“Ai dirigenti che, per raggiungimento dei limiti di età statutariamente previsti, decadano dall’incarico o che nei sei mesi precedenti tale limite si dimettarıo dall’incarico di segreteria, potrà essere assegnato, con delibera della segreteria competente un altro e diverso irıcarico. A tali dirigenti (…) saranno riconosciuti i trattamenti indennitari complessivi afferenti all’incarico di segreteria precedentemente ricoperto“. (Regolamento economico confederale, come da ultima modifica, articolo 5; estratto)
“Noi, la Cisl, abbiamo bisogno di Gigi Sbarra, della sua competenza, del suo cuore legato alla nostra organizzazione, della sua visione, della sua dedizione. Gli abbiamo chiesto di continuare il suo impegno, come presidente della Fondazione Cisl Franco Marini. Credo sia il modo migliore per tenercelo stretto” (Daniela Fumarola, 12 febbraio 2025).
Nei gialli si dice che tre indizi fanno una prova; nella Cisl possono bastarne due?
Grazia La Terza per il9marzo.it
Magari dalla fondazione Marini un domani passerà a dirigere una nuova fondazione se la Cisl avrà un extra gettito da scialare. In linea con il magistero della Chiesa cui fanno sovente riferimento direi…
Senza intendere esprimere una valutazione concernente i contenuti della norma regolamentare, forse sarebbe stato opportuno seguire prima un buon corso di “Drafting legislativo e tecniche di redazione degli atti normativi”!!
Ma ha ancora senso la cultura? Ai posteri l’ardua sentenza
i regolamenti confederali sono fatti a uso e consumo dei potenti capi e coorti di lacchè al seguito….per tutti gli altri specie dipendenti inas ,stipendi da fame e quando i migliori se ne vanno alla concorrenza allora si sentono i pianti di tal petteni che grida al tradimento(lui…sigh…)….be,per fortuna cè ancora la vacca da mungere,pardon….la fnp-cisl
Che schifo!! E nessuno parla e indigna tranne questo sito.
Conosco tanta gente che è ancora dirigente cisl che si stracciava le vesti per l’etica, per i principi, contro i privilegi e che si dichiarava progressista(contro i bonaniani, favarin etc), anche loro hanno votato a favore e si sn allineati alla cisl sindacato amico della Meloni che allora detestavano.
Hanno stipendi e benefit da favola,si sostengono tra loro, hanno fatto affari mai smentiti (denunciati da questo sito) siamo alle solite i soldi e il potere non puzzano.
Quindi se un dirigente sindacale lascia l’incarico a 65 anni rispettando le regole e senza avere maturato la pensione cosa deve fare secondo voi? Andare in Naspi? Ci raccontate i trattamenti che hanno avuto i vari dirigenti Fisba e Fai che negli anni 90 e 2000 volontariamente o “spintaneamente” hanno perso l’incarico? Basta con il moralismo da quattro soldi
Un dirigente che è in aspettativa può rientrare al lavoro. A meno che tu non sia di quelli che pensano che il distaco di Sbarra dall’Anas fosse una cosa poco seria.
Quanto ai dirigenti di Fai e Fisba, non sappiamo a chi ti riferisci, se vuoi risposte precise fai nomi e cognimo (possibilmente a cominciare dal tuo).
Ad ogni modo escludiamo che qualcuno fosse in distacco dall’Anas senza averci mai lavorato. O che il regolamento economico sia stato cambiato apposta per lui.
se ha l’età pensionabile (di vecchiaia) può andare in pensione. Resta perché deve far lievitare il suo assegno pensionistico. E per mantenere il sostegno della cisl nella ricollocazione da pensionato.
Sempre con i soldi delle tessere di chi guadagna 1400€ al mese o ancora meno con le pensioni minime.
E se invece….. (v. Repubblica, ma anche il Foglio) il piano fosse altro e per il momento è stato aperto solo un paracadute? “Meloni sa che l’immobilismo del governo sulle politiche del lavoro le nuoce molto. Sul salario minimo non si è fatto nulla; né si è rivisto l’orario di lavoro. Ma fa sua la “barra” di Sbarra sfilandola ad Antonio Tajani e Forza Italia. La partecipazione dei lavoratori alle imprese è il provvedimento-chiave. È il lascito sindacale di Sbarra. Non è detto che non diventi il mantra del ministro del Lavoro Sbarra, se – come si mormora – sarà Luigi, tenace e terragno, a sostituire l’attuale responsabile del dicastero, Marina Caderone. Se davvero Meloni vuole incassare al centro, non ha che da offrire un anello di fidanzamento e poi una fede nuziale a Sbarra. Sarebbe un passaggio epocale sotto gli occhi trasognati di tutti. Stiamo intanto a vedere a Montecitorio se le rose fioriranno”.
Tenace e terragno? Passaggio epocale? Mah. Ma lo conoscete bene Sbarra?
La cosa più grave non è tanto aver previsto un paracadute per chi perde la carica a causa del raggiungimento dell’età prevista per la decadenza. La norma è invece grave e iniqua perché discrezionale. Se un segretario che decade è ben visto gli si attribuirà un incarico ( presidente di una fondazione, reggente da qualche parte, commissario, presidente sicet, adiconsum o altro) che sarà il presupposto per poter godere del generoso ammortizzatore sociale di cui parla l’anonimo del 27 febbraio. Se invece non è gradito dovra’ tornare al lavoro ( se ce l’ha) o godere della Naspi come ipotizzato. Infine nella fattispecie del segretario nazionale in attesa ( forse) di un incarico politico, vi è l’aggravante di aver creato una apposita Fondazione per la quale bisogna versare 100 Mila euro di dotazione. Chi li ha versati? Gli amici di Sbarra ? Più probabilmente qualche struttura sindacale con i soldi degli iscritti pensionati o lavoratori.
Se Sbarra riuscirà a tenersi la carica in fondazione oppure no, dipenderà molto dalla composizione della nuova segreteria nazionale.
Lui ha spinto per avere un nord diviso , vedi l’azione in Veneto e un nord debole , vedi operazione Lombardia.
Ovviamente ha voluto tenere anche l’industria fuori dalla stessa segreteria non avendo suoi fedelissimi da spendere.
Ma Danieluzza ce la farà a tenere così?
Il nord è di nuovo molto inquieto ( con 2 ust non si governa il Veneto e i veneziani non sono mai stati brillanti e nemmeno si può pensare che i Lombardi tollerino per molto tempo una leadership così debole)
Pensare poi di tenere come rappresentante dell’industria quello della Filca attuale ( che comunque danno in uscita) è atto di guerra nei confronti di 4 categorie almeno.
Ne vedremo delle belle e chissà che non salti la fondazione e dopp 1 solo mandato anche la pugliese
Il nord è scontento da vent’anni, ma poi comandano sempre gli altri…
l’integrazione allo stipendio da segretario generale uscito per pensione di anzianità la chiamano la “norma Benaglia”:
è dovuto andare via anzitempo perché a uliano scadevano i mandati. ed è stato ricompensato così.
al nord hanno lasciato caaf e inas. i veneti litigano tra di loro. Sono abili solo nell auto annientamento costruito in osteria. i barettiani hanno fatto fuori gli ultimi santiniani in circolazione. Santini almeno era un sindacalista vero.
per come conosco qualcuno in veneto credo che non ci siano piu santiniani e barrettiani piuttosto c’è sempre un campanile contro l’altro e tutti fanno il gioco di roma….poi adesso sono tutti fummaroliani prima con sbarra e prima ancor con bonanni….insomma con chi comanda…sembra che la novita vera oggi sia quella che pur non dicendolo apertamente sono diventati di fratelli d’italia,visto come tira il vento….sempre e poi non da escludere qualche fascista dell’ultima ora….visto che da qualche parte ex sindacalisti fanno i sindaci ovviamente per fdi
Ma il fenomeno della FP? Resta SG nazionale o va in pensione?
la categoria dei “pensionabili” riguarda gran parte dei segretari di categoria e il regolamento gli ha assicurato lo stipendio pieno fino a 67 anni. Intanto all inas e al caaf pagano 1700€
Nei primi anni 2000 fummo soltanto noi della Fai a mettere in evidenza la ingiusta disparità tra gli stipendi dei sindacalisti (ad ogni livello) e quelli degli operatori dell’Inas e dei Caaf.
questi ultimi peraltro allora (non so cosa succeda ora) non solo avevano stipendi miserrimi, ma anche rapporti di lavoro che definire precari era affermare una verità lapalissiana. Ricordo i sorrisetti beffardi di molti Dirigenti delle UST che di quelle ingiustizie erano gli artefici peggiori.
Quando proponemmo di costituire un Fondo di solidarietà per integrare le retribuzioni degli uni e degli altri la cosa più amena che ci capitò fu la irrisione.