2/Agrilavoro

Come forse era prevedibile, anche su Agrilavoro siamo stati prontamente smentiti. Ma forse neanche tanto…

Una decina di giorni fa, dopo la ricomparsa di Fai Proposte, avevamo scritto che di Agrilavoro non si avevano più notizie, chiedendoci se anche questa volta la smentita sarebbe arrivata di lì a poco. E di lì a poco qualcosa è arrivato. Non un nuovo libro che proseguisse le riflessioni su rappresentanza e contrattazione, non la biografia di qualche vecchio segretario della Fisba dopo quella su Zanibelli, o di qualche bella figura della nostra storia, come Margherita De Santis o Silvio Costantini; no, nulla di tutto questo.

Per ora, è ricomparso il logo. Accanto a quelli della Fai e di Foragri (quasi che si trattasse veramente di tre cose diverse…) appare sulla locandina di un corso che si è svolto 18 giugno 2015 presso la sede nazionale su “Ruolo sindacale e repertori regionali di standard professionali”. Ovvero, come avevamo scritto, la formazione Bianchi (e Costantini prima di lui) è finita, ha vinto definitivamente la formazione Pinto (o chiunque altro sia a gestirla), avviata durante gli anni di Cianfoni e rilanciata durante l’anno di commissariamento.

Sì, ma che c’entra Agrilavoro? Che è una casa editrice, e non un centro di formazione? Perché metterne il logo su di un’iniziativa che parla di “repertori regionali di standard professionali”? Non si sa, ma intanto il logo compare.

Poi comparirà qualche libretto che raccoglierà i materiali dei corsi (anche perché ci sarà sicuramente qualche finanziamento per questo). Poi qualcos’altro, sempre col logo in mostra.

Quello che sparisce è la storia e la natura di Agrilavoro. Che non era nata solo per avere finanziamenti, ma anche per raccontare storie, sostenere idee e portare avanti proposte che altri, anche nella Cisl, non raccontavano, non sostenevano e non portavano avanti.

E che ora non porta più avanti, non sostiene e non racconta più neanche la Fai commissariata.

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