Un passato che non vuole passare

Un nostro lettore ci segnala in un commento l’incongruenza della posizione della Cisl, che in piazza chiede di cambiare la legge sulle pensioni perché se non escono gli anziani non c’è posto per i giovani, e poi tiene a stipendio diversi pensionati in posti di responsabilità.

L’osservazione è calzante, anche se, da un certo punto di vista, i nomi che vengono fatti (compreso l’immancabile Sorgi, quello che paga “un sacco di tasse…”) in fondo sono pesci relativamente piccoli. Il pesce grosso, quello che ha aperto la strada agli altri, era Raffaele Bonanni. Che si era collocato in pensione nel 2011 (appena in tempo per evitare di incontrare la Fornero con le forbici), aveva incassato i benefici di fine rapporto pur restando al suo posto, e due anni dopo si era fatto anche prorogare il mandato oltre il 65/o anno di età, fino a metà 2016, con una norma ad personam votata all’unanimità. Un pesce che, dopo il 2011 aveva potuto così sommare alla pensione i redditi da lavoro (che peraltro, come hanno evidenziato le Iene, per il 2013 non è chiaro neppure chi li abbia pagati…), e che, senza lettere anonime, a quest’ora li sommerebbe ancora perché nessuno aveva il coraggio di porre pubblicamente la questione (per cui nulla gli avrebbe impedito di chiedere un’altra proroga, fino al congresso del 2017).

Ecco, se si voleva un esempio per cui non si può accettare la versione del “è tutto a posto, lo dice anche il commercialista”, questo ci sembra il migliore: Bonanni è uscito ormai da un anno e mezzo, ma chi ha preso il suo posto non ha mai voluto, o potuto, chiarire nulla sul perché alll’improvviso se n’è andato, pur avendo appena avuto la proroga.

E allora è chiaro che i pesci (relativamente) piccoli, compreso il pendolare Sorgi, sono le eredità di un passato che non vuole passare. E non passa anche perché chi in questo momento guida la Cisl viene direttamente da quel passato.

Ed infatti c’era già il 3 maggio 2006, quando cominciò l’escalation “più soldi per tutti”, e non ci si riferiva ai lavoratori, né ai pensionati, né tanto meno ai giovani.

A meno che, come ci suggerisce il commento del lettore da cui siamo partiti, i giovani non fossero i pesciolini di qualche pesce…

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Un Commento - Scrivi un commento

  1. ….i pesciolini erano cibo per il pescecane ovvero dovevano rendere normale una operazione anormale.
    Possiamo dire che, mastro Raffaele ha imitato malamente Craxi quando diceva: ce ne è per tutti prendete pure e poi, in Parlamento si difese con un “Così facevano tutti” . Eppure sappiamo come é finita nonostante allora la situazione lavorativa e sociale non era drammatica come oggi.
    L’esperienza insegna che più tempo una persona ricopre un incarico più aumenta la sua corruttibilità dunque si sarebbe dovuto essere intransigenti altro che deroghe. Dico si sarebbe perchè oramai il dentifricio è uscito dal tubetto e nessuna operazione riuscirà a rimetterlo dentro. Ma, della serie: al peggio non c’è mai fine l’apice del cattivo esempio, mastro don Raffaele l’ha toccato nel giugno 2013 dichiarando alla stampa quanto di essere disposto a vendere la pelle degli scritti purchè si contrattasse il prezzo da pagare (trasformando tutti i lavoratori in merce di scambio). In proposito qualcuno mi spiega la differenza di questo modus operandi dal fatto recente di cronaca accaduto vicino Napoli ad un sindacalista della uil trasporti?

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