Burocrazia senza movimento

La Cgil è una burocrazia, anche quando, come adesso con la gestione Landini, è attraversata da forti ventate di movimentismo.

Che sia una burocrazia lo rivela, fra l’altro, il percorso delle carriere dei suoi dirigenti: molti di loro, al pari dei prefetti spostati di volta in volta dove c’è bisogno per decisione governativa, sono passati da una categoria all’altra in base alle dinamiche ed alle esigenze della confederazione centrale.

Questa differenza la sentivamo forte ai tempi della Fisba, quando la divisione sulle scelte di politica contrattuale faceva emergere, nei territori, il diverso modo di ragionare fra i nostri dirigenti, che erano espressione del settore e del territorio, ed i loro che, anche quando erano bravi, esprimevano la linea centrale dell’organizzazione. Anche per questo noi avevamo spinto, e avevamo vinto, per il decentramento della contrattazione a livello provinciale, e loro hanno remato contro, preferendo sempre l’accentramento delle politiche attraverso il contratto nazionale: la stessa linea da applicare nelle fabbriche industriali, negli uffici pubblici, nei servizi o nei campi, sia nel Novecento che nel XXI secolo.

Con un’organizzazione così, era impossibile nella Cgil mantenere l’identità del settore agricolo (sepolta già negli anni Ottanta con la transizione dalla Federbraccianti alla Flai); identità di settore che per noi, invece, era motivo di orgoglio e di difesa della specificità sia rispetto alle altre organizzazioni che dentro alla Cisl. E la nostra fusione agroalimentare aveva funzionato anche perché questa identità era abbastanza forte da sopravvivere all’integrazione con il settore alimentare, un sindacato tipicamente industriale di fabbrica.

Po c’è stato il commissariamento. E l’identità sindacale del settore agricolo è andata persa assieme alla libertà della federazione cui è stato negato il diritto di decidere il proprio destino.

La riprova finale è arrivata da una regione piccola, ma non banale, come la Basilicata. Dove il nuovo segretario generale della Fai viene dal settore auto della Fim. Uno che ha trattato con Marchionne e che è bravissimo, ma la cui storia di rappresentanza non c’entra nulla con le specificità dell’agricoltura.

E che la scelta non sia stata un incidente casuale ma l’espressione di una politica di burocratizzazione ed omogenizzazione lo conferma la presenza alla sua elezione dei segretari generali della federazione e della confederazione, Rota e Sbarra. Perché commissariare le federazioni ha portato a questo, a trasformare la rappresentanza sindacale che non è più espressione di settori e territori, ma è una funzione svolta in rappresentanza del centro.

Anche la Cisl, ormai, è solo una burocrazia. E senza nemmeno le ventate di movimentismo che ogni tanto attraversano la Cgil (soprattutto quando la sinistra è all’opposizione; mentre la Cisl ormai è sempre governista e non si muove per non disturbare).

il9marzo.it

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36 Commenti - Scrivi un commento

  1. A quanto capisco. La CGIL sciopera e la CISL, dopo lo sciopero al quale non partecipa, firma un accordo con un “tavolo buono”. Sembra uno dei mantra che recitano Sbarra e Fumarola e che vengono ripetuti ossessivamente da tutti i sindacalisti CISL sui siti, su facebook, su Twitter. Vi ricordate i post preparati a favore della Furlan contro Report? Tutti uguali e tutti già preparati con il copia incolla. La tattica è sempre quella. La politica del fare, basta con il novecento secolo oramai vecchio e superato con lo sciopero che non serve più, la partecipazione agli utili dei lavoratori, l’inutilità del referendum sull’autonomia differenziata perché tanto non cambia niente e, vedrete, tra un po’ anche di quello sul premierato. Tutto questo ripetuto in ogni intervento perché l’importante è che se LUI sa quello che faccio e dico sia contento.

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  2. Post preparati col copia incolla predisposti dallo studio di consulenza “Comin & Partners” di Gianluca Comin. Consulenza ben pagata con i soldi di lavoratori e pensionati.
    In cisl da Bonanni in poi i dirigenti sono zerbini che si atteggiano a tappeti rossi.

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    1. Naturalmente se Comin and partners ha qualcosa da dire, precisare o smentire avranno la più ampia facoltà di replica. Come sempre, come chiunque altro.

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    2. Ed anche al tavolo del rinnovo del contratto meccanici la Fim è totalmente fuori gioco. E quando dicono qualcosa Federmeccanica li riprende come scolaretti. Una cosa deprimente.

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      1. Il grande lavoro di Benaglia per ritornare almeno al tavolo di Federmeccanica deve continuare con Uliano , i danni fatti nella gestione precedente erano così grandi che ad un certo punto Federmeccanica chiese l’intervento della segreteria nazionale confederale, è storia

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        1. La storia che racconti dice che le federazioni e le categorie non contano più nulla. E i risultati si vevdono dal nulla che portano a casa i contratti firnati sotto tutela confederale. E lo diciamo a partire dalla Fai.

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          1. Caro admin, esci dal blog e guarda la realtà. Se c’è una cosa viva nel sindacalismo italiano è la contrattazione di categoria, che in tempi difficili fornisce risposte sempre più adatte e unitarie. Hanno cominciato a scriverlo anche i giornali della sinistra salottiera. Quanto alla tutela confederale….. le confederazioni non sanno più neanche a che citofono risponde Confindustria. Sveglia!

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            1. Nel mondo che frequentiamo noi, l’Italia ha i salari fermi da trent’anni. Se per te e per i giornali della sinistra salottiera questo vuol dire “vivacità della contrattazione di categoria” allora non ha senso proseguire questa discussione.

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              1. 1 giugno 2019 aumento ccnl meccanici …2 caffè , con la Fim che non era non solo al tavolo , ma nemmeno al telefono, introvabile per la delegazione di Federmeccanica.
                Palombella re del momento ( e già questo dovrebbe far riflettere).
                Adesso : aumenti che mai si sarebbero solo pensati , clausola di salvaguardia presa ad esempio da tutte le altre categorie , la uilm che ha ripreso il ruolo pecoreccio con le magliette da manifestazione dentro Federmeccanica e la Fim centrale al tavolo
                Trova le differenze e individua la vitalità della contrattazione di categoria

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                1. Noi abbiamo scritto “da trent’anni” e parliamo del periodo in cui la contrattazione di categoria è legata a vincoli stabiliti a livello confederale, perché parliamo di politica sindacale, non di polemiche personali.
                  Tu parli del 2019 perché hai i tuoi problemi con la Fim del 2019 (che noi, comunque, non amavamo perché era la stessa che nel 2014 difese l’illegittimo commissariamento della Fai). Ma prova a confrontare i risultati di oggi della Fim non con il 2019 ma con quelli ottenuti negli ultimi mesi in Germania dall’Ig Metall o in America dall’Uaw, sistemi dove la confederazione non detta la linea alle federazioni, e allora capirai cosa intendiamo dire.
                  Mentre la tua soddisfazione per la vivacità dell’ultimo rinnovo ci ricorda la scena con Aldo Giovanni e Giacomo che dopo la partita sulla spiaggia esaltano i tre gol che hanno fatto e il rigore parato agli avversari. Poi però uno chiede: “Bello, bello; ma allora come abbiamo fatto a perdere 10 a 3?”.
                  https://youtu.be/pVENiiR2dfs?t=64

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                  1. Solo chi non ha mai fatto un contratto collettivo può sapere che il risultato salariale va correlato all inflazione registrata. Prendere 6 con inflazione al 9 é molto più deludente di prendere 3 con l’inflazione allo 0,8. ma son cose per sindacalisti…
                    e per operai che la spesa la fanno col salario reale (al netto dell inflazione).

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                2. La Fim è centrale al tavolo di Federmeccanica solo per i commenti da parte dei fattoriali per l’abbigliamento imbarazzante dell’allenatore del Valdarno. Sul resto stendiamo un velo pietoso, Fiom e Uilm fanno la discussione sul contratto e noi balbettiamo qualcosa solo sulla formazione. Povera Fim

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        2. Se fosse vero quello che dici ed a me non sembra, la vicenda della Fim sarebbe anche peggio di quanto si sia immaginato finora. Perché una roba è una guerra tra dirigenti ma farla per favorire Federmeccanica sarebbe di una gravità inaudita. Anche se mi sembra la solita favoletta, un po’ come quella delle presunte carte imbarazzanti di Corso Trieste più volte annunciate e mai viste. Comunque per quanto visto finora Uliano è uno spettatore ben retribuito ma al tavolo niente proprio. Auguri

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            1. Se esistono vanno tirate fuori, altrimenti è solo una favoletta, per tentare di riscrivere una storia Imbarazzante per tutti quelli che si sono prestati.

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        3. La Cisl nel 2016 attaccò (corriere della sera petteni) il risultato della Fim. Dire che intervenne la confederazione fa sbudellare dalle risate. Ne Confederazioni ne confindustria gradirono quel contratto. La storia non si riscrive con le cantilene di Benaglia.

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          1. La Fim del 2016 era una costola di Confindustria , ma attenzione ⚠️, non di quella parte confindustriale in cui era schierata Federmeccanica ,era la parte che gli era stata suggerita da Carletto er politico.
            La volevano sdoganare con i cattocomunisti di una parte della Lombardia , con qualche Abruzzese dell’aquila e con tanta accondiscendenza del Sud.
            Il resto guardava allibito , chi impaurito dai metodi di purga stalinista, chi allibito

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            1. In quegli anni le purghe andavano di moda. E la Fai era stato l’esempio, con l’illegittimo commissariamento e poi con i licenziamenti e gli allontanamenti per rappresaglia. Poi ci fu l’espulsione di Fausto Scandola per aver raccontato la verità. Quindi il problema non era Bentivogli, era, ed è, tutta la Cisl.

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            2. Eppure le ore di sciopero. Con inflazione molto più bassa degli anni successivi erano maggiori. Sia contro le aziende, sia contro il Governo.
              Tra il Valdarno e Camogli, l’ufficio imbrattacarte della nonna é ancora attivo. Non hanno una vita propria.

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              1. Lo chiamavano il contratto dei 3 caffè, le altre categorie non potevi entrare in cisl o a Roma che ti prendevano in giro , i lavoratori incazzati neri usarono per fortuna l’ironia nelle assemblee, che vergogna…
                Mentre il segretario nazionale era ad occuparsi di accoglienza migranti ( per carità tema giusto , magari non attinente alla confederazione del metalmeccanici) , con tanto di super aperitivi in spiaggia , pacchi di mozzarelle , pasta di Gragnano che giravano l’Italia tipo Flixbus.
                Si prova sgomento solo a ripensarci , chissà se la super segretaria presa direttamente dallo scontro Fai e i veleni che aveva lasciato l’hergife , avrà ritrovato il pigiama

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            3. Giusto , l’abruzzese delle zone alte insieme al suo amico pugliese , avevano gli stessi iscritti dal 1957 , stessi nomi e stesse aziende , non morivano mai .
              In compenso a rimborsi non li batteva nessuno .
              Stava però bene a tuffi in corso Triesta al 5 piano , perché applaudivano e dicevano sempre si con la testa e negli organismi , uno spasso

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    3. In ogni caso chi ha pubblicato quei post, dopo qualche anno, è stato premiato dalla CISL con avanzamenti a cariche ancora più prestigiose. Basta scorrere gli autori dei commenti per verificarlo.

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  3. Ma la nonna usa ancora l’ufficio stampa cisl per far sapere tramite il giornale amico (la verità) che vuole candidarsi in Liguria.
    la candidatura è finta vuole un assessorato. Andare a Roma in aereo é stancante.

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      1. Difficile che sia diffamatorio un commento (che non è un post) dove non viene indicato alcun nome. E poi chi fa causa per diffamazione a volte si trova a dover pagare trentamila euro di danni. Come è appena successo nella causa promossa da Furlan, Sbarra e Ragazzini contro questo blog.

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      2. Nel regolamento Fim fu inserito dopo la vicenda Bonanni la consegna dell estratto contributivo dopo i 50 anni per ogni dirigente.

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  4. Ma quali regolamenti? Oramai si fa la regola in base ai bisogni dei due al vertice. Approfondite quello che sta succedendo nella regione della promessa generalessa. Uno schifio. Fai, Taranto, Bari, università, Filca., pensionati, per non parlare della Usr dove servilismo è la parola d’ordine. E l’ego sfrenato del capo grande almeno quanto la sua inadeguatezza

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