Il contrasto di interessi

“Lotta all’evasione: dal suo punto di vista, qual è lo stato dell’arte?”

Non è una domanda difficile quella che l’intervistatore di Coffee break su La7 porge alla signora Annamaria, segretario generale della Cisl. Ed infatti la signora annuisce sorridendo, con l’aria dello scolaro che pensa “la so!” quando il professore gli ha fatto la domanda.

D’altra parte, l’interrogazione non era a sorpresa, ed infatti la signora comincia subito a recitare la tiritera imparata a memoria. Tutte cose giuste, semmai non nuovissime, con un bel titolo: “il contrasto di interessi”.

In poche parole, riassumiamo così la spiegazione della signora, se chi fa un lavoro a casa mia ha interesse a non fare la fattura per pagare meno tasse, io devo avere un interesse a chiederla perché posso detrarre quello che pago. E quello lo sa e non ci ci prova neanche, o almeno si aspetta la risposta.

Una bella proposta di giustizia sociale, e anche di democrazia. Perché anche la democrazia, soprattutto quella liberale, si fonda su un principio analogo, sul contrasto che ci deve essere fra chi ha il potere, ed ha interesse a limitare al minimo indispensabile la trasparenza sul proprio operato, e chi invece è alla base ed ha interesse non solo alla trasparenza, ma anche a poterla chiedere.

In altre parole, c’è sempre chi sta in alto e non vuole rispondere alle domande meno gradite, e chi sta in basso e vuole risposte; e la democrazia è quando l’interesse di chi sta in basso prevale su quello di chi sta in alto. Altrimenti, siamo al centralismo democratico.

Ma allora c’è da chiedersi perché il segretario generale della Cisl, signora Annamaria, risponde volentieri alle domande degli intervistator cortesi, come Dario Di Vico a Riccione, o a Coffee break su La7, ma non risponde a Scandola, e non risponde alle Iene su chi ha guadagnato quanto nella Cisl di questi anni. Eppure le domande le conosce per tempo, ed avrebbe avuto tutto il tempo per imparare a memoria la tiritera.

Purtoppo, qui il “contrasto di interessi” non è garantito. E la signora Annamaria può permettersi di scegliere le domande e gli intervistatori a cui rispondere. E far espellere dalla Cisl-Probiviri, o far allontanare dal servizio d’ordine, chi pone le domande più interessanti.

Forse sarebbe ora che nella Cisl ci fosse uno statuto. Regole certe per garantire a tutti gli iscritti il diritto di parlare, e di chiedere conto dell’operato di chi guida l’organizzazione. E ci vorrebbe magari anche un organo di garanzia, tipo un collegio dei probiviri composto da persone autorevoli e indipendenti dal potere centrale che, naturalmente a titolo gratuito, garantissero l’esercizio dei diritti ed il rispetto delle regole. E ci vorrebbe che quando un segretario generale, facciamo un esempio assurdo, non risponde alla domanda su quanto ha preso dall’organizzazione negli ultimi anni, ne deve rispondere agli organismi democratici dell’organizzazione, composti da gente che invece può rispondere prontamente alla stessa domanda nei loro confronti.

Ma forse il fatto è che nella Cisl, oggi, ci vorrebbe la Cisl.

PS Un tweet della signora ci fa sapere che, dopo Coffee break stasera alle 23 sarà anche a Ballarò. Scommettiamo che magari si sarà cambiata il vestito, ma la tiritera ripetuta a memoria sarà la stessa?

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2 Commenti - Scrivi un commento

  1. Il primo passo contro l’evasione fiscale è la pubblicazione on line della dichiarazione dei redditi di tutti i cittadini. Vi ricordate cosa accedde nel 2008? ne vedemmo di belle anche in casa Cisl (già da allora…). Comunque essere ricchi non è una colpa, lo è il non essere trasparenti. La pubblicazione di tutti i redditi non significa (come molti strumentalmente vogliono pensare) incrementare curiosità, invidie, malintenzionati, ecc. ma significa abituarci a dare pienamente conto del nostro agire. Gli invidiosi e i malintenzionati hanno già le loro fonti di informazione.

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