Se, come abbiamo visto nell’intervento precedente, il buon Petteni ci tiene a chiarire che lui sta dalla parte della signora Annamaria, il dottor Sbarra dell’Anas tace. Proprio lui, abituato a parlare di tutto, e senza risparmio di tempo, stavolta osserva un silenzio claustrale. Quasi che le polemiche in atto non lo riguardassero. Quasi che già non fosse più un segretario confederale della Cisl.
La cosa, almeno in parte, è da capire. Mentre il buon Petteni ha l’alibi, nel senso che quando le retribuzioni a Via Po 21 crescevano lui faceva il segretario regionale in Lombardia, il dottor Sbarra dell’Anas, invece, è nella lista delle Iene, al numero sei, come uno di quelli la cui retribuzione è stata segnalata da Fausto Scandola.
In questa condizione, ogni sua parola a difesa della signora Annamaria “non mi sono accorta di prendere tutti quei soldi” Furlan, sarebbe un’autodifesa poco credibile. E allora, meglio lasciare che se la veda da sola.
D’altra parte, cosa gli viene al commissario, che sta per prendere in mano la Fai, a mettersi in mezzo a queste storie? A questo punto, per lui la segreteria confederale può anche affondare, basta che lo faccia dopo il congresso del 13-14 aprile. Lui, a quel punto, avrà preso in mano la Fai e si sarà tirato fuori da quei pasticci.
E ormai ci siamo: mancano solo gli ultimi trionfali congressi in giro per l’Italia, poi ci sarà la riunione del 7 aprile con i segretari regionali della Fai quando, come in uno strip-tease, farà finalmente cadere l’ultimo velo e annuncerà “accolgo il vostro invito a restare”. Seguirà l’entusiasmo dei presenti, qualche lacrima di commozione, qualcun altro lo ringrazierà per essersi sacrificato, e una settimana dopo tutti a festeggiare dall’Antonella a Pomezia.
In realtà la suspence è falsa “come ‘na moneta de tre euri”, perché il copione è già scritto da tempo. Solo che all’inizio non si pensava che il passaggio da commissario a segretario generale avvenisse nelle forme di una fuga dalle sue responsabilità come membro della squadra della signora Annamaria (e prima di essere intercettato anche lui da qualche iena, che magari potrebbe chiedergli come mai nella sua busta paga è stata sbianchettata la data di assunzione all’Anas).
Un po’ come se alla fine della favola, invece di essere Biancaneve che se ne va a cavallo col Principe azzzurro, fosse Cucciolo o Pisolo a tagliare la corda lasciando lei e gli altri sei nanetti nei guai.
E non è detto che la cosa sia gradita a tutti, dalle parti di Via Po 21.