Ora speriamo nell’appello

Non ci avevamo pensato finora, ma questa storia della causa è stata una grande idea. Almeno per noi. Sempre che Giovanni voglia, ma non ne abbiamo dubbi, condividere almeno una parte della somma che ora gli verrà liquidata a seguito della condanna di chi gli aveva fatto causa a pagare le spese.

Quando mai li avremmo messi insieme quei soldi tutti in una volta? Meno male che ci ha pensato la Cisl a finanziarci!

Stando così le cose, speriamo che Sbarra faccia appello. Perché dopo la seconda sentenza sfavorevole i soldi che dovrebbe pagare sarebbero davvero tanti.

Ci si potrebbe quasi comprare un palazzo per farne la nostra sede. E magari, in segno di gratitudine, lo potremmo chiamare “Palazzo Sbarra”. O, nella peggiore delle ipotesi, farci una bella mangiata fra amici e brindare alla salute del nostro generoso quanto involontario finanziatore.

Ex Fai per il9marzo.it

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10 Commenti - Scrivi un commento

  1. Una bellissima sentenza con motivazioni che rendono impunibile una satira ben fatta. Chi se la prende tanto come quei ricorrenti che hanno chiesto somme enormi di risarcimento, vuol dire che hanno la coda di paglia, non hanno senso dell’ironia e dell’autoironia, si prendono troppo sul serio e nella vita si deve essere più leggeri, perché gli anni passano e noi ( e anche loro) siamo piccoli mattoncini e, come si dice, polvere siamo e polvere ritorniamo. Diceva un mio collega; la ruota gira per tutti anche per chi crede di essere intoccabile ed invece cadrà nel dimenticatoio anche lui. Intanto se fossero persone per bene si pagherebbero le spese individualmente, chiederebbero scusa e si ritirerebbero in qualche convento di clausura.

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  2. Augusto Cianfoni · Edit

    Cari amici de il9marzo,

    L’ ennesimo incidente mortale accaduto in una azienda della mia Provincia di Latina ancora una volta rappresenta la conseguenza di un sistema di criminale umiliazione della persona umana che dura da troppi anni (non solo a Latina…)
    Certo non può dirsi che tutte le imprese agricole della Piana Pontina siano uguali nello sfruttamento. Si può però dire che da troppi anni le condizioni di lavoro in molte aziende di questa Provincia siano ben oltre non solo il lecito, ma gli stessi minimi diritti umani. Mancano controlli e gli stessi Sindacati sono spesso deboli e impotenti. In qualche caso anche distratti per non dire altro.Va detto che il Caporalato oggi, tra le comunità indiana e bengalese, appare talvolta un fenomeno interno, si dice sia consumato da personaggi che si arricchiscono sulla pelle dei loro connazionali.
    Fece scalpore anni orsono una conferenza di politici della “nuova destra” Pontina in cui si volle celebrare in pompa magna la “perfetta integrazione”delle suddette comunità con la agricoltura nei territori di Sabaudia, Terracina e Fondi.Tra i relatori, il più entusiasta di una tale sorprendente diagnosi, fu il parlamentare europeo Nicola Procaccini che pure avevamo conosciuto come persona stimabile da Sindaco di Terracina. Alle recenti elezioni Europee è stato tra i più votati nel partito di Meloni.
    Forse oggi di quel suo entusiasmo avrà motivo di resettarne il senso e la ispirazione.
    In altri casi tristi come quello odierno la Fai degli anni in cui ne ebbi la responsabilità spesso aiutò le famiglie colpite da lutti (purtroppo frequenti lungo le Strade 148 pontina e Flacca) mediante il Fondo sanitario Fislaf che la nostra Federazione di Latina utilizzava con ottima efficienza a favore dei lavoratori, primi quelli extra comunitari perché i più esposti a incidenti spesso mortali.
    Oggi le tante dichiarazioni di politici e di qualche esteta sindacalista valgono meno di nulla.I silenzi, le frequentazioni e alcune loro inaudite cooptazioni tra gli Dei sbrigativi rendono quelle non solo poco credibili, ma persino inopportune.

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  3. Euiua fu sfiduciato dall’87% della fim del veneto e salvato da farina e bentivogli in fim nazionale. Da allora dove c è un tramaccio contro qualcuno eé sempre in prima fila. Ora tocca a Refosco.

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