Il valore della causa

A ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà. (Siracide 15, 17)

Avevano picchiato duro con le loro richieste gli avvocati di Via Po 21. L’atto di citazione contro questo blog chiedeva un risarcimento stratosferico, pari a eur. 100 mila per ciascuno dei mandanti, cioè la Cisl attraverso la segretaria generale dell’epoca, il dottor Sbarra dell’Anas, in proprio e a nome della Cisl, ed il vigile Ragazzini, in proprio e per la Fnp.

Picchiando duro a scopo intimidatorio, gli avvocati ed i loro mandanti hanno dato alla causa un grande valore. Non erano obbligati a farlo, perché chi si sente diffamato a volte chiede somme solo simboliche, per sottolineare di non essere avido di soldi ma solo di giustizia. Così come non erano obbligati a insistere nella causa dopo che l’iter era stato fermato due volte, prima per il tentativo di conciliazione previsto dalla legge e che loro avevano saltato (se non vi avessero dato corso, tutto si sarebbe fermato senza vincitori né vinti) e poi quando è stata eccepito il difetto della procura, conferita nel 2019 e usata per contestare cose scritte nel 2020; anche a quel punto avrebbero potuto lasciar cadere la cosa, e invece hanno insistito. Confermando il valore della causa.

E almeno su questo punto la giudice ha dato loro ragione: e così ha condannato i tre attori a pagare le spese in base al valore della causa da essi stessi dichiarato. Scrive infatti la giudice:

“Le spese di lite seguono la soccombenza e sono liquidate come da dispositivo, avuto riguardo allo scaglione di valore individuato in base alla somma richiesta a titolo risarcitorio (300.000,00 euro), valore medio per tutte le fasi”.

Se avessero chiesto un euro a titolo simbolico, o avessero semplicemente avanzato una richiesta non palesemente infondata, anche la condanna alle spese, se ci fosse stata, sarebbe stata poca cosa. Ma il loro scopo era picchiare duro per spaventare. E allora la giudice li ha condannati

“alla  rifusione delle spese di lite in favore del convenuto, complessivamente liquidate in euro 22.457,00 per compensi, oltre spese generali ed accessori come per legge”. Cioè, a occhio, più di 25 mila.

E così, Sbarra pensava di poter picchiare duro con la richiesta risarcitoria, e invece alla fine ad averle prese è stato lui, visto che dovrà pagare di spese legali più di quello che avrebbe mai potuto avere per risarcimento se avesse vinto.

Certo, poi lui ne esce sempre con il portafoglio salvo, visto che il conto lo rimetterà alle casse confederali. Ma intanto ha fatto pubblicamente una figura meschina. Voleva picchiare (metaforicamente) ed è uscito (metaforicamente) picchiato. Perché, come dice la Bibbia, a ognuno sarà dato quel che gli sarà piaciuto. A lui è piaciuto il gioco duro, e gioco duro è stato.

Anche se poi ne è uscito gonfio di botte come una zampogna.

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8 Commenti - Scrivi un commento

  1. Rallegramenti al dr Giovanni Graziani, anzitutto, chiamato in giudizio!!! Una condanna quasi da lite temeraria se si capisce bene (così suggerisce un amico avvocato con la A maiuscola nella mia zona). Si può avere il testo della sentenza per mostrarlo ai lavoratori, iscritti alla cisl, e far toccare con mano che fine fanno le risorse che loro contribuiscono ad erogare alla Cisl. Sarebbe molto importante. Un RSU

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  2. In Cisl i vari segretari locali sono impegnati a far assumere amici e amiche dai vari enti e servizi.
    Se qualcuno avesse voglia di raccontare quello che sta succedendo in Toscana ci sarebbe da divertirsi.
    Tra il regionale e negli ultimo giorni il territorio di Siena c’è da vomitare letteralmente

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  3. chissa chi paghera le spese…?ovviamente domanda retorica….io li farei dividere tra tutte le categorie e non in base agli iscritti ma ecquamente….ho troppa voglia di vedere se la femca tira fuori i soldi della sua parte,quella femca ancora in mano a certi soggetti che oggi fanno altro ma che continuano a governarla….per il resto che il conto vada pure alla furlan e all ex segretario dei pensionati che con i soldi degli altri facevano gli sbruffoni….oppure c’è un altro soggetto macchinetta mangia soldi…quell’inas gestita dal miracolato Petteni che prende una barca di soldi mentre i suoi operatori nel territorio hanno paghe da fame….

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  4. leggendo questo blog non si capisce molto. Se uno non conosce tutta la storia fa fatica a capire. Ad esempio: perché querelarono Graziani ?

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    1. La confusione, purtroppo, non è da parte nostra. Il fatto è la tecnica di Via Po 21 è proprio quella di alimentare la confusione, per poter far girare versioni di comodo. Come quando Sbarra raccontava, da commissario della Fai, che “altro che la pensione di Bonanni aveva trovato alla Fai” e poi non diceva mai nulla di preciso. E intanto i soldi della federazione (e di fatto anche quelli della fondazione Fisbafat), li gestiva lui con i pieni poteri che gli permettevano di non renderne conto.
      Precisiamo peraltro che le due querele, di cui noi abbiamo avuto conoscenza solo indirettamente perché mai niente ci è stato notificato (quindi potrebbero essere state anche più di due), non erano contro il signor Giovanni Graziani ma contro il blog che aveva ripreso articoli di stampa sulla vicenda di Giulio Romani e dell’appartamento di Verona per il quale aveva ottenuto un mutuo oggetto di discussione, e poi revocato o comunque venuto meno.
      Per maggiori chiarimenti vi dovete rivolgere a Romani o all’avvocato che lo segue. Lo stesso avvocato può essere interpellato sulla citazione per danni, che è l’unico atto (per quel che ci risulta) rivolto contro la persona del signor Graziani.
      Ma non crediamo che abbia molta voglia di parlarne…

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