Ieri, quando l’Inps ha diffuso la notizia (chiamiamola così) sui sindacalisti che prendono, o prenderebbero, pensioni più alte dei lavoratori, hanno risposto la Cgil (“noi appllichiamo le leggi dello stato”) e la Uil (“è grave che l’Inps diffonda notizie imprecise”). La Cisl, se non ci è sfuggito qualcosa, non ha fatto commenti ufficiali né ufficiosi.
Marco Bentivogli se ne dev’essere accorto. Ed oggi ci pensa la Fim a dare quella risposta che Via Po 21, dato il momento e qualche precedente, non se l’è sentita di dare.
“Sulle pensioni serve equità e trasparenza, non bufale contro il sindacato“, è il titolo del volantino della Fim.
Ben detto! Tranne, se vogliamo fare i precisini il verbo “serve” al singolare (meglio sarebbe stato “servono equità e trasparenza, non bufale”). Ma insomma, almeno un giudizio chiaro, espresso con la forza che ci vuole in questi momenti.
Anche perché, come riporta qualche giornale, su questa vicenda interviene il giovin presidente del consiglio, che, sull’onda sollevata dal renziano presidente dell’Inps, riannuncia la legge sulla rappresentanza. Che, lo vede anche un bambino, con le pensioni non c’entra niente.
Se per caso la legge su quelle dei sindacalisti è sbagliata si cambia, non è che si fa un’altra legge su un altro argomento. Altrimenti sarebbe come dire che se c’è una notizia sulla disoccupazione giovanile in Calabria, il governo annuncia una legge per regolamentare il consumo della ‘nduja, o le parole a vanvera di Sbarra (sempre di Calabria si tratta, ma non c’entrano niente).
Per questo forse è sbagliato parlare di “bufale” di Boeri; perché il cantante è il presidente dell’Inps, ma parole e musica ci sembrano proprio di Renzi. E allora vanno chiamate col termine che ci siamo già permessi di usare un’altra volta e che compete, in ragione della provenienza geografica, alle parole a vanvera del giovin presidente del consiglio: bischerate.