Rifondazioni

Carniti diceva che quando lui era giovane, un ex parroco non poteva rientrare in quella che era stata la sua parrocchia, a norma del diritto canonico, “neanche per confessare”. Ma allora, si sa, i preti erano tanti; e anche se i peccatori non mancavano di certo, qualche sacerdote che li ascoltasse e li assolvesse lo trovavano sempre senza bisogno di richiamare in servizio i vecchi.

Poi i preti sono diminuiti, ma i peccati no. E allora oggi non si va tanto per il sottile. Così i parroci in età da pensione restano a dare una mano al nuovo arrivato, e qualche volta ritorna in chiesa anche qualche vecchio prete dall’assoluzione facile.

Nella Cisl ai tempi di Carniti si pose un problema diverso, ma con qualche analogia: il sindacato non deve essere una parrocchia chiusa ma un movimento, quindi bisogna evitare di avere una casta sacerdotale di burocrati inamovibili che lo amministra e lo blocca. Mettiamo allora un limite di due mandati congressuali per ogni incarico, così il rinnovamento sarà assicurato.

Se però bastassero le regole (del diritto canonico come degli statuti sindacali) ad evitare burocratizzazioni e oligarchie, il problema non esisterebbe. E invece esiste. Tanto che ora, nel rispetto eppure anche a dispetto dei limiti statutari, i dirigenti sindacali non mollano neanche quando escono.

E se Carniti non aveva ancora cinquant’anni quando è uscito definitivamente dalla Cisl, i suoi discendenti restano nel “sistema” (come giustamente lo chiamava Fausto Scandola) anche quando sono già in pensione (come Bonanni, segretario e pensionato), oppure escono poco prima della pensione ma conservano lo stipendio da generali, potenzialmente anche oltre l’età pensionabile, come permette loro l’articolo quinto appena approvato.

Sarà per questo che ormai è tutto un fiorire di fondazioni e rifondazioni? Eppure la fondazione Pastore e la fondazione Tarantelli già dovevano dividersi lo stesso terreno d’azione e rischiavano di pestarsi i piedi, ora arriva anche quella su Marini. E, quasi d’obbligo, quella su Carniti.

A cosa serva la fondazione Marini lo ha detto chiaramente la dottoressa Fumarola, cioè a non far uscire uscente. Quanto a quella Carniti, dice Benaglia che servirà a “guardare avanti”. Forse però, più che guardare avanti, certi dirigenti in servizio da mezzo secolo (per non parlare di certi burocrati inamovibili e di certi rottamatori irrottamati), dovrebbero semmai guardare fuori; nel senso di cercare, almeno nella terza età, qualcosa da fare fuori dalla loro parrocchietta.

Come, a differenza loro, fece Pierre Carniti quando aveva 48 anni.

Grazia La Terza per il9marzo.it

PS Raffaele Morese sarà vice presidente della fondazione Carniti. Si vede che la regola ricordata da Carniti, e dallo stesso Morese citata di recente, vale per i parroci ma non per i vice parroci.

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23 Commenti - Scrivi un commento

  1. Ma la regola degli ex parroci la tirano fuori solo quando danno fastidio. Quando sono funzionali al “sistema” la regola è abbondantemente derogata. In ogni caso tra le fondazioni vi è da ricordare anche quella “Bonfanti” che se vai a cercarla su internet ti risponde “sito in costruzione” ma forse è il sottoscritto che non riesce a trovarla. Poi ve sono anche altre di varie categorie Cisl. Chi mette le risorse? sicuramente il sindacato mentre in periferia ci si arrangia. A proposito di stranezze. Una volta i Congressi terminavano sempre con l’elezione non solo del Consiglio Generale, dell’Esecutivo, del Collegio Sindacale e, quando previsto, del Collegio dei Probiviri e, naturalmente, della segreteria. Oggi invece è invalsa, talvolta, la regola che alla fine del Congresso, chissà perché, non si elegge la segreteria, ma si ricorre ad un reggente che magari è lo stesso segretario uscente che ha superato l’età prevista o il numero dei mandati. Ma la reggenza non si nomina solo se e quando il Consiglio non riesce a trovare una soluzione? Ma se così accade, dopo un Congresso, si dovrebbe commissariare la struttura. L’esempio viene dall’alto. Ricordiamo che la Daniela Fumarola diventò reggente dopo il Congresso nazionale dei pensionati. La scusa c’era ed era la malattia dell’uscente. E quindi il precedente esiste e se lo fanno nelle alte sfere come si può negare ai poveri dirigenti locali, sempre che siano funzionali, ovviamente? Quelli antipatici via fuori.

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  2. È proprio uno schifo continuo.
    Non avrei mai pensato si arrivasse a questi livelli.
    Ma i nordisti dove sono?
    Quelli delle fabbriche dove sono?
    La casta allargata.
    Tra enti inutili, fondazioni, uffici di rappresentanza ecc è tutto un magna magna.
    Vergogna.

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  3. Benaglia ha costretto alle dimissioni molti bravissimi dirigenti (con famiglie a carico) non graditi all Furlan e cacciati con una violenza tipica di altri ambienti.
    Morese dovrebbe occuparsi dei suoi nipoti e invece pur di stare a galla fa patti col diavolo. Pur di avere un ufficio dove andare la malattia spaccerebbe la buon anima di Vito Scalia come Carnitiano.

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  4. Al congresso della femca di belluno e treviso, Boato segretario generale uscente ha fatto una relazione bolschevica inneggiando ai referendum Cgil.
    E dalla Brea inviato dal nazionale, ha timidamente provato a ricondurre il gregge dentro il recinto della Cisl.
    Resta a bada la pastora Milena che col bastone del comando dato da roma sta dimostrando tutta la sua inadeguatezza che svela quanto sia cresciuta la sua fama soprattutto per leggenda (e appoggio interno e esterno di parenti e amici come Zanon e Refosco) e non per merito.
    Boato temuto va nelle retrovie e tramare, Paglini inerme si fa però l’idea che la federazione è una banda di debosciati…
    Insomma un altra disfatta della femca voluta dalla Garofalo e assecondata dal gruppo dei soliti tessili Portiani Spilleriani Refoscani Sivierani che hanno azzerato il Veneto….

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    1. Alla Cesca l’aiuto interno? Lei e Zanon sono moglie e marito. Alla faccia del conflito di interessi. Meglio non racontarle in giro queste cose. Hanno fatto fuori Boato d’accordo con Nora perché di lui non si fidavano più e per arrotondare lo stipendio in famiglia.

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      1. A uno come zanon lo dovrebbero far tornare da dove è arrivato. È tenuto con lo sputo dalla sicula, ha isolato la femca in veneto lo va pure a dire in giro senza un minimo di pudore. Proprio presi bene siete

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  5. brutto vedere che anche i fimmini o ex fimmini si adeguano….certamente che dire che benaglia è un fimmino….dispiace per morese ha sempre avuto autorevolezza forse l’eta lo sta un po…. mica avra bisogno di integrare lo stipendio. Molte volte si è scritto ma dove sono quelli del nord….dividi et impera questa la forza dei (…) che ci sono adesso….

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  6. Benaglia viene dalla Fai. Raccontiamo delle proteste dei Cobas quando l’altro bergamasco tentò di farlo entrare all’Anpal senza concorso. Mettere una figura del genere che si è prestato a fare lo scagnozzo della nonna accanto al nome di Carniti é il segno dei tempi. Diminuisce il peso delle tessere dichiarate a livello internazionale (europeo e mondiale) eppure ci sono i soldi per le fondazioni ricolloca tromboni servili.
    Baretta chiederà la fondazione Bonfanti. Anzi no, già ne fa una parte.

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    1. Solo per precisione storica, Benaglia viene dalla Fat, prima dell’unificazione con la Fisba; poi è stato in Lombardia. Faceva l’operatore confederale quando Via Po 21, che ormai controlla le federazioni esattamente come fa la Cgil, lo collocò nella segreteria nazionale della Fai per un breve periodo, in attesa di metterlo alla testa della Fim.
      La sua carriera è quindi esemplare di cosa sia la Cisl senza quell’autogoverno delle categorie che una volta veniva difeso soprattutto dalle federazioni dell’industria.

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  7. Benaglia c’entra con Carniti come Di Maio con De Gasperi.

    Dopo il presente si occupa di distruggere il passato, riscrivendolo.

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  8. Solo per precisare Benaglia che è una persona onesta e seria ha fatto il segretario della Fim Cisl Lombardia e in Fim Lombardia ha fatto 10 anni , dal 98 al 2008 .
    Il compito che gli hanno dato successivamente in Fim è stato improbo , raddrizzare una barca guidata sui binari della sola apparenza , zero trasparenza , zero rapporti con Cisl e con controparti, licenziamenti di padri e madri di famiglia a 5 / 7 anni dalla pensione , assunzioni guidate dall’esterno sull’apparato nazionale , sbilanciamento politico della federazione, spese folli su temi non di pertinenza sindacale , carriere super veloci per personaggi che non avevano mai visto ne una fabbrica , ne una rsu , ne una sede sindacale …..questa è roba inconfutabile , ci sono carte, prove , memorie che i social e i moderni telefoni conservano
    Poi si puo discutere di tutto , ma almeno non si distorca la storia

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    1. La storia e la memoria (anche dei telefonini) non sono mai uguali per tutti, per questo ti ringraziamo di aver raccontato quel che risulta a te, nel rispetto del metodo del confronto democratico. Una ricostruzione che, per quel che ci riguarda, non smentisce in nulla quel che abbiamo scritto noi su Benaglia. Il quale è stato un bravo sindacalista e che, una volta diventato operatore confederale, ha avuto un secondo tempo della carriera sindacale passando dalla Fai per poi rientrare alla Fim su impulso della confederazione.
      Niente di illecito, ma noi consideriamo la prima parte della sua carriera più apprezzabile della seconda, frutto del controllo padronale della confederazione sulle federazioni, e quindi della fine dell’autogoverno.
      Poi i vostri litigi interni alla Fim ci interessano il giusto. Noi, invece di litigare in forma anonima sui blog degli altri, abbiamo fatto un nostro blog con un’identità politica (la difesa ideale dell’autogoverno delle categorie) e poter parlare apertamente della Fai e della Cisl, mentre Bentivogli (perché è su questo che continiuate a litigare) è stato messo da parte più con le lotte intesistine che con la politica o con la polemica sindacale. E per questo insistete nelle reciproche maldicenze prive di sostanza politica. Perché le critiche che fai quim in forma anonima alcuni anni dopo alla sua gestione, avrebbero avuto ben altro valore se fatte a suo tempo e pubblicamente.
      PS Visto che parli di “personaggi che non hanno mai visto una fabbrica”, secondo te quante ne ha viste Sbarra, se non dalle strade di competenza dell’Anas? E la Furlan? Daniela Fumarola almeno l’Ilva a Taranto non poteva non vederla, e comunque ha visto i braccianti. E il giovin Pirulli prodotto da una federazione di grandi tradizioni operaie come la Felsa?

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      1. La storia e la memoria tuttavia non si possono travisare. Tutti sanno a Roma che Benaglia viene fortemente voluto in Fai da Rota (dimostrando forte autogoverno della categoria) e finisce per diventare su spinta di via Po segretario Fim semplicemente perché il suo predecessore si dimise senza avere uno straccio di suo candidato (dimostrando di non saper autogovernare più da anni la categoria). Tutto molto più semplice di tante congetture

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        1. Tu puoi raccontarla così se così ti risulta, ma se metti il nome di Rota (cioè uno che ha battuto le mani più di tutti all’illegittimo commissariamento della Fai come ritorsione al libero voto di un congresso) accanto ad “autogoverno delle categorie” vuol dire che o non conosci Rota, o non sai cosa si intenda per autogoverno.
          Che poi Via Tevere 20 avesse bisogno di qualcuno capace di leggere, scrivere e fare di conto dopo la distruzione di competenze lasciata da Sbarra questo non lo abbiamo mai negato.

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          1. Uno che accusa Bentivogli (parole testuali) “di non saper autogovernare più da anni la categoria” pensa che autogoverno voglia dire che il segretario generale governa da solo!

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  9. Certo che a leggere del congresso di Belluno Treviso della femca….gli amici veneti che hanno scritto hanno centrato il problema,oltre ai nazionali che sembrano quantomeno inutili fanno dirigere la categoria agli ex tessili oggi tutti in pensione e peccato per loro anche non molto stabili di salute….peccato che il loro livore e la sproporzionata prosopopea che li guida sia sempre pronta a fare danni…si dicono nomi come appartenenze in effetti sono loro porto,spiller,refosco,(oggi mandato via) siviero…..vere calamita naturali per la femca e per la cisl….Al buon Paglini l’augurio di reggere la pressione,gia ci sono corvi che volano sopra il suo congresso…

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  10. Il buon paglini?
    Ma se questo blog ha reso noto, senza smentita se non sbaglio, che quando era responsabile della fiba a treviso ha falsato per anni gli iscritti, falsando la media ed ottenendo delegati inpropri ai vari congressi.
    Protetto dal giulio secondo non è stato espulso ma la gravissima macchia dovrebbe rimanere in una organizzazione seria e rispettosa di statuti e codici etici e invece parliamo di una organizzazione che non rispetta il codice etico e statuto nemmeno quando un suo dirigente, ora al sindacato europeo, viene dichiarato colpevole di falso in 1 grado di giudizio.

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    1. lo stile insegnato da Bonanni e che per controllare l’organizzazione devi mettere nei posti chiave solo
      persone ricattabili in cisl, categorie e enti.

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  11. solo per chiarire….il buon paglini un po in senso ironico….non conosco ovviamente la sua storia e ne prendo atto….dico solo che i corvi gia volano sopra di lui…

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  12. “Benaltro” a capo della fondazione Scilipoti sarebbe stato perfetto. Si lamentava con tutti noi di sacrificare lo sport del ciclismo.
    Se le pareti potessero parlare
    per dirci
    cosa diceva di Uliano e Furlan……..

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  13. se avesse un minimo di etica zanon non dovrebbe ricandidarsi al congresso e lasciare spazio a giovani piu’ motivati e che creano meno inbarazzi della sua dynasty famigliare

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