Colpa dei giornalisti

Prendiamo i giornali di oggi e leggiamo articoli come “Contratti, la rivoluzione di Marchionne. Bonus in fabbrica se arrivano i risultati” (La Repubblica, pagina 1); “Furlan: modello per tutte le aziende. Così i lavoratori tornano protagonisti” (La Stampa, intervista a p. 11) . E così via un po’ su tutti i giornali con poche differenze, salvo malumori a sinistra (ma, ad esempio, ‘Il Manifesto’ è già più lucido del ‘Fatto quotidiano’).

La Cisl su questi temi gioca in casa, ed il segretario generale può rivendicare che altri, non noi, rischiano di essere messi in fuori gioco dai cambiamenti in corso.

Leggendo l’ottima intervista, non possiamo però fare a meno di pensare che qualcosa non torna. In termini di corretta rappresentanza sindacale e, prima ancora, di corretta rappresentazione.

La colpa è dei giornali, s’intende. Ma perché se in Germania l’Ig Metall fa un accordo importante si intervista il presidente dell’Ig Metall, e da noi se la Fim fa un accordo si intervista la Fim se l’accordo è considerato poco importante, e si va a chiedere a via Po se invece lo si considera molto importante? E quando Bob King ha trattato da presidente del sindacato dell’auto con Marchionne per la fusione Fiat-Chrysler, poi i giornali mica sono andati ad intervistare il presidente dell’Afl-Cio? Mica la confederazione è un tutore ed il sindacato di categoria è un incapace che ha bisogno dell’autorizzazione per parlare!

Se non fosse per l’ottimo Avvenire, il lettore italiano quasi potrebbero non sapere neanche il nome del segretario della Fim; che invece ha da dire cose molto puntuali e concrete, e spiegare nel merito, e non solo sul piano dell’indirizzo generale, perché la svolta di Marchionne va bene ma non senza condizioni.

Eppure i giornalisti sono gli stessi che hanno imparato presto a correre dietro a Landini non appena la Fiom ha puntato i piedi nella Cgil; ma lì non si tratta di “autogoverno delle categorie”, concetto estraneo al centralismo della Cgil, né di contrattazione. Lì si tratta di politica, non di sindacato.

Essere autonomi dalla politica vuol dire anche non ragionare così. Vuol dire che le vicende della Fca sono di competenza della Fim, e ciò non impedisce una piena sintonia con la confederazione.

Anche la decisione di sciogliersi o meno era di competenza della Fai e del suo congresso. Ma lì dalla Cisl, invece che la sintonia, è arrivato il commissariamento.

E questa volta la colpa non era dei giornalisti.

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