati al suo interno. Per evitare questo rischio, non basta imporgli qualcuno dal centro confederale in ossequio ai principi organizzativi della Cgil (sembra un refuso, ma è proprio così), bisogna anche convincere, con le buone o con le cattive, quelli della Fp. Che non sono neanche commissariati come la Fai, dove sua eccellenza il dottor Sbarra dell’Anas ha avuto un anno e mezzo per preparare la sua autoincoronazione senza alcun organismo democratico cui rendere conto, e non hanno nemmeno la reggenza come la Slp (che è riuscita comunque a schivare il pericolo Bernava).

E allora, o lo scambio salta, e Petriccioli va a fare il colpo di mercato da un’altra parte (chissà, se il governo si sbriga a fare l’Ape magari può andare ai pensionati…), oppure c’è ancora da trattare.

Certo, dopo il calciomercato comincia il campionato, e le chiacchiere estive se le porta via. Ma quello è il campionato, non il congresso della Cisl. Che rischia di essere fatto di questi pettegolezzi fino all’estate prossima, senza che la partita vera cominci mai.

E intanto il mondo non aspetta.

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6 Commenti - Scrivi un commento

  1. Analisi precisa e lucida come sempre. E condivisile appieno. La domada è scontata: a cosa serve ancora una cisl in queste condizioni? Bentivogli compreso, perché le stesura di un libro e relativa presentazione/condivisione in Italia non si nega a nessuno. Ma le battaglie, quelle vere che costano in termini di visibilità, tranquillità e altro (Fausto lo ha dimostrato) si combattono nei luoghi deputati con coraggio e coerenza. Un segretario generale (ormai in pensione da anni) una volta mi disse al temine di un congresso: domani inizia il congresso vero, oggi si e’ concluso quello mediatico/istituzionale. E cosi’ continua ad essere mentre fuori il mondo corre e i livelli di tutela/benessere/ dignità dei lavoratori vanno sempre piu’ scomparendo…..

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  2. Concordo con “solo sindacato” LA DOMANDA CHE COME CISLINI TUTTI DOBBIAMO FARCI E’: A COSA SERVE UN SINDACATO GUIDATO DA ZOMBI CHE CAMMINANO, SENZA UNA META NE COGNIZIONE DEL MONDO CHE LI CIRCONDA? E POI: HA ANCORA SENSO L’ESISTENZA DELLA CONFEDERAZIONE DEI LAVORATORI SE QUESTI SONO DIVENTATI UNA SPECIE IN ESTINZIONE E LA CONTROPARTE GOVERNATIVA HA PERSO L’AUTONOMIA POLITICA, DA QUANDO E’ DIVENTATA UNA MERA ESECUTRICE DI ORDINI DEI TECNICI EUROPEI.? SE FOSSERO UOMINI E DONNE CON GLI ATTRIBUTI (MA NON LO SONO) SCIOGLIEREBBERO TUTTE LE STRUTTURE CONFEDERALI TERRITORIALI REGIONALI E NAZIONALI CREANDO UN CONSIGLIO NAZIONALE DELLE CATEGORIE FORMATO DA UN RIDOTTO NUMERO DI ELETTI DELLE SINGOLE CATEGORIE CON COMPITI PURAMENTE D’ INDIRIZZO E RAPPRESENTANZA DELLA CISL, NEL RISPETTO ASSOLUTO DELLA PIENA AUTONOMIA GESTIONALE DELLE CATEGORIE. CON UN UNICO POTERE CONTRATTUALE NAZIONALE CHE A CADENZA TRIENNALE AGGIORNEREBBE JL REDDITO DI CITTADINANZA E TUTTI GLI ASPETTI RELATIVI ALLA SICUREZZA , SALUTE E ORARIO DI LAVORO DOPO AVER ABOLITO QUALUNQUE ALTRA FORMA DI SUSSISTENZA.

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  3. anonimi per necessità · Edit

    E IL Ragazzini non è a scadenza, cosa farà lo stradino? il garante dei conti per Bonanni che poi i conti non li conosce e che ha coperto solo i grandi buchi dei vari IAL (quello veneto ha un debito pagato dai tesserati per oltre 8 milioni di euro da pagare in 30 anni o quello della Sicilia o quello del Piemeonte).
    Forse avrà un posto nelle varie società costituite dalla Cisl con la Fiba tipo Betti con stipendi da favola e benefit vari e in contrasto con il codice etico che non ammette società con le controparti?
    L’esecutivo e il Consiglio Generale lo sanno? e i segretarioni delle varie categorie lo sanno? e il Bentivogli finge anche qui?

    Sveglia ragazzi, scrivete e fate girare.

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  4. anonimi per necessità · Edit

    Da passività conto patrimoniale Cisl Veneto 2013

    FONDO GARANZIA IAL 169.844,65
    FONDO SVALUTAZIONI ALTRE PARTECIPAZIONI (IAL?) 852.877,18
    DEBITI VERSO FONDO QUIESCENZA 1.417.481,33
    DEBITI VERSO CISL CONFEDERALE CONTO SURROGA IAL 5.802.877,22

    e se è così nel mitico Nord Est figuratevi in giro.

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  5. Ho letto solo ora questo articolo rimango stupito che questo blog parla di democrazia e poi spende parole per il sig. Faverin.Forse voi non conoscete questo signore che attraverso di voi vuole rifarsi una cosiddetta verginità dopo una gestione della categoria f.p. padronale un consiglio di fiduciari compagno di merenda del sig. Bonanni messo alla FP otto anni fa per rispondere solo a Lui. Ha approfittato della legge Renzi sulla riduzione dei distacchi sindacali per prendere sindacalisti bravi e buttarli via come gusci vuoti facendoli rientrare nei propri posti di lavoro e sostituiti con uomini di SUA fiducia unica colpa aver espresso il proprio pensiero cercando un confronto pensando di stare dentro un sindacato democratico.Il sig.Faverin DEVE tornare a lavorare altro che soluzioni alternative altri incarichi dopo la disastrosa gestione guardate il bilancio pubblicato sul sito della F.P nazionale 31/12/2014 ricavi contributi sindacali (contributi iscritti) 4.221.278 stessa voce bilancio 2015 3.879.839 hanno perso in un anno 341438€ lascio a voi fare i conti se il nazionale prende il10 su tutte le risorse a livello nazionale la federazione ha perso circa 3.500.000€. Fatti è non parole per cui questo signore DEVE tornare in reparto nel suo ospedale unitamente alla sua segreteria e alla sua corte alloggiata al quarto piano di via lancisi reso inaccessibile Dal sig. Faverin a noi poveri ISCRITTI ai quali era precluso l’accesso.Di solito non rispondo mai ma in questo caso per onor di verità e vigilero’ personalmente affinché questo signore che non ha nulla a che vedere con i valori della cisl torni a fare l’infermiere nel suo ospedale.UN delegati cisl

    Una precisazione: questo blog non si spende per il signor Faverin, né per il signor Petriccioli, né per chi deve fare o non fare l’aggiunto nel nuovo organigramma Fp. Questo blog è per la libertà di parola e per l’autogoverno delle federazioni. E si spende per questo. E poi mette il suo spazio dei commenti a disposizione di tutti, e non ci importa se qualcuno lo usa commenti per mandare messaggi a questo o quello. Perché anche questo è libertà

    https://www.il9marzo.it

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  6. A proposito di Cisl FP, ecco una notizia che la riguarda presa dal Tirreno, edizione di Pisa

    Cgil contro Cisl: scatta la querela
    Lite sull’intesa salariale nell’ex Asl, due sindacalisti denunciano la responsabile della Funzione Pubblica di Pietro Barghigiani
    PISA. Lo scontro sindacale esce dall’alveo della dialettica, anche feroce, tra le varie anime delle rappresentanze dei lavoratori e approda in Procura. Dalla lotta per i contratti alle carte bollate. Ma non contro i datori di lavoro. Stavolta le denunce sono interne ai sindacati.
    Lo scontro prende la forma della querela presentata da due sindacalisti della Cgil contro la responsabile provinciale della Cisl Funzione Pubblica, Cinzia Ferrante. Mario Di Maio, della Rsu aziendale dell’ex Asl 5 in quota Cgil e Michele Orsi, segretario generale della Funzione Pubblica dello stesso sindacato, hanno firmato una querela contro la collega della Cisl accusandola di diffamazione. L’atto è già stato depositato in Procura.
    Accordo contestato. L’oggetto del contendere è la firma dell’accordo sulle progressioni orizzontali per il personale a tempo indeterminato dell’azienda sanitaria, gran parte del quale riguarda l’ospedale Lotti di Pontedera e in subordine i presìdi territoriali. La Cisl non ha mai fatto mistero di considerare quell’intesa un accordo sconveniente, «grida vendetta» fu scritto sul giornalino sindacale, che, a suo dire, riduce la platea dei beneficiari stabilendo criteri non condivisibili per le valutazioni dei lavoratori. Di contro la Cgil ha difeso e ribadisce la bontà del patto e non accetta che, in assemblee pubbliche e in volantini e house organ sindacali a marchio Cisl, si sia lasciato intendere che l’intesa fosse il frutto di una vicinanza-connivenza tra Cgil e azienda a vantaggio di alcuni iscritti. Con la querela Di Maio e Orsi alzano il cartellino rosso alle accuse del sindacato diventato antagonista nella partita per infilare più soldi nelle buste paga dei lavoratori Asl.
    Allusioni e sospetti. Si legge sul blog della Cisl-Fp: «A fine 2015, azienda, organizzazioni sindacali e Rsu si incontravano per discutere della progressione economica. Fronte sindacale compatto. Ad un certo punto Cgil, Uil e Nursind e i loro rappresentanti in Rsu si staccano e corrono a firmare un accordo al ribasso che accoglie a tutto tondo il diktat aziendale, dando degli irresponsabili alla Cisl-Fp che non firmò l’accordo e che voleva altri criteri di valutazione. Qualche giorno dopo furono nominati dei nuovi coordinatori. Andate a vedere alcuni nomi». Un’allusione, tra le tante, che per Di Maio e Orsi sconfina nel codice penale.
    Beneficiari aumentabili. Per la Cisl «soltanto 843 persone hanno avuto la fascia economica superiore su 1610 dipendenti a tempo indeterminato della ex Usl 5, ossia il 52 per cento. Ognuno può cercare di far tornare i numeri come crede, pensando forse che i lavoratori siano sciocchi ma il dato rimane questo». Secondo il sindacato querelato c’era «la possibilità di far partecipare alle progressioni di carriera almeno il 70% dei dipendenti».
    I numeri. L’accordo firmato dalla Cgil e contestato dalla Cisl destina 700mila euro alle progressioni economiche, l’importo medio individuale è di circa 823 euro lordi annui. Intesa a parte, le invettive Cisl sono state ritenute della Cgil diffamatorie. E la partita sindacale si trasforma in conflitto giudiziario.
    11 settembre 2016

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