Regole

Dall’articolo 36 del regolamento di attuazione dello statuto della Cisl

“Il Commissario di cui all’articolo 40 dello statuto confederale deve provvedere al suo mandato ed a promuovere i  provvedimenti per la ricostituzione degli organi democratici entro il termine fissato dal Comitato esecutivo, che non può comunque superare un anno.
Quando non siano venute meno le cause o non sia stato possibile provvedere alla ricostituzione degli organi, il commissario può chiedere una proroga del mandato, che non  potrà comunque protrarsi oltre 6 mesi. La proroga è concessa qualora il Commissario dimostri di aver compiuto gli atti necessari alla ricostituzione degli organi”.

Giusto un anno fa, la Fai veniva commissariata a dispetto delle regole (dov’è la “grave violazione statutaria” nel libero voto di un congresso? Dove la “adeguata istruttoria e contestazione”?).

Ora un anno è passato. Ed il commissario se ne dovrebbe andare. Perché per poter restare bisognerebbe che perdurassero le cause che hanno portato al commissariamento, o che non sia stato possibile ricostituire gli organi democratici. E il commissario dovrebbe aver comunque almeno avviato le procedure per ricostituire gli organi. Cioè aver convocato il congresso.

Ma il congresso per ora è stato solo annunciato informalmente per aprile. E quindi non ci siamo. In secondo luogo, il comissario non ha avuto alcun ostacolo che gli abbia reso impossibile ricostituire gli organi (perché il nostro ricorso d’urgenza non è stato accolto), e quindi non ci siamo neanche sotto questo profilo. Ma soprattutto non ci siamo sotto il primo e più importante requisito richiesto, cioè che perdurino le cause che hanno portato al commissariamento.

Perché un anno fa la Fai fu commissariata per non essersi voluta sciogliere; ed ora è il commissario stesso a sostenere la tesi che la Fai non si deve sciogliere, perché con la Filca si può fare una federazione “pluricomposta”. Che è esattamente quello che la Fai propose un anno fa, ricevendo risposte negative sia dalla Filca che da Via Po 21.

Quindi la causa del commissariamento non c’è più; anzi, a posteriori è chiaro che non c’era neppure allora.

Poste queste premesse, il commissario alla scadenza dell’anno dovrebbe lasciare l’incarico e chiedere scusa: alla Fai per il disturbo, e all’esecutivo della Cisl per non aver adempiuto al mandato nel termine assegnato.

E invece non se ne va. E l’esecutivo, invece di fargli presente che il mandato è rimasto non ottemperato, gli dà la proroga. Senza che ricorrano i presupposti richiesti.

Tutto secondo l’usanza di Via Po 21 di applicare le regole come gli pare, a chi gli pare, quando gli pare e se gli pare. Perché è questa, evidentemente, l’unica regola ormai che vale all’interno della Cisl.

 

 

 

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  1. L’unica salvezza della democrazia all’interno della CISL e denunciare alla finanza ed alle procure della Repubblica tutte le anomalie che si riscontrano a carico di questi indegni personaggi che dirigono l’Organizzazione, dalla segreteria generale ad arrivare al gruppo dirigente delle categorie, BASTA FARSI PRENDERE PER IL CULO, se siamo a conoscenza di fatti anomali, iniziando da DISTACCHI FASULLI, RIMBORSI SPESE SENZA SENSO, ENTRATE PARTICOLARI DA ENTI BILATERALI, ECC. segnaliamoli a chi di dovere E ORA DI FINIRLA

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