I corvi volano al crepuscolo

La dialettica nella Cisl, dove tutto si vota all’unanimità, sembra ormai affidata solo alle lettere anonime.

D’altra parte, il livello della comunicazione interna è quello testimoniato dalla lettera di Renzo Rampazzo che abbiamo pubblicato ieri: loro non rispondono, io non li ascolto più. Ovvero, lo “sciopero dell’ascolto”. Perché tanto a Via Po 21 si ragiona solo in termini di potere, non di organizzazione e di rappresentanza. Ed a seguirli c’è solo il rischio di perdere la fede nell’impegno sindacale. E poi, se in un anno e mezzo non sono stati capaci di dare una risposta, se non veritiera, almeno semi-credibile alla domanda “perché Raffaele Bonanni si è dimesso all’improvviso un anno e mezzo fa?”, perché si dovrebbe prestar fede alle altre cose che vengono raccontate da Via Po 21?

E se un iscritto che ha posto la domanda del rispetto delle regole ha rivevuto per unica risposta l’espulsione, allora è chiaro che non ci sono le condizioni di trasparenza necessarie alla democrazia. E nell’opacità si nasconde la guerra per bande che si contendono i posti di comando.

Ecco perché la Cisl appare un’organizzazione al crepuscolo. Che non vuol dire necessariamente sparire, come è successo alla Dc e ad altri partiti, ma potrebbe voler dire sopravvivere senza gloria e senza senso.

Certo, questa è un’affermazione grave. Ma è provata dai fatti di un anno e mezzo. E, se non bastasse, c’è la controprova: il puntuale ritorno delle lettere anonime, il metodo odioso col quale, in assenza di dibattito democratico e trasparente, le fazioni personalistiche interne combattono le loro battaglie per i posti di potere.

Con questo metodo è stato eliminato Bonanni, quando sarebbe bastato non approvare nel congresso del 2013 la deroga regolamentare per tenerlo in carica oltre i 65 anni (ma senza quella deroga, non ci sarebbe stata la strada aperta per Anna Maria Furlan a segretario generale aggiunto, con vista sulla poltrona di generale. E allora la proroga fu votata all’unanimità). E con questo metodo si è pesantemente interferito nel congresso della Fai del 2014, preparando il terreno a far fuori Augusto Cianfoni dopo la fusione con la Filca (i corvi non avevano calcolato la ribellione di un gruppo di regioni, che avrebbe portato alle dimissioni di Cianfoni per ragioni politiche e non per i ricatti anonimi. Solo che poi è intervenuto il commissariamento a colpire chi si era ribellato…).

Ora che il dottor Sbarra dell’Anas sta per lasciare definitivamente Via Po 21 per traslocare nella più comoda sistemazione in Via Tevere 20, si aprono i giochi per la nuova segreteria confederale. E i corvi tornano ad alzarsi in volo per portare i loro messaggi.

La lettera che abbiamo visto è simile alle altre, soprattutto quando si fanno errori di grammatica e ortografia evidentemente fasulli. La differenza è che, invece di non essere firmata, riporta un nome ed un indirizzo. Entrambi inventati.

E l’altra novità è che la lettera si chiude con la minaccia di chiamare le Iene. Ma anche la minaccia è fasulla; i corvi non possono andare dalle Iene, né da ogni altra autorità giudiziaria o televisiva che sia. Ci possono andare solo uomini liberi.

Come Fausto Scandola, che non ha mai nascosto il suo nome e la sua faccia.

Grazie ancora, Fausto.

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4 Commenti - Scrivi un commento

  1. Più che crepuscolo io parlerei di notte fonda, oramai non sono più semplici segnali ma certezza assoluta che il sindacato è stato letteralmente asfaltato dal cattolico- democratico Renzi. Questo infatti, continuando l’opera di demolizione avviata da Brunetta, in poco tempo ha ristabilito la gerarchia della legge sul contratto facendo apparire il sindacato una inutile appendice, buona solo a far perdere tempo. D’altra parte questo va benissimo ai nostri generali che spogliati di qualsiasi potere e dovere di carica sono ridotti ad abbaiare alla luna facendo una lista sempre più lunga di desiderata che a priori sanno di non vedere mai minimamente realizzata- La frustrazione di questo vivere per loro seppur ricompensata economicamente come sappiamo li rende nervosi come un pugile suonato sul ring prima del KO o meglio pericolosi come una
    belva ferita perchè non sanno che pesci pigliare. Intanto però si diffonde il timore del si salvi chi può’ interno con una operazione di transumanza, per ora sottotraccia come dimostrano le lettere anonime e quel dire e non dire sempre minaccioso tipico di una certa mentalità ……. lontana mille miglia da quella nostra e del compianto Fausto.

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  2. Caro Anonimo qui sopra (non quello delle lettere in Cisl)
    io non credo che Brunetta e Renzi abbiano a che vedere a quello che sta succedendo in Cisl. Anzi avrebbero potuto essere l’occasione per un rilancio politico del sindacato e della rappresentanza, se la dirigenza Cisl, a tanti livelli, non fosse stata (pre)occupata in lotte per il potere e i lauti guadagni.

    f.to Anonimo bis (o ter o quater….)

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  3. Vedi amico caro, quello che sta succedendo in cisl non è un fulmine a ciel sereno perchè é cominciato a diventare metodo con Bonanni che con Brunetta e Tremonti ci andava a nozze un giorno si e l’altro pure facendo accordi pro domo sua prima ancora che per lavoratori.Tanto per fare un esempio, se non lo sai come mi pare di capire,
    Brunetta c’entra e come perchè fu lui che avviò il lavoro legislativo che Renzi sta portando a termine ripristinando la prevalenza della legge sul contratto e la cisl, guidata da Bonanni stette a guardare (qualcuno a dire il vero parlò di mercato);il metodo Bonanni che continua tuttora con la Furlan. Col senno di poi e alla luce degli scandali succedutesi devo dar ragione ai malpensanti di allora. Se non hai ancora capito, il metodo Bonanni, Furlan e company secondo i malpensanti consiste nel barattare gli interessi dei lavoratori con i propri.

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  4. Si è ridotti al lumicino, le persone non credono più nel movimento sindacale, svilito dal potere di pochi. Vince il modello mafioso, esportato in tutto il paese,dell’uomo che scala il potere. Le competenze vengono sempre mai!!!!! Non esiste democrazia, si decise nelle stanze segrete il destino degli uomini. Valgono prima di tutto regole non scritte. I lavoratori non contano, la democrazia ha fallito. Il cambiamento è professato di facciata nessuno vuole cambiare e la cisl muore

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