Dieci anni fa, nella notte fra il 27 e il 28 ottobre 2014, il congresso straordinario della Fai convocato all’Ergife respingeva la proposta di sciogliere la federazione per costituirne una nuova di zecca assieme alla Filca.
Dieci anni dopo, esattamente sabato 26 ottobre, quella vittoria è stata festeggiata da alcuni di quelli che ne sono stati protagonisti, al ristorante Il Campagnolo, presso Camaiore. E il conto del risotto ai funghi (solo per citare quella, fra le numerose e ottime portate, che ha avuto il massimo punteggio) lo ha pagato la Cisl. Che, per ritorsione contro quel libero voto, aveva commissariato la federazione (riducendola così al niente politico che oggi rappresenta). E che poi ha cercato di chiudere la bocca a questo blog, nato per difendere le ragioni della battaglia contro l’illegittimo commissariamento, citandolo in Tribunale per diffamazione e chiedendo 300 mila euro per risarcimento.
Naturalmente la cifra era la cosa più importante di quella richiesta, perché doveva trasmettere il solito messaggio: noi abbiamo le risorse per giocare ad un livello che non vi potete permettere, tanto per noi paga Via Po mentre voi rischiate i vostri soldi. Una minaccia, accompagnata, come nel peggior stile, anche da qualche lusinga (come un’offerta di ripresa della collaborazione per qualcuno ventilata a livello di avvocati).
Noi, invece, abbiamo accettato la sfida. E abbiamo vinto. Anzi, abbiamo stravinto. Non solo la richiesta di danni è stata respinta (come ha scritto la giudice, in quel che il 9 marzo ha scritto non c’era diffamazione, perché era espressione “di un ragionato giudizio in materia sindacale“) ma, anzi, chi ha proposto la causa (la Cisl, nelle persone di Sbarra e Furlan, ma anche la Fnp, nella persona di Ragazzini e poi, negli atti successivi, anche della reggente Fumarola) è stata condannata a pagare, a titolo spese processuali, eur. 22.457,00, più altri diecimila abbondanti di voci accessorie. E anche questa volta il messaggio era nella cifra: la Cisl, così è stato stabilito dal Tribunale, ha abusato del diritto di fare causa per spaventare chi esercitava il diritto di critica, e quindi merita di pagare tutto il prezzo di questo abuso. Anche perché non lo faccia più. Un messaggio recepito a Via Po 21 (e anche 19), visto che il ricorso in appello non è stato presentato. Anche per non rischiare di pagare cifre ancora più alte.
Erano due, quindi, le vittorie da festeggiare: quella di dieci anni fa, nella notte dell’Ergife, e quella di quest’anno. Festeggiamenti che sono partiti da Camaiore ma che ora potrebbero continuare in altre parti d’Italia.
Tanto paga Via Po.
28 ottobre 2014….26 ottobre 2024
Dall’ Ergife a Camaiore …
Non conosco chi siano stati gli allegri commensali di questa festa, ma forse tra di loro ci sono stati pure quelli che in quella notte di libertà non furono né liberi né eroi.
Perché nell’anonimato del voto segreto – dopo tante occasioni in cui tacquero per viltà o pigrizia – certo non poterono neppure dirsi appartenenti a quel sedicente CLN che disse di voler liberare la Fai da Cianfoni e la Cisl da Bonanni.
Quel che accadde nei giorni successivi rivelò la statura di molti a via Tevere ea via Po (21 e 19).
Vi furono eroi (mascherati) che salvarono la pelle : tuttora alcuni di essi bivaccano da piccoli uomini al numero 20 (primo e terzo piano) sotto l’ombrello della loro viltà. altri invece pagarono cara la loro esuberanza e non fu giusto perché un voto è sempre un voto anche quando espresso con lingua di cipresso.
Ma nell’una e nell’altra sponda di quella piccola (!) battaglia : tra gli esteti della libertà e quelli coerenti con la parola data negli Organismi, la democrazia fu salva, ma non la lealtà e la trasparenza.
Quanto all’onore…esso fu solo di Ori, da sempre generoso e idealista come Icaro.
Non vale dire a giustificazione di quella notturna imboscata che vigeva in Cisl la dittatura bonanniana…il tempo si è poi incaricato di dire che dopo la pioggia autunnale arrivò ben altra, ben altra tempesta.
Per simpatia maturata in dieci anni di esilio e di disincanto auguro a tutti i commensali di Camaiore di …non soffrire del rigurgito che spesso i funghi causano a stomaci troppo delicati…(sine ira ac studio).
Caro Augusto, stai tranquillo. Nessun rigurgito da funghi, era ottimo anche il digestivo. Se vuoi te lo possiamo mandare visto che sembri non aver digerito ancora quel risultato e che nel tuo malumore ti si annebbiano i ricordi: all’Ergife non c’era più alcuna “dittatura bonanniana” da abbattere. Bonanni era stato già abbattuto dai suoi fedelissimi di Via Po. Gli stessi che, dopo le lettere anonime contro Bonanni, hanno spedito anche quelle contro di te, e tu hai creduto che venissero da Via Tevere. Sbagliando anche in questo.
Qualcuno tra gli eroi del 2014 continua a mistificare la realtà.
La fronda contro il progetto FaiFilca e l’odio (politico) contro Bonanni erano cominciati molto prima (2009) nei confessionali di via Tevere.
Alla caduta di Bonanni, avvenuta per opera di altri sicari (di cui il mondo è sempre pieno) della maschera e del silenziatore, ci fu chi brindò … per la morte del Tiranno.
Se fu vera gloria, durò poco perché sotto la grandine c’è sempre chi scappa e chi ne resta offeso : dopo la tempesta, in via Tevere restarono quelle persone per bene (!) che da allora fecero le fortune della Fai, come voi avete ben certificato negli ultimi dieci anni. Per i caduti come me, Aldo Gennari e altri, invece, trionfò la damnatio memoriae.
Quanto alle lettere anonime, qualcuno (nemmeno in buona fede) continua a nascondere la mano.
Certo, è difficile accettare che la memoria delle proprie azioni possa essere adombrata come quella della mano morta quando ci si racconta come Partigiani di libertà e di democrazia.
Bruto è sempre uomo d’onore.
Purtroppo certe battaglie subiscono l’amaro contrappasso di non avere neppure chi se ne possa gloriare.
Quanto al digestivo…vi ringrazio! Accetto la vostra ironia pur essa avendo un amaro retrogusto, degno di certi commensali che immagino alla vostra cena dannunziana di Camaiore.
Più utile sarebbe dire finalmente una prima parte di verità riservando la restante ai prossimi venti anni, ammesso che ancora essa interessi a qualcuno.
Lasciamo dunque i sentieri e i rovi della mistificazione. Siamo tutti in quella età in cui prevalgono i ricordi alle speranze e quella nebbia non è roba seria.
Con rinnovata attenzione.
Caro Augusto, ognuno ha diritto a raccontare la storia come se la ricorda. Ma le date sono date, anche nel senso del participio passato di “dare”, quindi non sono modificabili per confermare le proprie tesi.
Tu fai risalire al 2009 “la fronda contro il progetto FaiFilca e l’odio (politico) contro Bonanni”. Ma nel 2009, anno del congresso che ti conferma segretario, il progetto FaiFilca non c’era, o se c’era, era chiuso nei petti dei suoi ideatori. Che l’hanno espettorato non prima dell’anno sociale 2011-2012 (se ben ricordiamo, poi si sa che ricordare non è mai un’azione neutra. Per noi come per te).
Il 27 ottobre 2014, giorno di apertura del congresso, Bonanni non era più in carica, quindi quel voto non voleva colpire lui e non nasce da alcun “odio politico” contro di lui. E infatti lo schiaffo dell’Ergife non lo prese lui ma la signora Anna Maria Furlan, appena salita al trono come risultato della congiura anti-Bonanni. Il che confuta che siano stati i congiurati anti-Bonanni a volerla vedere umiliata come incapace di governare la confederazione alla prima prova da segretario generale.
Quanto ai commensali camaioresi, attorno al tavolo c’era anche qualcuno che se l’è cavata un pochino meglio di te, ma soprattutto chi è stato peggio di te. Qualcuno anche molto peggio. E non è che il peso di una condanna descritta in latino (“damnatio memoriae”) sia più grave di quelle per le quali si usano termini italiani meno aulici ma più specifici come “espulsione”, “licenziamento”, “revoca del distacco”, “interruzione immediata della collaborazione”, “spostamento ad altro incarico” e simili. Con una differenza: la damnatio memoriae è, pur se deplorevole, un fatto ricorrente per chi perde; la ritorsione contro chi vince è sintomo di totale decadimento della democrazia associativa. Noi, dopo dieci anni, siamo ancora attivi perché non rappresentiamo solo un rancore ma questa posizione politica o, per usare le parole della sentenza festeggiata a Camaiore, “un ragionato giudizio in materia sindacale”. Una posizione politica e un ragionato giudizio che non hanno l’unanimità dei consensi; e per fortuna non ce l’hanno, perché, e i fatti l’hanno dimostrato, l’unanimità in democrazia è un sintomo di decadimento. Anche quella con cui si arrivò, senza consenso vero, a votare sullo scioglimento della federazione (ché questo, più che la nascita della FaiFilca, era l’oggetto del voto finale e il motivo ultimo della tua sconfitta).
Augusto ha sbagliato un’altra volta!
La “cena dannunziana”, a quel che mi hanno raccontato, era un pranzo. E D’Annunzio non c’entra, se non per la poesia “Il commiato”
O canneti lungh’essi i fiumicelli
di Camaiore, appreso ho il vostro carme.
Vedess’io rosseggiare gli albatrelli
sul Monte Darme!
Non ho vissuto la vicenda Fai Filca perché provengo da altre esperienze sindacali e quindi non mi permetto di interloquire sull’argomento.
Ma ho avuto l”opportunità di conoscere Maurizio Ori e di apprezzarne la serietà, l’impegno e la preparazione, nonché il rigore morale. Se più persone fossero come lui nella CISL con il coraggio di sfidare anche i presunti grandi, la Cisl sarebbe un sindacato migliore. Ed invece prevale il “tengo famiglia”, l’opportunismo, la sciocca furbizia dei dirigenti che poi si ritorcera’ contro loro stessi. Chi di tradimento ferisce, di tradimento perirà. Scusate l’intromissione ma era solo per concordare con il giudizio dato su Maurizio. E buona digestione alla faccia dei potenti della CISL.
Tanto pagano gli iscritti e i dipendenti gli avvocati delle cause perse , che disastro
La Cisl ha passato un medioevo fatto da piccoli segretari generali di categoria che si credevano onnipotenti.
Dall’FP alla Fai per arrivare alla Fim , adesso tocca alla povera Femca che sta per implodere in molti territori, stretta tra giochi di potere , auto di lusso , dirigenti con stipendi al massimo dei regolamenti che lavorano da casa
L’unica consolazione è che un po’ di pulizia del marcio che c’era è stata fatta
adesso un vero e proprio rinascimento……
come meloni: “stamo a
fa a storia”.
Avendo provato in categoria Hitler e Mussolini ci si accontenta
https://www.bergamonews.it/2024/10/29/in-estate-il-divorzio-dalla-cisl-ora-lapprodo-in-uil-nuova-avventura-per-lex-segretario-dei-chimici-cristian-verdi/746800/
La Femca sta perdendo pezzi su pezzi…
Ognuno ha i suoi ricordi e molti di noi le loro ferite più o meno profonde. Non potendo farne un vanto non facciamone almeno motivo di postuma discordia.
Chi ha perso in tutta quella vicenda del 2014 e giorni seguenti sono stati la Cisl, la ragionevolezza e la capacità di stare ognuno al proprio posto. Altri – come si è visto – sono stati niente altro che camaleonti. Buon lavoro, ognuno dove oggi agisce pensa e ricorda. Augusto
L’ amicizia ancora prima del giudizio.
Quel che alcuni di noi hanno vissuto il fine settimana scorso a Lido di Camaiore è stato un momento di autentica amicizia fra persone , non tutte direttamente anche se in modo indiretto direi di sì e mi riferisco ad una moglie presente,che hanno condiviso una esperienza sindacale bella e ricca, degna di essere vissuta e che credono valga la pena continuare a vivere nei modi e nelle forme che la vita ha consegnato a ciascuno di noi. Una esperienza che appartiene a pieno titolo anche a persone che non hanno partecipato al momento conviviale di Camaiore , come Augusto Cianfoni e Pietro Massini e a altri amici , alcuni dei quali, sono sicuro, ci stanno guardando con simpatia e un pizzico di ironico divertimento da lassù. Scrivo queste poche parole, non per una sorta di buonismo che dimentichi fatti ,giudizi e responsabilità, ma perché sono convinto che l’amicizia viene prima e sia il fondamento che assume e in qualche modo da uno spessore forse diverso e più autentico al giudizio.
Evviva il 9 marzo, evviva la nostra amicizia
Grazie Pinuccio della tua testimonianza, che sottoscriviamo
Pino Rustioni come una volta mette sempre tanta saggezza nelle sue riflessioni e di questo io e credo tutti non possiamo che ringraziarlo.
L’amicizia che per molti di noi fu un cemento per tanti anni resti il sentimento che aiuti a chiudere tra parentesi quegli eventi che alcuni vollero sopra e contro la storia della Fai e le sue radici Fisba. Con tanta nostalgia. Augusto
Tanta nostalgia, tanta rabbia e tanta solitudine. Gli errori alla lunga si pagano.. e qualcuno li sta pagando per tutti. Un’abbraccio vecchi e cari colleghi di una grande esperienza vissuta con il cuore.
Ciao Fabrizio, e speriamo di avere occasione di rivederci anche con te.
Non posso che condividere con Fabrizio Colonna : gli errori si pagano sempre. I tradimenti e le imboscate pure. A ognuno il suo.
Dopo dieci anni la migliore vendetta verso ciò che accadde è vedere ciò che è venuto dopo.
Caro Augusto, se ti è possibile lascia perdere termini come “vendetta”. Anche perché ciò che è venuto dopo, ma anche cose successe durante e prima, ha lasciato in giro parecchi conti di Montecristo. E allora di romanzi se ne potrebbero scrivere anche troppi. E se ognuno scrive il suo non ne uscite più.
La vita dell’Organizzazione sindacale è stata la mia vita. L’amicizia e la lealtà agiva da coesione nei momenti di confronto mai facili in una organizzazione complessa come la CISL dove il nostro comparto era marginale negli anni delle categorie forti del sistema produttivo industriale e para-pubblico, ma ci veniva riconosciuto coraggio e impegno anche se non sufficienti ad ottenere spazi significativi confederali. Questo non ha fatto venire meno la possibilità di realizzare un percorso organizzativo per accorpare il settore primario che meritava di essere completato, un merito riconosciuto anche dall’anima industriale confederale e testimoniato da Morese (…si vola con due ali, non con un’ala sola…) al congresso costituente Fisba-Fat prima che a Trieste.
Poi sono arrivati altri progetti, sofferenze inespresse, calcoli organizzativi fantasiosi, selezioni amicali, famigliari, da clan o club, conclusi con tradimenti, amarezze, vendette, violazioni statutarie, radiazioni per effetto di un “magistero” di uomini non “viri” nè “probi”: un calvario durato dieci anni con qualche responsabilità che dovrebbe indurre a “silentium” (silentium est aurum).
Quando vengo a conoscenza di fatti e uomini dell’organizzazione, mi appartengono sia i momenti di mestizia sia di gaudio: io al Lido di Camaiore c’ero, sono stato contenti di esserci con tanti amici che in questi anni hanno condiviso sentimenti di dolore, di tristezza, e di rimpianto per un passato ormai lontano.
Come mancare ad un momento di gioia, serenità, allegria: anche i funghi hanno avuto il loro merito.
Gelosie territoriali ? Create occasioni….!
Albino
Caro Albino, condivido con te che il silenzio è d’oro…sempre.
Dieci anni fa molti tacquero quando avrebbero dovuto parlare. Altrettanti parlarono mentre avrebbero dovuto tacere.
Sempre con tanta nostalgia verso gli anni in cui camminano insieme. Nella vita di ciascuno e pure nella mia vi sono vittorie e sconfitte.Tra le cose che non farei oggi e mi pento per averle fatte ci fu una mia ingenerosità verso di te. Ma mi pento molto pure di essere stato generoso verso persone che non avrei dovuto portare a Roma o in segreteria quando nei loro territori nessuno li voleva. Tra costoro anche qualcuno che tu stesso mi suggerivi non meritasse. Comunque ognuno di noi nella propria vita ha sempre di che inorgoglirsi e a volte di qualcosa che non rifarebbe. A me è accaduto di farne molte delle seconde e poche delle prime. Con inalterata stima e tanto rammarico per una amicizia purtroppo finita tra gli sterpi dei seminatori di zizzania.
L’annosa vicenda della rappresentanza in Acea e’ giunta al suo epilogo.
Noi lo avevamo detto che gli iscritti dentro un’azienda si fanno ma soprattutto si mantengono quando il sindacato ha i giusti riferimenti interni attraverso le Rsu coordinate da Funzionari esterni competenti e presenti che danno risposte ma soprattutto ispirano fiducia.
La Cisl questo lo ha proprio dimenticato assecondando le isteriche pretese della Garofalo che ha costetto alla rappresentanza Femca cio’ che da sempre con successo era gestito dalla nostra categoria la Flaei.
Da senpre siamo stati MAGGIORANZA schiacciante con tanti delegati ma soprattutto con tanti iscritti, per la cronaca piu’ di 400, che venivano seguiti personalmente uno a uno attraverso anche agibilita’ sincacali frutto della nostra grande rappresentanza.
Noi i delegati li ascoltiamo li motiviamo li sproniamo a fare sempre di piu’ e meglio e alla fine il lavoro e’ sempre stato ripagato.
Bene oggi le pretese della Garofalo di accaparrarsi tale patrimonio si sono miseramente infrante nella dura realta’: non con la Femca ma con lei e il suo poco desto segretario di Roma non ci vuole proprio andare nessuno.
Infatti nessuno dei delegati passera’ con lei ma soprattutto 396 iscritti non hanno alcuna intenzione di farlo.
Un altra pagina di pessimo sindacato si sta per consumare per cui a noi non resta che vedere cosa si prospetta per una seria rappresentanza e a oggi non vediamo che la Uiltec a offrire queste garanzie.
E cosi la Cisl sara’ cancellata dalla storia sindacale in Acea e cosisia
Amen
Cosi han voluto
Cosi avranno
Cosa solo 4 iscritti su 400?????????? A questi nuovi dirigenti sindacali non gli darei nemmeno la zappa per zappare la terra………..
Noi non perdoneremo mai La Garofalo..
Questo affronto non lo dimentichiamo e va lavato con determinazione
La storia non insegna proprio mai nulla a Nora, presa com’è dalla sua gestione del potere dimentica cosa è successo in Italgas.
Anche da noi voleva imporre le sue logiche finte moraliste che nascondono rancore e odio che non solo demotivano ma addirittura spaventano.
È per questo che anni fa siamo passati tutti in Uiltec azzerando la Femca nella nostra azienda.
Daltronde cosa dovevamo fare?
Una segreteria inesistente e impreparata che non conosce e mai si presenta gestita da Galli che davvero è lo zimbello di tutta Roma..una vera “creme” per tutti gli altri che lo prendon per i fondelli in ogni azieda soffiandogli tutto quello che possono.
Se non ci credete andate a vedè i numeri della sua gestione. A Voja a copri quando er buco diventa voraggine non ce poi mette na pezza..er buco se vede e con Galli se vede benissimo.
Per questo ve dico che a Nora proprio la storia non je piace.
in acea femca e flaei regolano i problemi con i probiviri confederali? la cisl dice che non si “immischia”. proprio come in veneto
con la defenestrazione di Refosco ordita dal veneziano sfasciacarrozze.
Sono 4 gatti al bar …citazione …saluti in gondola
Refosco?
Povero, adesso è a fare l’impiegato in un centro di formazione qualunque.
Ha detto che non vuole più avere nulla a che fare con questa Cisl.. e ha ragione..
Brava Daniela….
Ottimo lavoro..
Se questo è il primo atto che hai fatto da segretaria generale aggiunta si prospetta davvero una brutta stagione per la nostra Cisl!
Dio ce ne scampi da questa futura segretaria generale, che farà terra bruciata intorno a lei e ci farà rimpiangere persino la furlan..
E con questo ho detto tutto…..
Se volete un consiglio per i rimpianti, potete scegliere qualcosa di meglio in settant’anni di storia…
Debutto con la peggior figura di cacca verso tutto e tutti..
E sulla pelle di uno dei migliori dirigenti della Femca e della Cisl.
Non ce ne scorderemo a congresso..
Un messaggio chiaro….
Della Fumarola non ci si puo’ e non ci si deve fidare…
vecchia scuola quella della fumarola: con i nemici vado a cena e agli amici me li sodomizzo. Prendetene le distanze finché siete ancora in tempo
Stessa scuola della Garofalo. Del resto vengono entrambe da territori vicini.
In effetti potremmo coniare un nuovo nome per cerebrare il sodalizio terribile tra le due.
GaroFumarola.Attenti a quelle due che si dice siano pure grandi Però proprio perché sono grandi amiche è meglio che si coprano le spalle l’una dall’altra
Anche Nora non lo ha difeso….
In fondo era un suo dirigente….
Dimostrando tutta la sua debolezza e sudditanza alla Fumarola….
D’altronde per stare nel potere devi sacrificare qualcuno….
E Nora e’ bravissima a sacrificare le persone che non le servono….
Le vicende venete hanno creato parecchio imbarazzo in casa Femca. Si dice che la Garofalo sia parecchio infastidita e furiosa e si stia muovendo per consolidare gli ex tessili soprattutto in veneto, alla faccia del nuovo corso in quella regione.
Refosco nuovo coordinatore di progetti presso Enaip.
Suona un po’ come: adetto alle varie ed eventuali.
Brava cisl, ottimo lavoro Daniela. Così facendo hai dimostrato che siamo peggio della cgil umiliando chi ha servito l’organizzazione ma anche i tanti uomini che in un certo progetto di innovazione sindacale ci credevano e ci hanno lavorato parecchio. Abbiamo toccato il fondo del barile e ora lo stiamo pure grattando.
Ma Galli chi?
Quello disperso in guerra in periodo di pace?
Ma per favore
È già tanto che ancora ci sia la Femca a Roma.
Certo che Nora si impegna proprio a far tabula rasa.
Con Galli si perde sempre
Con Galli non si vince mai nulla…
A Nora piacciono proprio così.. e i suoi soldatini sono fatti in fotocopia..
nessuno fa più da conto.
gli enti centrali hanno firmato ccnl per 160€ per periodo 2022-2024.
E’ tanto o è poco? per sindacalisti che si spacciano per grandi maghi degli aumenti salariali.
la % di aumento corrisponde al 6%.
quanto è stata l inflazione di quel periodo?
quando il sindacato fa leva sull’ignoranza prima o poi qualcuno fa i conti e toglie la tessera
La percentuale è esattamente del 5,78%. Un po’ pochino rispetto all’inflazione reale del periodo
L’ignorante parla a vanvera. L’intelligente parla poco. ‘O fesso parla sempre. Ipse dixit :Totò (Antonio de Curtis)
Siamo alle citazioni di grandi economisti , roba che insegnavano ad un centro di formazione nel bel mezzo di un bosco , con un formatore che se magna ancora le mozzarelle di bufala campana e pasta di Gragnano dei pacchi che si facevano .
Li insegnavano la menzogna e il tradimento, li si andava per la perduta gente, quella che non ha onore
Che c… significa?
si scrive Marchino ma si legge (…)
Abbiamo rimosso il nome della persona di cui si voleva suggerire la vera identità. Qui le regole sono uguali per tutti: chi vuole l’anonimato lo può conservare, e chi lo usa per sé non può negarlo agli altri.