L’invenzione del barometro

L’ultima invenzione di Via Po 21 è il barometro. Che, per la verità, a quanto leggiamo su Wikipedia, è stato inventato già nel 1641, forse ancora prima. Ma il barometro ostentato dalla signora Annamaria è un altro strumento, elaborato dall’Ufficio studi per valutare, lo diciamo in parole povere, come stanno le famiglie italiane.

Ed il primo responso è che le cose potrebbero andar meglio. Per essere più precisi, siamo lontani dal tornare ai livelli del 2007, prima della grande crisi.

barometro

Fin qui, più che l’invenzione del barometro, sembra la scoperta dell’acqua calda. Un po’ perché nessuno aveva una percezione diversa, un po’ perché non mancavano statistiche che lo dicevano chiaramente da tempo.

Ad esempio, senza aspettare gli scienziati di Via Po 21, Fausto Scandola era intervenuto al consiglio generale della Cisl di Verona il 30 giugno 2015, ed aveva citato a sostegno delle proprie iniziative quanto riportato dal Sole-24 Ore: i lavoratori guadagnano sempre di meno, i dirigenti guadagnano sempre di più. Solo che, osservava correttamente Fausto, i dirigenti sindacali, pur dovendo rappresentare i lavoratori, stavano seguendo l’andamento delle retribuzioni degli altri dirigenti. Quindi, ne deduceva con un rigore da far invidia a tanti scienziati, nella Cisl c’è qualcosa che non va. Qualcosa che sta minando la logica della rappresentanza, qualunque cosa dicano i commercialisti sulla corrispondenza fra le delibere e il regolamento “che comunque non era vincolante” (e allora che ci stava a fare?).

A proposito, cosa dice il barometro di Via Po 21 sulle retribuzioni dei massimi dirigenti della Cisl? Perché forse anche per qualcuno di loro siamo lontani da tornare ai livelli pre-crisi, quelli della quaresima pezzottiana. Nel senso che, ormai l’abbiamo capito, l’escalation verso l’alto è cominciata più o meno allora, il 3 maggio del 2006, quando il neo-eletto Raffaele Bonanni inaugurò la prima runione di segreteria annunciando “più soldi per tutti” (e non si riferiva ai lavoratori, come conferma anche il barometro di Via Po 21). E la Furlan c’era già.

Per tornare a quei livelli, sarebbe stato necessario abbassare le retribuzioni del segretario generale e dei segretari confederali. E invece anche chi è sempre rimasto entro i limiti del regolamento, i quattro nuovi arrivati del dopo-Bonanni, ora beneficia del fatto che invece di riportare le retribuzioni entro il regolamento si è portato il regolamento a livello delle retribuzioni. Col risultato che, a parità di livello, il segretario generale della Cisl dichiara di guadagnare il 30% in più rispetto a quanto dichiara il segretario generale della Cgil (quello della Uil si avvale della facoltà di non rispondere).

Quindi il barometro, almeno per Biancaneve e i sette nani, dovrebbe segnare bel tempo. E invece, chissà perché, sembra che a Via Po 21 tiri aria di burrasca…

 

 

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7 Commenti - Scrivi un commento

  1. Il filo conduttore di tutti gli ottimi articoli di questo forum è uno e, purtroppo, drammatico. La nostra organizzazione manca clamorosamente di un’autentica e libera magistratura interna che abbia il potere di garantire il rispetto delle regole. Ne consegue che non c’è uguaglianza tra gli associati e chi assume la responsabilità di governo diventa non un segretario, cioè un primus inter pares ma il padrone. Quella che stiamo vivendo non è la Cisl dei Pastore o dei Grandi, non è la Cisl che abbiamo conosciuto e studiato nei nostri percorsi formativi. Mi viene da chiedermi, allora, cosa siamo diventati e se valga la pena rimanere, vista l’impossibilità a combattere qualsiasi battaglia moralizzatrice. Il padrone di turno continuerà a regnare indisturbato senza dover rendere conto a nessuno, ahimè e, per stare in tema, il barometro per lui volgerà sempre al bello. Vorrei che mi diceste che mi sbaglio…

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  2. Di fronte alla muraglia di gomma del gruppo dirigente della CISL è possibile perdersi d’animo. Ma per coloro che hanno conosciuto la CISL dei Pastore e dei Grandi e la hanno vissuta vale ancora la pena di continuare nella grande battaglia moralizzatrice iniziata da Fausto. Questo il senso del suo messaggio. Non va lasciato cadere, ma condiviso in chi ancora pensa al sindacato dei lavoratori.

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  3. ORAMAI SIAMO AL RIDICOLO, DOPO CHE ANCHE GLI ABORIGENI DEL LAND PIU SPERDUTO DELL’AUSTRALIA (CON TUTTO IL RISPETTO PER LA LORO CULTURA) DA ANNI SANNO CHE LA CRISI IN ATTO E’ EPOCALE ED IRREVERSIBILE IL SUPERTECNOLOGICO UFFICIO STUDI DELLA CISL HA COMUNICATO ALLA SEGRETARIA GENERALE CHE A SUA VOLTA HA SENTENZIATO SI FORSE PUò DARSI CHE L’ITALIA SIA LEGGERMENTE IN CRISI.
    MA CI RENDIAMO CONTO DELLE FIGURACCE CHE LA CISL INCASSA OGNI VOLTA CHE MADAME LA MERCHESE APRE BOCCA? E’ SI VERO CHE AL PEGGIO NON C’E’ MAI FINE MA VIVADIO TUTTO HA UN LIMITE, POSSIBILE CHE LA CISL SI E’ RIDOTTA AD ESSERE COMPOSTA SOLO DA LECCAPIEDI CHE SANNO ESPRIMERE COME MASSIMO DELL’INTELLIGHENZIA UN SIFFATTO CERVELLONE. CUGINI SVEGLIATEVI SE NON VOLETE SPARIRE SEGUENDO LE ORME DELLA VOSTRA VECCHIA DC.
    POVERA CISL COME SEI CADUTA IN BASSO. AI TANTI INCOLPEVOLI E ONESTI CISLINI VA TUTTA LA MIA SOLIDARIETA’ED UN AUGURIO DI LIBERARSI PERSTO DI SIMILI TESTE COMPLETAMENTE FUORI DALLA REALTA’

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  4. La certificazione del dott. Danilo Battista è illuminante.
    Finalmente si comprende che la delibera di tutte le retribuzioni è quella di segreteria del 3 maggio 2006 in applicazione dell’art.7 del regolamento. Delibera che riguardando il regolamento dovrebbe essere stata messa a disposizione di tutta l’organizzazione per una applicazione corretta sui rimborsispese per pendolarismo da parte di tutte le strutture. E che oggi a maggior ragione per la trasparenza e la discontinuità annunciata dovrebbe essere messa rete per iniziare a giustificare le retribuzioni, a partire da Bonanni e dei componenti di segreteria a partire dal 2007.
    Sorprende…per ora che alcun dirigente dell’Esecutivo o del Consiglio Generale non ne faccia legittima richiesta…….. Sembra non interessare alcuno, anche perchè la trasparenza nella Cisl inizia dal novembre 2015.

    “chi è pazzo può chiedere di conoscere le delibere,
    ma chi chiede di conoscere le delibere non è pazzo.”

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  5. Questo commento riprende un articolo che risale a quasi tre anni fa, molto diffuso in rete, e che dice cose interessanti ma che non siamo in grado di verificare direttamente. Siamo naturalmente pronti a pubblicare eventuali rettifiche o smentite.

    https://www.il9marzo.it

    Amici, poco fa ho ricevuto questo documento che come potrete leggere è del 2013 eppure di estrema attualità perché aiuta a capire in modo chiarissimo quello che accade oggi alla nostra bistrattata CISL

    Bonanni afferma che governo e Confindustria possono ottenere tutto ma solo a patto che lo concordino con il sindacato. Concertazione? No, un cambio di funzione che può rendere i sindacati ricchi, anzi nel caso della Cisl, ricchissimi, anche nel mondo del business.
    In una intervista rilasciata ieri a La Stampa, il segretario della Cisl Bonanni ha lasciato capire che la Cisl è disposta a far passare tutto al governo e alla Troika europea – inclusi i tagli alla spesa pubblica – a patto che…. venga concordato con i sindacati. Dov’è la sorpresa? Nessuna sorpresa infatti. Ma il cambio di funzione di Cgil Cisl Uil da sindacati concertativi a sindacati complici è una causa e un effetto allo stesso tempo.
    I sindacati nell’epoca della crisi intendono diventare sempre più una struttura che fornisce servizi piuttosto che una organizzazione che tutela gli interessi dei lavoratori. Il problema non è solo di mentalità e di funzione, è che con la nuova funzione i sindacati possono arricchirsi e partecipare come soggetti attivi ai “fasti del mercato”. Anche qui la novità è solo parziale. Una piccola inchiesta sugli affari della Cisl, il sindacato di Bonanni, offre spunti interessanti e inquietanti .
    Tanto per cominciare c’è un tesoretto immobiliare da 64 milioni di euro. A tanto ammonterebbe il pacchetto di proprietà della Cisl. La gestione del tesoretto immobiliare è affidata a tre società. La prima, la Unitas, ed è controllata al 95% dalla organizzazione sindacale guidata da Bonanni. Alla Unitas fanno riferimento una cinquantina di sedi provinciali del sindacato, a cui si aggiungono terreni e qualche centro studi sparso per l’Italia. I cespiti in questione, sulla base dell’ultimo bilancio relativo al 2011, valgono 21 milioni di euro. Ma la società vanta anche riserve di utili distribuibili per 7,4 milioni e quote in fondi comuni di investimento per un controvalore di 2,1 milioni. La Unitas detiene anche una partecipazione del 100% nell’Immobiliare Nuova Esperide, che custodisce immobili e terreni per 16,1 milioni. A tutto questo va affiancato il patrimonio immobiliare che fa capo all’Inas, il patronato della Cisl. In questo caso il punto di riferimento è la Inas Immobiliare, che gestisce soprattutto immobili sociali e fabbricati destinati a uffici, per un valore in bilancio di 27,4 milioni. Insomma, se si sommano tutti gli asset in carico alle immobiliari del sindacato viene fuori un tesoretto da 64,5 milioni.
    Ma non c’è solo questo. C’è infatti una società che negli ultimi tempi sta facendo ottimi affari con la pubblica amministrazione. Si chiama Eustema, si occupa di consulenza tecnologica e produzione di software.
    Secondo il sito economico “Lettera 43” la Eustema ha chiuso il 2011 con un fatturato da 40,3 milioni di euro e utili per 1,2. Nel 2012, la società si è aggiudicata due maxiappalti per servizi da fornire all’Inail. L’ultimo, bandito all’epoca dalla Consip (centrale acquisti del ministero dell’economia) per la manutenzione e lo sviluppo di tutti i siti internet dell’Inail, è stato vinto dalla Eustema in società con la Accenture. Ma chi sono i proprietari della Eustema? Attraverso due holding Finlavoro e Innovazione Lavoro, che ne detengono rispettivamente il 35,5 e il 33,6 per cento, la Eustema è riconducibile alla Cisl. Non solo. Il 28,8% del capitale di Eustema, fa capo a una società informatica che si chiama E-World Consultant, dietro alla quale si trovano due fiduciarie. La prima fiduciaria si chiama Unione Fiduciaria e fa capo al mondo della banche popolari italiane (compaiono Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Banca Popolare di Sondrio, Banco Popolare, Banca popolare di Milano e Ubi Banca). La seconda si chiama Servizio Italia, e per il 100% fa capo alla banca francese BnpParibas, quella che ha acquisitola ex Bnl italiana. Il residuo 2% di Eustema è in mano a Postecom, società tecnologica delle Poste.
    Un’altra parte degli affari della Cisl passa ancora attraverso la holding Finlavoro, che in pratica è la finanziaria del sindacato guidato da Bonanni. A fine 2011, disponeva di 1 milione e 70 mila euro di quote detenute in fondi comuni d’investimento. Tra le più importanti partecipazioni di Finlavoro c’è il 40% della Edizioni Lavoro. Si tratta della casa editrice del sindacato con ricavi nel 2011 per 556 mila euro e interessanti sorprese nel suo azionariato.
    Il 60% della Edizioni Lavoro infatti, è in mano alla Avagliano Editore, a sua volta è controllata dalla Repas lunch coupon, una delle società leader nel settore dei buoni pasto in diverse regioni italiane. L’azionista di maggioranza della Repas, con il 64,8%, è la Dynasty Investments, una società con sede a Lussemburgo. Accanto alla quale, con il 7,9%, troviamo la Fedra una ennesima società fiduciaria il cui capitale è da ricondurre a Banca Finnat, l’istituto della famiglia Nattino tradizionalmente vicino al Vaticano. Negli interstizi della holding Finlavoro si trovano altre 4 società partecipate. La Assisind, che fattura circa 300 mila euro l’anno, si occupa di assicurazioni. La Poker Travel Viaggi, anch’essa intorno ai 300 mila euro di ricavi, opera come agenzia di viaggio. La Apogeo Servizi, fondata nel 2009, come concessionaria pubblicitaria di Labor tv, il canale televisivo della Cisl. Infine la Euro Esse, nata con l’ambizione di diventare un centro di ricerche e sondaggi, ma che da due anni è in liquidazione.
    A far crescere il volume degli affari economici della Cisl, ma anche di Cgil e Uil, c’è poi la rete dei patronati. I patronati (Inca-Cgil, Inas-Cisl, Ital-Uil) sono stati il primo business in cui il sindacato si è diversificato. Le entrate complessive di tutti i 27 patronati ammontano a circa 370 milioni di euro (dato 2009 tratto dalla Relazione generale sulla situazione economica del paese) e vengono dal disbrigo delle pratiche su contributi, pensioni, infortuni, immigrazione, ammortizzatori sociali, invalidità civili e previdenza sociale. A pagarli è il ministero del Welfare, che gira al sindacato un contributo dello 0,226 per cento (ridotto da Tremonti allo 0,178) sul monte contributi delle pratiche che si concludono positivamente. l’Inas Cisl incassa 64 milioni, l’Inca Cgil incassa circa 85 milioni, al terzo posto ci sono invece le Acli, con circa 40 milioni di contributi.
    Ma il vero e proprio “tesoretto” in arrivo è quello degli enti bilaterali. Secondo la legge Biagi dovrebbero servire a regolare il mercato del lavoro, programmare attività formative, di fatto, servono ad allevare nuove leve burocratiche e mini-apparati. Il numero dei loro componenti non è mai meno di tre per parte sindacale (quanti quelli dei datori di lavoro. E questo per ogni categoria nazionale, per ogni struttura provinciale o regionale. Le categorie sono 89, i sindacati più rappresentativi sono almeno 4 o 5, le provincie oltre 120 e le regioni 20: viene fuori una schiera di qualche migliaio di funzionari. Tutti pagati da aziende e lavoratori: il contributo per finanziarli si calcola infatti sull’imponibile previdenziale del monte dei salari (in media 0,20 per cento a carico delle aziende, altrettanto a carico dei lavoratori).
    Andrebbero poi dettagliati soldi che entrano dalla gestione dei fondi pensione integrativi che Cgil Cisl e Uil hanno stornato e saccheggiato dal Tfr dei lavoratori più ingenui. Ma per ora può bastare.
    (25 Giugno 2013) Stefano Porcari – Contropiano

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    1. Già che ci siete, date una letta anche a questo

      Affari sindacali senza fine. Adesso la Cisl si mette a vendere polizze assicurative di Generali con una società nuova di zecca. A rischio di conflitto d’interessi
      10 dicembre 2014

      di Stefano Sansonetti

      Il nome è a dir poco ambizioso e viene preso direttamente dal greco antico: Aletheia, che può essere tradotto con “rivelazione” o “verità”. Di sicuro Aletheia Assicurazioni è il nome di una società nuova di zecca che va a inserirsi nel già affollato mondo “imprenditoriale” che dipende dalla Cisl, il sindacato da poco guidato da Annamaria Furlan. In questo caso a dar vita alla nuova iniziativa è la Fiba, ovvero la federazione del sindacato di via Po che rappresenta i lavoratori del settore bancario e assicurativo. La Aletheia Assicurazioni, a quanto pare, si occuperà di vendere agli iscritti polizze assicurative. Il tutto su mandato delle Generali, il colosso assicurativo-bancario quotato in borsa. Situazione destinata come minimo a far riflettere, se si considera che spesso e volentieri la Fiba agisce come controparte di Generali nelle varie partire sindacali. Adesso, invece, con la costituzione della nuova società viene a certificare una sorta di “business” con lo stesso gruppo assicurativo. Ma tant’è. Tra l’altro è appena il caso di ricordare come in casa Cisl ci sia un’attenzione a dir poco insistente sul settore delle assicurazioni. Il sindacato di via Po, infatti, già controlla il 50% di una società che si chiama Marte Broker di Assicurazioni, anche in questo caso un’azienda che vende polizze sfruttando la rete dei Caf e della Federazione dei pensionati.

      LA GENESI
      Rimane il fatto che l’ultima nata è l’Aletheia Assicurazioni, costituita il 18 settembre scorso (un po’ prima dell’ascesa al vertice della Furlan). Nell’oggetto sociale è riportato innanzitutto “l’espletamento di mandati d’agenzia conferiti da compagnie di assicurazione e l’attività di intermediazione assicurativa”. L’interlocutore prescelto, come detto, è Generali. Le coperture assicurative offerte, a quanto filtra, riguarderanno i rischi legati all’attività lavorativa (Rc professionale), ma anche quelli relativi alla famiglia (Rc auto, Rc professionale, Kasko). Il capitale della Aletheia Assicurazioni fa capo al 49% a Maurilio D’Angelo, che è anche presidente della società, e per il 51% alla Aletheia, società di servizi e convenzioni a sua volta controllata al 100% proprio dalla Fiba. Nel consiglio di amministrazione della nuova società assicuratrice il personaggio di spicco è senz’altro Piercesare Bottegal, che è anche presidente della controllante Aletheia e capo del dipartimento operativo della Fiba. Naturalmente la Aletheia Assicurazioni, vista la giovanissima età, non ha ancora nessun bilancio all’attivo. Diversa la situazione della controllante Aletheia, che pure è da considerarsi giovane, dal momento che è stata costituita il 21 marzo del 2012. Il primo vero esercizio della società che cura le convenzioni della Fiba, relativo al 2013, ha chiuso con ricavi per 412 mila euro e un utile di 10 mila. Ma si tratta di attività che soltanto nei prossimi anni potranno essere valutate con più completezza. Di certo questa nuova iniziativa imprenditoriale della Fiba, federazione guidata da Giulio Romani, non rappresenta un unicum assicurativo nell’eterogeneo mondo della Cisl. Si dà infatti il caso che dagli archivi della camera di commercio il sindacato di via Po risulti controllare ancora il 50% della Marte Broker di Assicurazioni.

      IL PRECEDENTE
      Si tratta di una società la cui attività, come ha raccontato La Notizia del 28 marzo scorso, consiste nel vendere polizze agli iscritti al sindacato sfruttando la rete dei Caf e quella fornita dalla Federazione pensionati. I ricavi 2013 della Marte si sono attestati sui 2,2 milioni di euro, di fatto raddoppiando il volume d’affari che era stato fatto segnare soltanto due anni prima, a fine 2011. Il restante 50% del capitale, invece, fa capo al Gruppo Gpa, che risulta in liquidazione. All’inizio dell’avventura di Marte, cominciata nel 2007, era di fatto il socio “tecnico-industriale” della Cisl, in pratica quello che finora ha messo a disposizione il suo know-how assicurativo. Dietro al gruppo Gpa fino a qualche mese fa risultavano la famiglia Occhipinti, UnpolSai e Vittoria Assicurazioni.

      http://www.lanotiziagiornale.it/affari-sindacali-senza-fine-adesso-la-cisl-si-mette-a-vendere-polizze-assicurative-di-generali-con-una-societa-nuova-di-zecca-a-rischio-di-conflitto-dinteressi/

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  6. Siamo ladri, non c’è altro da aggiungere. Siamo ancora più ladri dei ladri perché stiamo zitti e votiamo sempre a favore. Poveri lavoratori e pensionati rappresentati dalla banda bassotti. Mi viene da piangere a pensare che il 2 aprile, con colpevole, vergognoso, immondo ritardo, faremo una finta manifestazione per fingere di difendere le pensioni dei nostri associati per poi piegarci al volere del governo che ci mantiene per le palle, scusate il francesismo. Scommetto che abbiamo dovuto chiedergli il permesso per fingere di fare il nostro dovere. Immagino la scena: “Dai, facci manifestare un pochino, non ti arrabbiare ma se non facciamo proprio nulla, questi potrebbero anche incazzarsi e farcela pagare. Sono pecoroni ma non sia mai si divvessero svegliare all’improvviso, strozzati dalla crisi…..Lasciaci fare un po’ di casino così calmiamo la piazza, la facciamo sfogare, gettiamo un po’ di fumo negli occhi fingendo di non essere collusi e anche tu potrai trarne giovamento.” E il governo, di rimando: “Vabbè ma non esagerate altrimenti tiro fuori i carteggi che vi riguardano, come ho già fatto con l’altro vostro ex collega e vi spazzo via come polvere!!!” Questa si che è autonomia!!!!… Rivoglio la vera Cisl!!!

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