La cena di Riccione

Che a Riccione ci sia stata una cena della segreteria confederale con un vecchio amico come Raffaele Bonanni non è più un mistero. Lo aveva fatto capire qualcuno nel nostro spazio dei commenti, e lo conferma ora, con maggior dovizia di particolari, una lettera di Rodolfo Vialba al sito “www.sindacalmente.org”.

Come dire, al mattino si “svolta verso la trasparenza”, alla sera si mangia da vecchi amici col protagonista della stagione precedente (cioè con chi è stato poco trasparente).

D’altra parte, nessuna delle attuali otto persone “assolutamente straordinarie” (così parlò Biancaneve, di sé e dei 7 nani) era estranea alla stagione bonanniana. E non è che se Bonanni si presenta a Riccione possono far finta di non conoscerlo. Sarebbe come, parliamo per assurdo, se i segretari regionali della Fai ora facessero tutti finta di non aver mai conosciuto Augusto Cianfoni e di non aver condiviso con lui un po’ tutto negli ultimi anni. Sarebbe una cosa ridicola, ipoteticamente parlando.

Ora però restano un paio di dubbi sulla cena di Riccione: uno riguarda il menù, perché di solito queste cene passano alla storia con il nome di qualche piatto servito a tavola (come “il patto della crostata” e simili). Ma su questo non possiamo fare grandi ipotesi.

Mentre ne possiamo fare tre su ciò che era necessario discutere, lontani da occhi indiscreti, fra Bonanni e la Furlan.

 

Ipotesi numero 1: Bonanni non si è fatto vedere nella sala dei lavori per non sottoporsi all’applausometro (o a qualche fischietto), cosa che sarebbe stata imbarazzante, per lui e per lei. Ma, a parte questo, non c’è altro da chiarire, e la cena è solo un incontro di routine come si fa con un vecchio amico.

Ipotesi numero 2: Bonanni, impegnato in un tentativo di associazione politica come quelli in cui hanno fallito menti migliori della sua, cerca sostegni per la sua avventura, e magari qualche candidato che la Cisl potrebbe offrirgli per le prossime amministrative, quando qualcuno arrivato al capolinea sindacale potrebbe tentare il salto in politica.

In questo caso, l’esito della cena sarebbe irrilevante come sempre in questi casi (ma ci vuol così tanto a capire che gli iscritti alla Cisl non accettano indicazioni di voto? E poi che fanno, li commissariano?).

Ipotesi numero 3: la cena non è poi così amichevole. Bonanni fa presente che lui è stato messo da parte per motivi che potrebbero riguardare anche altri, e che tutta la segreteria confederale aveva condiviso con lui quelle scelte (e quei vantaggi) sulle retribuzioni e gli effetti sulla pensione. Quindi nessuno tiri troppo la corda, o stavolta parla lui.

 

Naturalmente le tre ipotesi non sono del tutto alternative. In particolare, la terza non esclude né una dimensione amicale per il resto della cena, né tanto meno una richiesta di spinta alle iniziative politiche bonanniane.

Anzi, forse l’ipotesi più plausibile è una sintesi delle tre.

 

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4 Commenti - Scrivi un commento

  1. Bravi
    ma ora credo che vada fatto un esposto alle autorità per verificare la verità sulla gestione fiscale contributiva e se si può configurare il reato di appropriazione indebita, minacce, truffa ai danni degli associati o altro.
    Voi avrete dei legali, io sono pronto anche con una iniziativa a titolo personale, ma necessito di verifiche anche legali.
    L’esposto comunque si può fare sempre più è articolato meglio è.
    Aspetto vostre indicazioni o azioni, parlare come vedete non serve o dobbiamo farlo arrivare alla stampa tipo Gabanelli o altro programma di quel tipo.
    Pighi Bruno

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  2. La visione che ho in questo caso è molto chiara e parte da un assunto ; ovvero che Franco Marini a tutt’oggi è il padrino della cisl; scusate il refuso volevo dire padrone ma forse é più esatto entrambi. Lui ha benedetto D’Antoni, ha subito per il minimo indispensabile Pezzotta sostituendolo appena possibile con Bonanni, ha mangiato un pò di polvere per lo scandalo Bonanni ed ora rischia di finirci dentro fino al collo direttamente. Non dimentichiamo che il suo corregionale Del Turco, la polvere la sta mangiando già da un po. E’ vero che per un Capo di Stato è più difficile ma anche molto più grave.
    Allora si é scomodato don Franco per suonare la campanella di fine intervallo, imponendo un accordo che i due indisciplinati hanno ossequiosamente accettato.
    Ma don Franco sa benissimo che se è entrato nell’occhio del……non sarà tanto facile farla franca qualcosa in pasto ai lupi va data.

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  3. io ho capito che il visionario con don franco volesse intendere lo stesso marini che teme di finire direttamente o indirettamente in qualche pozzanghera e macchiarsi così la sua specchiabilissima storia di sindacalista e politico.

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