C’è chi lavora e chi ci mette il brand

La fabbrica di Pomigliano è stata al centro di uno degli scontri sindacali più importanti degli ultimi anni. Ed è stata una scommessa vinta da chi ha accettato il confronto. Come ha fatto la Fim. Una vittoria celebrata ora con la visita della signora Anna Maria a capo di una delegazione della Cisl. E da una bella foto sul sito della Cisl (dove, per la verità, il segretario generale non è neanche la signora ripresa meglio. Come a teatro, le prime donne tendono un po’ a rubare la scena…). Delegazione nella quale non poteva mancare l’immancabile Bentivogli Marco che, accanto alla signora Anna Maria, osserva con legittima soddisfazione una fabbrica che gira e che, se avesse prevalso la linea di qualcun altro, a quest’ora sarebbe probabilmente chiusa. Per la verità alla guida della Fim c’era qualcun altro, ma lasciamo perdere…

pomi

Come sempre, una foto racconta e fa venire in mente più di quel che mostra. Ad esempio, vedere il segretario generale della Cisl in un posto di lavoro (fra l’altro un po’ diverso da quello da cui lei proviene) ci ha fatto tornare in mente la domanda di Dario Di Vico: quanti stipendi di un lavoratore per quello di un sindacalista? Perché a Riccione la signora Anna Maria ha risposto che i suoi “credo cinquemiladuecento” erano il triplo della “media stipendiale” (quindi senza contare i pensionati, le partite Iva e altri che abbasserebbero la media…).

Non sappiamo se questo fosse il rapporto anche a Pomigliano, e cioè se ci volessero tre di quegli operai della Fca per fare una Furlan.

E, ormai, poco ci interessa, perché la vera domanda oggi è un’altra: se Pomigliano è stata una scommessa vinta da tutta la Cisl, qual è stato l’apporto della Fim, cioè della federazione di categoria, e quale quello di Via Po 21?

La Fim, in questa storia ci ha messo tutto quello che aveva: le scelte della dirigenza nazionale, il coraggio dei delegati locali, la capacità di convincere i lavoratori nonostante una preponderante propaganda contraria in tv e sui giornali (e anche da qualche pulpito). Via Po 21 arriva alla fine, e ci mette il “brand”, come lo chiama la Ventura.

E, un po’ come nelle filiere della moda di cui la signora Anna Maria si intende più che di fabbriche di auto, chi ci mette solo il marchio guadagna molto più di chi lavora. Infatti sappiamo che il Bentivogli Marco guadagna meno della metà della signora Anna Maria. E chi costruisce le auto qualcosa di meno ancora.

A questo punto viene da chiedersi se non abbia ragione il ministro Poletti, almeno per quel che riguarda Via Po 21: invece di pagarli a tempo, paghiamoli ad obiettivi raggiunti nell’interesse dei lavoratori. A questo punto il Bentivogli Marco dovrebbe guadagnare lui più del doppio della signora Anna Maria che, in un anno, non ha ancora cavato un ragno dal buco, se non andare in giro a vendere il brand della Cisl che qualcosa vale ancora (ma più per il passato remoto che per quello prossimo o ancor meno per il presente).

Del resto, quando i sindacati dell’auto tedeschi o americani visitano le fabbriche, non hanno bisogno di portarsi appresso il costoso accompagnamento del capo della confederazione.

Perché anche questo, prima o poi, bisognerà dirlo: ma perché gli iscritti ai sindacati italiani (non solo alla Cisl) devono mantenere confederazioni così costose? Non sarebbe meglio pagare soprattutto chi lavora nel loro interesse, cioè le federazioni, senza dover finanziare gli insuccessi politici confederali che si susseguono da decenni? Perché non pagare un po’ di più un numero molto più basso di sindacalisti radicati nei settori, e farli accompagnare dal lavoro di tanti volontari invece che da professionisti della chiacchiera confederal-generica (tipo i discorsi del dottor Sbarra dell’Anas)? Perché non risparmiare i soldi che la Cisl butterà nel “marketing associativo” e investirli semmai in campagne di organizing, di coinvolgimento dei lavoratori, come fanno i sindacati tedeschi e americani?

Questa sì che sarebbe una bella autoriforma, che ci porterebbe in sintonia con i sindacati più importanti e più vitali, in Europa e nel mondo.

E ci farebbe risparmiare più di incomprensibili accorpamenti.

Condividi il Post

4 Commenti - Scrivi un commento

  1. Vedo e prevedo che la visita “pastorale” della Furlan a Pomigliano sia l’inizio di un pellegrinaggio per l’Italia a evangelizzare e rimpinguare il sempre più magro popolo della Cisl. Peccato però che parte con due grossi fardelli sulle spalle che la distruggeranno.
    Uno é, come avete scritto molto bene, rappresentato dagli innumerevoli privilegi che si sono assegnati nel tempo TUTTI I CONFEDERALI alla faccia e alle spalle degli ingenui e sprovveduti lavoratori e pensionati che hanno continuato ad essere spremuti, sfruttati ed usati esclusivamente per far accumulare potere ai confederali. Ma veramente credono che basta qualche spot pubblicitario per risalire la china? Nessuna pubblicità potrà cambiare il passato e la realtà dei numeri che ricordano una vergognosa ed incancellabile verità.
    L’altro fardello é ancora più pesante perchè, le sberle inflitte al sindacato con l’assenso della cisl dai vari: Brunetta, Tremonti, Renzi, Padoan , Monti ecc. hanno portato i governi ad osare sempre di più fino a capovolgere i rapporti di forza. oggi le sempre più magre risorse non possono sostenere un elefantiaco apparato burocratico quale è la confederazione che va sciolta al più presto per partire con rinnovata lena e idee dalle federazioni che lo vorranno. D’altra parte la Furlan in persona non ha sempre sostenuto che la ricchezza va distribuita dove viene prodotta e che noi non facciamo politica. Il risultato del combinato disposto delle ultime due cose porta alla conclusione che bisogna rinforzare le categorie e le rsu riducendo al minimo (ma meglio sarebbe abolire) da subito la confederazione.

    Reply
  2. Il sempre più magro popolo della CISL, con il ripescaggio di nominativi su vecchi tabulati o su programmi vari, pur di reperire nominativi ed indirizzi, entro la fine dell’anno sarà certamente ingrassato pur di dimostrare che la squadra funziona, la FISASCAT insegna, certo che sarà dura conservare lo stipendio del suo segretario generale e relativa famiglia con tesserati inesistenti ma nessuna preoccupazione ci penserà Biancaneve con i sette nani, i fedeli non devono patire e mamma CISL provvederà, costi quel che costi poi naturalmente faremo pagare la tessera anche sulla domanda di disoccupazione, mica è colpa nostra se è andato in disoccupazione e quindi per quel lavoratore gli viene trattenuta la quota anche sulla disoccupazione, mica deve patire il segretario generale bene io sono uno che da gennaio non contribuirà più a questo SCHIFO mi sono dimesso sia come iscritto che come operatore, mi voglio staccare da questo schifo e con me altri 7 amici abbiamo revocato la nostra iscrizione dopo più di 18 anni. EVIVA LA LIBERTÀ, EVVIVA IL LIBERO PENSIERO

    Reply
  3. Vi spiego da dove arrivano i soldi per i mega stipendi, premetto ero un iscritto FIM , mi è capitato di fare la vertenza per mancate retribuzioni dal mio precedente datore dì lavoro quindi passo tramite SINDACARE. O meglio l’ex Ufficio Vertenze per il recupero rimango però stupito al momento della chiusura della vertenza con il recupero di una parte del mio dovuto ma il bello viene al momento del ritiro del mio assenso l’operatore mi dice che il disturbo costava 1ooo,io €. , dopo alcune discussioni pago e richiedo una ricevuta per l’importo pagato e mi vedo consegnare un foglio di note su con scritto a mano ricevo la somma di €. 1.000,00 come contributo straordinario associativo, ritengo la cosa poco chiara e dopo alcune discussioni mi rivolgo alla Guardia di Finanza e sporgo denuncia mi vediamo cosa succederà

    Reply
  4. Vorrei non pagare questo contributo straordinario associativo tra l altro al 10.% sul tfr come è possibile? Posso capire un pagamento adeguato ma così tanto è assurdo

    Reply

Commenti