3/C’è chi non si firma, c’è chi non si ferma

Terza puntata: il “civile metodo”

Potete crederci o non crederci, ma Anna Maria Furlan è il nostro segretario generale della Cisl preferito. Un po’ perché è l’unico, un po’ perché altre soluzioni sarebbero decisamente peggiori (a proposito, girano voci sulla prossima elezione di un segretario generale aggiunto; preferiremmo di no, visto che di solito se non dura poco l’aggiunto, in questi casi dura poco il generale).

Per questo, nel riportare la lettera in cui il pensionato Scandola le chiedeva di dimettersi dall’incarico, avevamo premesso di non essere d’accordo con questa conclusione. E non si trattava (o non solo) di un trucco retorico; si trattava (anche) di una doverosa cautela sia verso le affermazioni di Scandola che meritano di essere verificate (ma, stranamente, il deferimento della segreteria confederale parla di tutto tranne che di questo), sia verso le possibili conseguenze da tirare, perché non sarebbe giusto scaricare direttamente sul nuovo segretario generale le conseguenze di situazioni che evidentemente sono nate e si sono sviluppate prima che lei assumesse l’incarico.

Nel ribadire tutto questo, dobbiamo però ora raccontarvi che l’ultima mossa di Scandola (“c’è del metodo in questa follia…”) cambia le carte in tavola.

Lo scorso 8 luglio, i membri dell’esecutivo della Cisl hanno ricevuto una mail in cui il nostro pensionato veronese li informava di aver preso sul serio una delle accuse (quella che abbiamo definito, e lo confermiamo, “risibile”) rivoltegli dalla segreteria confederale nell’atto di deferimento, cioè l’aver “aggirato il civile metodo previsto dall’articolo 10 dello statuto” (che vorrebbe dire il ricorso ai probiviri).

Scandola informa dunque i membri dell’esecutivo di aver interessato il collegio dei probiviri confederale nazionale perché verificasse niente di meno che

“la congruità dei compensi percepiti dalla Segretaria generale nazionale Cisl Annamaria Furlan, e se questi sono rispettosi dei regolamenti Cisl, essendo venuto a conoscenza che i suoi compensi sarebbero considerevolmente superiori”.

Su cosa si basino queste affermazioni non lo sappiamo. Certo, finora il nostro ha sempre citato dati precisi e non è ancora stato smentito da nessuno (se non, in un caso, da sé stesso, precisando di aver indicato cifre inferiori alla realtà). Ma è altrettanto vero che in questi casi, una non smentita non vale come conferma.

Quel che è certo è che anche questa volta non si tratta di anonimi che mettono in giro voci e notizie (ora fondate, ora meno) in maniera interessata ed aggirando (questa volta sì) il “civile metodo” di assumersi le proprie responsanbilità di fronte all’organizzazione: si tratta di affermazioni sotto alle quali c’è la firma di chi le fa e che può essere chiamato a risponderne.

Ora tocca ai probiviri essere all’altezza del ruolo che lo statuto assegna loro. Sia per quel che riguarda Scandola, per il quale si è in attesa di cosa decideranno i probiviri del Veneto che lo hanno ascoltato lo scorso 1 luglio, sia per Annamaria Furlan che, come chiunque altro nella Cisl, potrà far valere le proprie ragioni di fronte ad un collegio imparziale.

(Fine della terza puntata)

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