Dopo la serenità dei giorni di ferie, appena un po’ turbati da fastidiose campagne di stampa e da qualche villano che pone domande terribilmente non appropriate al momento di relax, Anna Maria Furlan riparte da Rimini, ottima località per fare da anello di congiunzione fra vacanze che finiscono e lavoro che riprende.
Per la sera di lunedì 24 agosto è in programma al meeting di Rimini l’incontro a tre col professor Giulio Sapelli e col professor Giorgio Vittadini, per parlare di “Sindacato e prospettiva dei corpi intermedi“. Un impegno importante ma non eccessivamente stressante per lei, che non ama troppo i confronti in pubblico (nei mesi scorsi ne ha saltati diversi in cui la sua presenza era annunciata) ma che questa volta può contare su di un pubblico facile (il meeting ha sempre battuto le mani a tutti i suoi diversi ospiti), un interlocutore ben conosciuto (il professor Sapelli è un vecchio amico della Cisl), ed un padrone di casa, il professor Vittadini, facile da accontentare con qualche frase precotta del tipo “la Cisl è sempre stata per la sussidiarietà e i corpi intermedi”. E poi, tutti sul lungomare per l’ultimo gelato dell’estate prima del rientro a Roma.
Ma, a quanto pare, prima dell’appuntamento pubblico, il segretario generale della Cisl vuole vedersi con i segretari confederali, e li ha convocati sulla riviera romagnola per una riunione di segreteria. Dove, a porte chiuse, il copione è molto meno scontato di quello della serata pubblica.
Se infatti all’esterno la parola d’ordine è “parlare d’altro o tacere”, in segreteria la vicenda Scandola è un tema che non potrà essere eluso. Solo che ne parleranno a porte chiuse, probabilmente litigheranno, si divideranno per fazioni con reciproche accuse di essere i registi della diffusione di dossier… poi all’esterno tutto sarà fatto all’unanimità. Come è stato per l’ordine di espulsione di Scandola.
Questo modo di governare l’organizzazione è esattamente quello che nel Pci si chiamava “centralismo democratico”. Fra di noi ci si può anche scannare, ma quando il partito decide la linea vale per tutti e non è ammessa l’espressione, né tanto meno l’organizzazione, di alcun dissenso.
Certo, c’è un po’ di contraddizione fra questo modello organizzativo ed i principi di libertà e pluralismo dello statuto della Cisl; ma proprio Rimini e la riviera romagnola sono l’esempio (ricordate il Ferrini di ‘Quelli della notte’, il mito dell’Urss e l’industria del tempo libero, il comunismo saldato al consumismo?) di come gli elementi contraddittori si possono fondere in un tutt’uno inesplicabile, in qualcosa nel quale diventa poi praticamente impossibile distinguere il bianco dal nero, il nord dal sud e l’est dall’ovest, il giusto dallo sbagliato.
E così è per la Cisl, governata ormai col pugno di ferro del centralismo democratico (federazioni commissariate, licenziamenti di rappresaglia politica, espulsioni di chi non rispetta la linea), che poi si ritrova al meeting per una festa di belle parole su pluralismo, sussidiarietà e corpi intermedi.
Mi sorge un dubbio … Ma dopo le notizie uscite sui giornali relativamente ai redditi di alcuni Signori della Cisl , qual’è stata la reazione dell’organizzazione? Ovvero la Signora Furlan continua a far finta di nulla e coprire tutto pur di salvare il suo caro amico Pierangelo Rainieri segretario della Fisascat con un reddito annuo di 245mila euro e tutta la famiglia al completo sistemata negli enti collegati alla sua federazione ? Che voi sappiate vi è stata un azione da parte della CISL nei confronti di questo furbetto? O resta ancora tranquillo sulla sua poltrona?