Cinque anni dopo

 

santa caterina

Giusto cinque anni fa, giorno più giorno meno, si svolgeva a Santa Caterina Valfurva la “settimana della montagna” della Fai. Una di quelle iniziative che, a quel che dice oggi il dottor Sbarra dell’Anas, servivano solo a sprecare soldi. E tutti quelli che allora venivano stanno lì ad annuire senza rendersi conto che c’è una certa contraddizione fra le due cose.

Di FaiFilca in quel momento non si parlava ancora, eppure qualcosa nell’aria doveva esserci, visto che nella tavola rotonda di chiusura dei lavori, immortalata nella foto qui sopra, erano presenti molti dei protagonisti degli avvenimenti successivi. Ed è difficile che potesse essere una coincidenza. Probabilmente l’ordine da Via Po 21 era già stato dato in modo confidenziale, e i volenterosi esecutori si erano già messi all’opera per preparare il terreno.

Ma le vecchie foto servono anche a fare il punto, a fermare un momento della storia e confrontarlo con il presente. In questo modo, tante cose si chiariscono da sole.

Vediamo allora che fine hanno fatto i protagonisti.

Cianfoni

AUGUSTO CIANFONI – Nel 2011 era segretario generale della Fai, ed aveva piazzato nell’organizzazione molte persone, chi a Via Tevere 20, chi sul territorio, chi negli uffici di enti e fondi vari. Oggi lui non fa più parte dell’organizzazione. Ma i suoi cari si sono salvati quasi tutti. Qualcuno ha anche avuto la promozione. Sembra la storia della fine della Dc: il partito è finito, eppure tanti democristiani sono rimasti su piazza.

colecchia

GIULIO COLECCHIA – Nel 2011 era segretario generale della Cisl Puglia, ora è stato appena nominato vice presidente dell’Inas lasciando libero il posto a Daniela Fumarola (descritta da Enrico Marro come una messa lì solo perché “fedele” ad Anna Maria Furlan; per la verità, sarebbe anche una dirigente sindacale di un certo spessore, ma questo non sembra, nella Cisl di oggi, un titolo di merito sufficiente per andare avanti. E lei, che non è stupida, si è adeguata alle condizioni richieste).

Raineri

PIERANGELO RAINERI – Nel 2011 era segretario generale della Fisascat. Dagli “Scandola Papers” risulta che quell’anno il suo reddito fiscale era di eur. 283.025,00€ e il lordo fiscale era di 308.446,00€, a fronte di un tetto massimo da regolamento Cisl (lordo fiscale) di 82.511,10€. Quando Fausto Scandola lo indica assieme ad altri come esempio di mancato rispetto delle regole, da Via Po 21 si parla di “due o tre casi su cui sarà fatta assoluta chiarezza”. E’ tuttora segretario generale della Fisascat oltre che della Fist (finto accorpamento con la Felsa fatto per lasciare le cose come stanno).

Graziani

GIOVANNI GRAZIANI – Nel 2011 era presidente del collegio della probiviri della Fai e collaborava alle attività della Scuola nazionale di formazione. Dopo il commissariamento della Fai ha impugnato l’atto di fronte ai probiviri Cisl e, assieme ad altri, davanti al Tribunale di Roma, in entrambi i casi senza successo (ma senza che le sue argomentazioni abbiano ricevuto alcuna smentita di merito). Oggi non ha più alcun legame con la Cisl.

Bianchi

GIAMPIERO BIANCHI – Nel 2011 era direttore della Scuola nazionale di formazione della Fai. Dopo il commissariamento, è stato licenziato con l’accusa, fra l’altro, di aver esultato ad alta voce alla notizia delle dimissioni di Raffaele Bonanni esclamando “Ora la Cisl è libera”. Evidentemente si era sbagliato.

Anas

LUIGI SBARRA – Nel 2011 era segretario confederale della Cisl e dipendente dell’Anas in distacco retribuito. Nominato commissario dopo che il congresso della Fai ha respinto la mozione di scioglimento della federazione, ha licenziato Giampiero Bianchi, epurato Maurizio Ori e allontanato alcuni dirigenti sgraditi a vario titolo. Invece quasi tutti i cianfoniani hanno salvato il posto. Al termine del commissariamento, si  è fatto incoronare segretario generale della Fai. Dagli Scandola Papers risulta che il suo reddito nel 2011 era superiore di quasi 60.000€ al massimo consentito da regolamento. Non ha mai chiarito nulla su questo né sulla sua assunzione presso l’Anas, che secondo alcuni giornali calabresi è avvenuta quando era segretario della Cisl di Calabria. Ora predica onestà e trasparenza in base ad un criterio molto semplice: chi mi obbedisce è onesto, chi è contro di me è un ladro.

Farina

GIUSEPPE FARINA – Nel 2011 era segretario generale della Fim. Dal 2014 è segretario confederale della Cisl. I suoi redditi risultano rispettosi dei regolamenti.

Bugiardolo

GIANLUIGI PETTENI – Nel 2011 era segretario della Cisl della Lombardia. Dal 2014 è segretario confederale della Cisl. I suoi redditi, nettamente migliorati a seguito del passaggio da Milano a Roma, sono in regola. Sono le sue esternazioni ad essere a volte un po’ sopra le righe; come si dice a Roma, ogni tanto “sbrocca”. Ad esempio, quando ha aggredito Savino Pezzotta, colpevole di aver detto la sua sulla figuraccia della Cisl con le Iene.

Pesenti

DOMENICO PESENTI – Nel 2011 era segretario generale della Filca che cominciava a sentire gravi problemi economici (ma non certo per il suo reddito personale), per risolvere i quali Raffaele Bonanni decide l’accorpamento con la Fai, che stava molto meglio. Ma lui nelle trattative sulla fusione tira troppo la corda, contando sulla sponda di Via Po 21, e finisce col sedere per terra quando il congresso della Fai respinge lo scoiglimento. Reagisce male e avalla il commissariamento della Fai ma senza cavarne un ragno dal buco per la Filca. Oggi è il presidente dell’Inas, dove deve affrontare gravi problemi economici ereditati dalla gestione Sorgi. Un giusto contrappasso per le sue colpe politiche nella vicenda Fai-Filca.

Risso

CLAUDIO RISSO (non era al tavolo, ma si riconosce in prima fila). Nel 2011 era segretario nazionale della Fai. Quando la Fai viene commissariata è un volenteroso collaboratore di Via Po 21, dove dice di vantare amicizie importanti, e punta a tornare in segreteria alla fine del commissariamento. Intanto esce prosciolto da un procedimento penale nel quale sono stati condannati altri sindacalisti (siamo contenti per lui e per la Fai, ma forse un po’ più di trasparenza e di informazione sulla vicenda sarebbero state opportune). Un anno fa, il dottor Sbarra dell’Anas lo ha nominato commissario della Fai di Latina; una scelta che sembrò a molti, e forse anche a lui, una dimostrazione di stima ed un titolo di merito per il futuro, e che invece si è rivelato una trappola (come noi avevamo scritto; rileggete le conclusioni a questo link). Infatti oggi l’incarico di commissario della Fai di Latina, è l’unica cosa che gli è rimasta in mano.

Ricapitolando: c’è chi oggi è fuori, chi è fuori ma ha lasciato i suoi dentro, chi è stato ricollocato, chi ha ottenuto quello che voleva. In breve, c’è chi ha perso e c’è chi ha vinto.

E c’è Raineri, uno dei “due o tre casi isolati su cui sarà fatta assoluta chiarezza”. Che è l’unico rimasto esattamente allo stesso posto di cinque anni fa, nonostante si sia scoperto che in quel momento aveva un reddito tre volte e mezza superiore al consentito.

Si vede che, nell’era Bonanni come anche nell’era Furlan, la Cisl non può fare a meno di uomini come lui.

 

 

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Un Commento - Scrivi un commento

  1. Sull’uscita dello stradino, circa lo spreco di denaro mi pare sia proprio il caso di dire “DA CHE PULPITO VIENE LA PREDICA”. Ma vi rendete conto questi: incompetenti, boriosi, inconsistenti, minacciosi; che il lavoro (quello vero) non l’hanno mai visto neanche da lontano, perché la loro vita lavorativa l’hanno cominciata e vissuta nel sindacato passando da un incarico all’altro (ovviamente sempre più ben remunerato) fino ad arrivare alle cifre che sappiamo, osano ergersi a giudici e farci la morale? Ma qui siamo alla follia pura; non ci bastava Renzi a farci rimpiangere Berlusconi (il che è tutto dire) adesso abbiamo il renzino di casa che nella sua megalomania ci fa rimpiangere perfino Mussolini. Vergogna, per favore che qualcuno metta una museruola a questa dirigenza parassitaria che ogni volta che apre bocca STRAPARLA. Se il meno impresentabile della lista è Petteni è tutto dire, meglio chiuderla quì. E come i cinesi sul fiume consiglio di aspettare che si arrostiscano lentamente sullo spiedo della loro, inutilità e vampiresca fame del denaro della Cisl e suoi iscritti.
    Wiva LA CISL LIBERA

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