Sì e no

Proviamo a rispondere alla domanda che viene posta in un commento che abbiamo ricevuto ieri:

i probiviri non avrebbero dovuto agire d’ufficio verso tutti i trasgressori, nel momento in cui giudicando Scandola sono venuti a conoscenza della violazione del regolamento in vigore?

Sì e no. No, perché i probiviri, di regola, non devono agire d’ufficio, ma devono comunque ricevere una denuncia o una segnalazione da qualcuno. Ma anche sì, perché in realtà Scandola le sue segnalazioni ai probiviri le aveva comunque fatte. Solo che il collegio, invece di esaminarle, lo ha espulso senza un regolare giudizio. In maniera da far decadere le sue denunce.

Il problema in punto di diritto è questo: Scandola può presentare domande  ai probiviri finché è socio della Cisl. Quando non lo è più, perché espulso, i suoi ricorsi e le sue segnalazioni non hanno più alcun valore.

Questo è il motivo, presumibilmente, per cui la Cisl-Probiviri lo ha espulso usando in maniera illegittima il potere di assumere decisioni cautelari d’urgenza. Non essendo più socio, le sue segnalazioni potevano essere ignorate.

Ma anche questa è una spiegazione insufficiente. Perché, ad esempio, la Cisl-Probiviri aveva convocato ed ascoltato Augusto Cianfoni sul contenuto di una lettera anonima arrivata sul suo conto il 27 ottobre 2014, giorno di apertura del congresso che doveva decidere se la Fai si sarebbe sciolta. (come sapete, il congresso ha poi votato no, per questo la federazione è stata commissariata con l’avallo della Cisl-Probiviri. Viva la democrazia associativa!).

Quindi, se nella prassi della Cisl-Probiviri, una denuncia inesistente (perché una lettera anonima è qualcosa di inesistente in punto di diritto) è sufficiente per avviare almeno accertamenti preliminari ascoltando le persone interessate, tanto più una segnalazione non anonima, e presentata da chi, al momento della presentazione, aveva titolo a farlo, sarebbe dovuta essere sufficiente ad avviare un procedimento. Ed in quella sede avrebbero potuto chiedere agli interessati di esibire le dichiarazioni fiscali tenute gelosamente segrete.

Solo che quando si tratta di Via Po 21, la Cisl-Probiviri, che ha sede in Via Po 22, fa quel che vuole il padrone di casa.

Nel 100 per cento dei casi.

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2 Commenti - Scrivi un commento

  1. ” quando si tratta di Via Po 21, la Cisl-Probiviri, che ha sede in Via Po 22, fa quel che vuole il padrone di casa”.

    Ho ripreso questo passaggio perchè negli ultimi giorni mi sono ritrovato a fare dei richiami al passato alquanto inquietanti ma, chi conosce minimamente la storia, converrà che sono del tutto naturali e congruenti.
    Il primo è che l’amico Scandola, in questa miserevole e triste vicenda, senza volerlo è diventato il “Matteotti” della situazione e passerà alla storia della Cisl come colui che ha risvegliato le coscienze e le menti di tanti iscritti che dormendo sugli allori nulla sapevano della deriva in cui è stata precipitata l’organizzazione.
    L’altro, il virgolettato, mi ricorda tanto i tribunali speciali, di una storia molto più tragica della quale non si dovrebbe mai perdere la memoria, e invece……….poveri giovani che triste prospettiva gli lasciamo.
    Luigi Viggiano

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