“Post hoc, propter hoc” è un sofisma, cioè un modo sbagliato di ragionare; come ci spiega Wikipedia, “consiste nel prendere per causa quello che è un antecedente temporale, ovvero si pretende che se un avvenimento è seguito da un altro, allora il primo deve essere la causa del secondo”.
Ad esempio, non basta dire che l’epurazione di Maurizio Ori (quello che aveva chiesto il voto segreto…) sia stata preceduta di qualche giorno da una riunione della Fai dell’Emilia-Romagna alla presenza del commissario per concludere che il verbale di plauso al commissariamento sia stato la causa della cacciata dell’ex segretario regionale.
Neppure si può dire che il coretto dei segretari regionali “battiam, battiam le mani arriva il commissario” (remake di un indimenticato successo di quando qualcuno di loro era già dirigente sindacale) intonato “alla Unanimità” il 9 gennaio 2015 sia da interpretare come il via libera al licenziamento di Giampiero Bianchi, pochi giorni dopo.
Però qualche volta, magari andreottianamente, può darsi che applicando il sofisma ci si possa azzeccare.