Autogoverno alla tedesca

Leggere gli interventi di Marco Bentivogli è un piacere. Un po’ per la competenza che il segretario della Fim dimostra, una merce rara di questi tempi, un po’ perché è divertente vedere come, ad un certo punto, il nostro sia sempre capace di rivoltare qualche frittata a proprio vantaggio, con un’abilità che è comunque un bello spettacolo anche quando il trucco c’è. E si vede.

Prendiamo ad esempio un articolo pubblicato sull’Unità e rilanciato sul sito della Fim, dove il nostro amico smonta, appunto con competenza, tanti luoghi comuni sulla Germania come modello da importare per il sistema contrattuale. E poi rivolta la frittata nella conclusione, quando è lui ad indicare a modello una Germania che non esiste, affermando che

il Dgb, la Confederazione tedesca dei sindacati, ha avviato una revisione organizzativa che ha portato alla fusione di diverse federazioni sindacali che si sono dimezzate: da 17 a 8.

Naturalmente il messaggio politico è: la Germania sia un modello per la Cisl, anche noi dobbiamo fare le fusioni. A cominciare da quella che sta a cuore a lui, cioè l’assorbimento dei chimici nella grande federazione dell’industria dove comanderanno i metalmeccanici. Cioè lui. Perché, diciamo la verità, lui è bravo ed è simpatico, ma il clima da culto della personalità che si avverte sfogliando il sito della Fim (Bentivogli ha detto, Bentivogli ha fatto, Bentivogli in tv, Bentivogli sbugiarda Landini, Bentivogli bacia i bambini…) è decisamente fastidioso.

Ma torniamo alle fusioni in Germania. Che sono roba degli anni ’90 (quindi non sono state “avviate”, come dice Bentivogli; si sono fermate da tempo)  e che il Dgb NON ha fatto. Le hanno fatte, in totale ed integrale autonomia, le federazioni (quelle che, in Germania, sono le uniche a potersi chiamare “sindacato”; il Dgb non è “il sindacato” ma “l’unione dei sindacati”. Proprio come dovrebbe essere, ma non è più, per la Cisl).

Infatti, quelle che non hanno voluto accorparsi, sono rimaste piccole e non si sono sciolte in nessuno megasindacato; semmai hanno sviluppato forme di cooperazione su campagne e temi specifici, come hanno fatto dal 2005 il grande sindacato Ver.Di e il piccolo sindacato Ngg sul salario minimo, poi diventato legge quest’anno.

Nessuno è stato accorpato ad un altro per decisione della confederazione, tanto meno a dispetto del voto del proprio congresso. E, ovviamente, nessuno è stato commissariato come la Fai per aver violato le indicazioni confederali. Che non ci sono state e non ci possono essere (qualcuno lo chiama “autogoverno delle categorie”, i tedeschi parlano di “autonomia sindacale”, che è un concetto non solo politologico ma anche organizzativo).

E comunque, se vogliamo prendere a modello la Germania, la prima lezione è che meccanici e chimici non sono organizzativamente compatibili, e quindi non si fondono. Con buona pace delle aspirazioni di Bentivogli alla leadership su tutto il sindacato industriale italiano.

E poi, cosa ci hanno guadagnato i tedeschi a fare le fusioni?

Questo ve lo racconteremo nella prossima puntata. Dove si spiegherà, proprio a partire dall’esempio della Germania, perché, come ci eravamo permessi di scrivere alcuni mesi fa, chi pensa che gli accorpamenti permettano di risparmiare risorse finisce (non sempre, ma spesso) per fare quello che a Roma si chiama “er guadambio de Maria Cazzetta”. Ossia darsi da fare parecchio pregustando un bel guadagno, e alla fine, se proprio tutto va bene, ritrovarsi al punto che, forse, non ci hai rimesso più di tanto.

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Un Commento - Scrivi un commento

  1. Concordo col fatto che Bentivogli si muove meglio degli altri segretari nazionali ma i suoi giochetti di avere spesso due facce a secondo della situazione e del momento mi allarmano non poco perchè spesso personalità simili, alla lunga non si sono rivelate migliori degli altri ma solo più furbi; ma il sindacato oggi non ha bisogno di furbizia ma di sincerità.
    Sui vantaggi delle fusioni sono anch’io convinto che non portano alcun risparmio di risorse economiche anzi le spese aumentano. Il problema secondo me è che il vero obiettivo dell’oligarchia sulla vicenda non è quello di risparmiare risorse ma assumere e mantenere il controllo della dirigenza così dalla fusione di due o tre categorie non interessa loro se si spenderanno più i soldi; quelli ce li hanno come i fatti di questa estate hanno dimostrato; quello che vogliono è liberarsi dei rompiballe e ficcanasi che non vogliono ubbidir tacendo. Meglio un iscritto in meno che un rompiballe in più.
    Luigi Viggiano

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