Correva l’anno 2015…

C’è stato un tempo, non molto lontano, in cui era opportuno cacciare i mercanti dal “tempio“ della CISL, ma nessuno al suo interno ebbe il coraggio di prendere una frusta per censurare aspramente i vizi e la decadenza morale dilagante.

Correva l’anno 2015.

Il primo maggio di quell’anno Fausto Scandola aveva inviato nelle sedi regionali CISL copia della raccomandata personale indirizzata alla segretaria gen. Anna Maria Furlan in cui denunciava:

“Di certo siamo di fronte ad un sistema immorale, non a singole eccezioni di qualche dirigente inadeguato,…………..se lo ritieni posso dartene conto. Serve rompere il Sistema.   Questa nostra CISL ritengo vada riformata, MORALIZZATA.  Dobbiamo far entrare in questa Organizzazione l’ONESTA’, la TRASPARENZA, la RESPONSABILITA.”

Ma tutti rimasero attoniti e zittiti (a parte qualche voce dignitosa nel Veneto ed una petizione di solidarietà piemontese) di fronte all’espulsione di Fausto Scandola decretata dalla sacra corte dei probiviri nazionali. Si levò solo la voce autorevole di Pierre Carniti che in una delle sue ultime riflessioni affermò ”in verità nella vicenda Scandola dovevano essere espulsi coloro che lo hanno espulso.”

E così nel silenzio, dopo il commissariamento della Fai dell’anno precedente, l’onda arrogante del potere inondò a cascata nell’organizzazione commissariamenti ed espulsioni.

E si giunse al 2017

Il 12 gennaio 2017 viene convocato l’esecutivo confederale con all’ordine del giorno la proposta di commissariamento della Funzione Pubblica dopo le ispezioni mirate alla verifica del tesseramento.

La scoperta dell’acqua calda: già nel 2006 Enrico Marro con un articolo sul Corriere della Sera aveva fatto presente con le interviste di dirigenti Cisl il possibile tesseramento fasullo proprio della Funzione Pubblica.

Gli ispettori erano arrivati leggermente in ritardo.

Un rigurgito di ribellione attraversò parte del gruppo dirigente che si autoconvocò “segretamente” il giorno precedente per vedere se poteva impedire tale vile atto imperioso e sfiduciare la proposta della segreteria presa a maggioranza; ma era necessario avere 21 voti, il minimo vitale.

Il giorno dopo si fermarono a quota 16; forse qualcuno si ritirò o forse non ebbe il coraggio di andare fino in fondo, così i 16 che non erano così giovin e forti, furono uccellati ad uno ad uno, esclusa “Una!”

Alcuni ebbero a disposizione una scialuppa, altri una logorante attesa prima di andarsene, altri l’allontanamento immediato o l’espulsione; ma in verità l’errore mortale fu non aver avuto la capacità o la volontà di costituire un gruppo-area di minoranza per ripristinare nella Cisl una sana dialettica interna: due anime, due pensieri.

Ma probabilmente si erano ritrovati solo per la forza delle cose e non per la forza della ragione.

Una occasione persa per chi aveva ancora a cuore l’anomalia della Cisl.

Oggi, in fondo, il Declinare Crescendo degli anni 70 è solo un Declinare Declinando per l’intero movimento sindacale italiano.

Forse è giunto il momento di aprire una riflessione per un Nuovo Sindacato Unitario che raccolga l’eredità della migliore tradizione del sindacalismo confederale. Corre l’anno 2024, avanti con fiducia.

Comma 22 per il9marzo.it

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5 Commenti - Scrivi un commento

  1. L’inferno della Femca.
    In Femca Nazionale c’è un inferno, un luogo oscuro dove tutto e’ coperto da un omerta’ ottenuta con minacce psicologiche e a volte fisiche a cui sono stata sottoposta.
    Ora sono fuori ma penso sempre alle colleghe rimaste li a soffrire per un misero stipendio.
    Tutti stanno zitti ma li ce un mondo cattivo e insopportabile su cui qualcuno dovrebbe intervenire con commissioni di inchiesta esterne che facciano luce su quanti lasciano la federazione e le relative motivazioni.
    Ma purtroppo si sa il Sindacato e’ il peggior luogo dove lavorare e dove diritti e tutele sono spesso negati.
    Anche io sono complice ma purtroppo non ho avuto il coraggio di affrontare psicologicamente questa situazione, ho preferito andarmene ma spero che il lavoro di denuncia attraverso questo il 9Marzo possa esser utile a qualcuna che oggi sta soffrendo in silenzio la mia stessa situazione..

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  2. Quando all’assemblea organizzativa di Riccione Dario Di Vico chiese conto dello scandalo
    degli stipendi. E la nonna balbettò. 80.000 di stipendio da regolamento e 180.000 percepiti.
    Si inventò che il regolamento era “indicativo” e non “prescrittivo”.

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    1. Ogni volta c’è una denuncia precisa , su fatti successi in una categoria , c’è il solito commento , sugli 80 mila della nonna , sembra quasi fatto ad arte per distogliere dai misfatti perpetrati in alcune categorie negli ultimi 10 anni , e che evidentemente persistono….sembra

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