Così come sarebbe sicuramente politicamente più dignitoso e molto più rispettosi dell’intera Cisl Scuola Siciliana che i ripetuti “sermoni” del segretario generale siano l’espressione di posizioni formali e ufficiali della complessiva Cisl Scuola di Catania.
Questa frase è estrapolata da una circolare a firma di Francesca Bellia, segretario generale della Cisl scuola in Sicilia, che se la prende con Pippo Denaro, segretario della Cisl scuola di Catania, colpevole di scrivere su Facebook quel che pensa della dirigenza nazionale del suo sindacato. Circolare che ci è arrivata nello spazio dei commenti.
Senza prendere posizione (se non per difendere la libertà di parola di tutti) in una vertenza che non conosciamo nel merito, ci permettiamo di scandalizzarci per la forma.
Perché nessuno, quale che sia la sua carica sindacale, può offendere la lingua di Dante scrivendo “sarebbe più dignitoso che i sermoni siano l’espressione…”. Perché “sarebbe” esige il “fossero”, non il “siano”. Controllare sulla grammatica per credere: “è bene che siano”, “sarebbe bene che fossero”.
Senza parlare poi dell’uso promiscuo di singolare e plurale (“sarebbe sicuramente più dignitoso e molto più rispettosi“), che potrebbe essere un semplice refuso. Ma forse no. E senza spingersi a mere questioni di stile come la cacofonia di due avverbi consecutivi in rima (“sarebbe sicuramente politicamente…”).
Detto questo, non sappiamo se Pippo Denaro, che già in occasione della defenestrazione di Rosaria Rotolo da segretario generale a Catania ebbe a dissentire dalla linea Bernava (che non è l’imperfetto indicativo del verbo “bernare”, ma quello che tira i fili in Sicilia), abbia ragione o abbia torto nelle sue dichiarazioni anti-Lena Gissi. E sappiamo bene che la storia dei sindacati è piena di grandi protagonisti venuti dalle “scuole basse”, gente per la quale “la pratica val più della grammatica”; ma in compenso erano esperti del mondo del lavoro da cui venivano. Chi aveva fatto l’operaio, conosceva bene le regole del lavoro di fabbrica. Chi veniva dalla cascina sapeva cosa intendeva dire la Fisba quando parlava di promuovere la condizione di chi lavora nei campi.
Ma è anche per questo che riscontrare certe lacune in italiano scritto in una circolare interna ad un sindacato che rappresenta gli insegnanti fa un po’ l’impressione di vedere un macellaio alla testa di un’associazione di vegani.
E non c’è neanche da stupirsi troppo, visto che oggi nella Cisl il requisito per fare carriera non è essere bravi, ma essere fedeli (non lo diciamo noi, lo ha scritto anche Enrico Marro sul Corriere della Sera). E per questo, alla testa di diverse strutture della Cisl sono finiti diversi macellai; non solo della lingua italiana, ma anche della democrazia sindacale.
Che nella Cisl faccia carriera non chi è bravo, professionalmente e sindacalmente ma chi è più fedele al ras di turno l’hanno capito tutti e il caso riportato ne è solo un’altra prova. Però qui ci sono almeno due aggravanti rispetto ad un comune servitore; il primo è che la sig.ra Bellia, con il suo modo di esprimersi, ha danneggiato la figura professionale della categoria che rappresenta, perché come ogni buon insegnante sa o dovrebbe sapere, a scuola la forma diventa sostanza in quanto presa ad esempio dal discente. L’altro punto non trascurabile è il filo conduttore che unisce i quattro attori della sceneggiata: la segretaria generale di Catania Rosaria Rotolo recentemente defenestrata per che aver osato ribellarsi nientemeno che all’astro nascente che però mai nasce (occupato com’è a far nascere) SER BERNAVA DA CATANIA si proprio lui, un personaggio che se lo senti ti scompisci dal ridere (direbbe ToTò); così mi fu rappresentato tempo fa da un amico, poi c’è la segretaria della cisl scuola sicilia Bellia ambiziosa donna in carriera e Pippo Denaro segretario della cisl scuola di Catania, uno specchiato idealista che senza volerlo o forse si è finito in un triangolo (ovviamente non quello delle bermude).