Difendi il tuo patronato. Da chi?

L’ultimo messaggio di Scandola si chiude con una domanda provocatoria.

Dopo aver citato gli slogan della campagna a difesa dell’Inas (“Difendi il tuo patronato. Ti stanno tagliando i diritti. Aiutaci a difenderlo”) il pensionato veronese chiede: “ma da chi” bisogna difendere l’Inas?

Il fatto, come riporta la prima parte del messaggio inviato alle sedi Inas in tutta Italia, è che il patronato della Cisl ha un presidente che nel 2013 ha ricevuto un compenso dall’Inas ed uno dalla società Inas immobiliare per un totale superiore a 200mila€; più la meritata pensione, che porta il totale del reddito sopra i 300mila. Mentre due vicepresidenti hanno avuto dall’Inas semplice e da quello immobiliare più di 140mila€. A testa.

E allora, chiede Scandola: “ma da chi dobbiamo difendere l’Inas? Forse dai vertici della CISL che permettono tutto questo”.

Ora, non è che vogliamo dargli ragione per forza. Magari ha sbagliato qualche calcolo, e allora siamo pronti a pubblicare smentite o correzioni.

Però, viste le notizie ormai accertate e viste le reazioni raccolte finora, l’impressione è che, purtroppo, nella Cisl si sia instaurato negli ultimi anni un andazzo per cui in troppi hanno creduto di aver diritto a guadagnare quanto un manager (naturalmente senza essersi messi sul mercato come manager); e che, magari per buona educazione, nessuno guardava nel piatto dell’altro.

Forse è il caso di cambiare sistema. E non solo con qualche operazione cosmetica.

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Un Commento - Scrivi un commento

  1. Se non smentiscono è perché è VERO, e ci prendono di nuovo per i fondelli, tanto siamo dei pecoroni e continuiamo a esserlo, e loro lo sanno e quindi continuano il loro gioco, dovremmo iniziare una forte campagna mediatica inviando ai giornali tutto quello che ognuno di noi potrebbe sapere, e di cose ce ne sono, rendiamole pubbliche non avendo nessun timore di danneggiare l’organizzazione, anzi si dimostra una VERA volontà di pulizia visto che loro non lo fanno e se non lo fanno e perché gli fa comodo così, il caso BONANNI INSEGNA COME SI PUÒ CONSTATARE DA ALLORA NON È CAMBIATO NULLA e allora a questo punto sia l’opinione pubblica a giudicare e nel caso la magistratura, questo è certamente FAR BENE ALL’ORGANIZZAZIONE

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