Il puntino rosa

Il dottor Sbarra dell’Anas all’ultima assemblea organizzativa aveva denunciato il “tetto di cristallo” che ferma la partecipazione delle donne ai ruoli dirigenziali. Un’immagine vecchia, ma ancora attuale, perfettamente esemplificata ieri da un allargamento di segreteria confederale che diluisce ulteriormente la presenza femminile: da una su cinque a una su sette.

Ma a controbilanciare il dato statistico, c’è il fatto che l’unica donna ottiene una promozione e con essa un’opzione sulla poltrona principale a Via Po 21. Una donna che così si trova un po’ nella parte di Totò a capo del sindacato dei posteggiatori abusivi quando va dal ministro e chiede giustizia e una sistemazione per 300 posteggiatori. Ma il ministro gli risponde che per così tanti non è possibile, e allora lui fa la controfferta: cominciate a sistemare me. E gli altri 299 si arrangeranno (citiamo dal film “Totò, Peppino e la dolce vita”).

In realtà le parole del dottore sul tetto di cristallo avevano un significato preciso: l’alternanza alla guida della confederazione, quando ci sarà, non avverrà in base al criterio nord-sud, ma al criterio uomo-donna. E siccome di donna eleggibile ce n’era una sola, quel che veniva annunciato era, in effetti, un passaggio da sud a sud. Il nord brontolerà un po’, ma diviso e inconcludente come è, ingoierà tutto anche questa volta.

D’altra parte Daniela Fumarola è sempre stata un’abile promotrice della presenza femminile quando questo obiettivo coincideva con la sua persona. Altrimenti ha sempre smantellato le possibili alternative che c’erano prima di lei e dopo di lei, e mandato avanti uomini che non avessero troppi problemi a riconoscerne la funzione di guida.

Attorno a lei era così cresciuto un piccolo sistema di potere partito dalla Fisba di Taranto, con lei in posizione apicale alla Cisl regionale e presenze maschili non problematiche in tutte le caselle del potere locale, come la Fai regionale e la Cisl Taranto-Brindisi. E sacrificando per questo la casella di partenza, cioè la Fai di Taranto, ad un patto sottoscritto con il dottor Sbarra ai tempi del commissariamento che ha portato ad insediare un segretario calabrese in una provincia pugliese.

Quel patto sottoscritto allora ha retto in tutti i passaggi successivi: lei ha lavorato per Sbarra, Sbarra ha lavorato per preparare il terreno a lei. E la gestione della Federazione dei pensionati è stato il passaggio decisivo.

Ora il più è fatto, nessun tetto di cristallo o di cemento armato che sia può fermare Daniela (tutte le altre sì), il dottor Sbarra dell’Anas è libero di tornare al cantiere (si fa per dire…) quando vuole. Quanto all’equilibrio della rappresentanza, il dato è una su sette. Meno di una quota rosa.

Al massimo, un puntino rosa sulla “i” di Viapo21.

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24 Commenti - Scrivi un commento

  1. Complimenti,un articolo impeccabile sulla conoscenza di quanto succede ed è successo,sulla fummarola lo avete detto voi,apriva alle donne solo quando era lei la donna,avete ragione anche sul nord,del resto basta osservare i voti degli eletti in segreteria a partire dalla fummarola appunto,per quanto riguarda i maschieti ma chi sono questi,ovvero quando li senti aprire la bocca pensi che sia meglio ascoltare un delegato aziendale…alla fine ci prendete bene pure su quella csta che è la fai del meridione….in ultimo un mio pensiero per quello con i capelli lunghi bianchi e la barba di cui non ricordo il nome ma solo la sua prosopopea a parlare e l’arroganza degli atteggiamenti….certo restare iscritti alla cis è una prova di credo monacale….P.S. ma quelli della fai e in particolare la fummarola hanno mai fatto una vera assemblea dei lavoratori o fanno solo pratiche di dissocupazione magari facendo cose strane come quelle sentite in tv e letto sui giornali?

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    1. Negli ultimi anni non lo sappiamo, ma la tradizione della Fai e della Fisba è fatta di contatti quotidiani con chi lavora. Spesso non in assemblea, perché le assemblee si fanno dove ci sono lavoratori stabili e numerosi, mentre i lavoratori stagionali e discontinui li devi andare a cercare. Ed è più faticoso che fare le assemblee.
      Ma questo i sindacalisti dell’industria non lo vogliono capire fin dagli anni ’70…

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  2. be…mi spiace se vi sentite toccati sulla fai,so bene che differenza c’è tra la fabbrica e le assemblee agricole,ma la mia iperbole era appunto segnare un percorso che non c’è piu ribadisco disoccupazione e poco altro e se a voi vanno bene questi dirigenti(cosa che non credo) fareste bene a distinguere quello che eravate voi e quello che sono oggi pur della stessa fai

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    1. Iperbole o malafede ?

      Quella che l’anonimo del 21 dicembre ore 20.31 chiama iperbole in realtà rappresenta un antico pregiudizio radicato tra i Dirigenti dell’industria verso la tradizione sindacale del settore agricolo, fondato sulla non conoscenza di ciò che sempre vollero criticare con la puzza sotto il naso. Quando costituimmo la Fai nel 2001 Gorini e i suoi Dirigenti a tutti i livelli dovettero impegnarsi non poco e specialmente con una intensa attività di formazione per far conoscere ai Dirigenti della FAT la grande e non banale tradizione contrattualista della
      Fisba. Essi non conoscevano né le aziende agricole, né i Consozi di Bonifica, men che meno le Cooperative agricole
      e il complesso comparto Forestale ecc.
      Quando conobbero la storia della Fisba e la levatura contrattuale e politica di Dirigenti come Paolo Sartori, Simonte, Mantovani, Massini, Giuseppe Pelli, Pinuccio Rustioni e tanti altri al nord
      come al Sud dovettero ricredersi. La antesignana contrattazione provinciale,
      la diffusa contrattazione aziendale e non meno la moderna riforma della
      Contrattazione nazionale
      del 1995 di cui fu artefice soprattutto Pietro Massini
      per gli Operai agricoli, capirono che nelle Strutture provinciali della Fisba non c’era soltanto quel denigrato assistenzialismo
      di cui la Disoccupazione Agricola veniva censurata come emblema.
      La Fai di Gorini fu la felice sintesi di due tradizioni sindacali delle quali quella
      agricola non fu certo la meno nobile.
      Oggi non conosco come quella felice sintesi si vada sviluppando e per quanto
      pure conosco non ho elementi per darne un parere obiettivo.
      Quanto poi avvenuto dopo il 2014 è ferita che sanguina tuttora ed essendo io il principale imputato di quel “delitto”, attendo la Cassazione della Storia (quella con la Esse maiuscola) perché ancora troppa passione e un tifo contrapposto impediscono,
      a mio parere, di incolonnarne
      le ragioni e i torti, la retta intenzione e la buona fede (che talvolta è il rifugio di coloro che faticano ad assumersi la responsabilità delle proprie azioni e della propria renitenza di fronte al nuovo).Accetto pure di riconoscere che forse ciò
      che io considerai nuovo in realtà fosse un errore. Avermelo però comunicato col voto segreto la notte del 28 ottobre e non nei tre anni di discussioni negli Organi resta
      quanto meno un limite di quella etica della responsabilità che per anni ci venne insegnata alla luce della cosiddetta Dottrina sociale della Chiesa di cui molti
      atei devoti si riempivano la bocca.

      Augusto Cianfoni
      Auguro Buone Feste a tutti indistintamente.

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      1. Giovanni Guerisoli · Edit

        Caro Augusto bentrovato è comunque un piacere ritrovarti ho letto con attenzione le vicende Fai che non conosco essendo già uscito dalle cariche il rilievo che tu fai legittimo in se credo che sia il vero problema della CISL oggi i dirigenti non hanno il coraggio di disturbare il manovratore di turno e di rifugiano nel voto segreto quando va bene si privilegia l’interesse personale al dibattito franco negli organismi

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    2. Giovanni Guerisoli · Edit

      Veramente ho conosciuto Sauro Rossi nel mio percorso confederale quando era segretario territoriale e il mio ricordo è di un dirigente sindacale non appariscente ma attento agli accadimenti del sindacato nei miei ricordi i dirigenti sindacali delle marche hanno una lunga tradizione di concretezza e presenza sul territorio spero per la CISL che Rossi confermi questa tradizione

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      1. E soprattutto ha dovuto gestire la Cisl in un contesto dove la famiglia politica che la governa da decenni ha ancora le mani in pasta e la usa come comitato elettorale

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  3. Ma il nuovo ingresso nella segreteria confederale che roba è ? Chi è DINOsauro Rossi ? Ha mai fatto sindacato ?…tutto un programma questa cisl. In 7 non ne fanno uno buono

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    1. La Garofalo sta ormai indicando da tempo come suo futuro successore il servil(…) Rizzuto. Ma lei non sa che appena il calabro-toscano avra’ il comando, come nel suo stile, abbandonera’ Nora….Cosi come ha sempre fatto con tutti i segretari generali con cui ha avuto a che fare. Prima è toccato a Gigli e poi Colombini..Rinnegati e traditi tutti come i suoi riferimenti di provenienza. Fedele di Gigli in Toscana fino a quando era al potere rinnegato appena sostituito da Colombini.
      La storia si ripete nella sua carriera arriva in quota tessile al nazionale ma ne tradisce subito le origini affidandosi a Colombini e ricevendo una scomunica ufficiale da Siviero e dal suo groppuscolo di ex tessili…Appena Colombini ha lasciato si è buttato su Nora..rinnegando tutti e tutto diventando una marionetta nelle mani della sicula, cosa che piace moltissimo a lei, che ha bisogno solo di signorsì..
      La storia di Rizzuto e’ chiara..e si ripeterà… Un uomo cosi non cambia.. E sara’ cosi anche con Nora. Oggi e’ servile e accomodante. Domani sara’ il primo a cancellarla… Ma a Nora sta bene cosi..Chi e’ causa del suo mal pianga se stessa…

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      1. È esattamente come dici rizzuto è cosi e lo dimostra nel concreto con le sue azioni o NON azioni come all’assemblea organizzativa dove Nora nelle conclusioni era in difficoltà, non vedeva bene ed era andata in pappa e continuava a balbettare chiedendo aiuto a Gianni che impassibile non si è mosso di un millimetro. Fermo come una pietra.
        Nora farebbe bene a non fidarsi di quel ragazzo.
        Troppe ne combina e troppe ne ha combinate.

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        1. Quanti iscritti falsi nel comparto energia. 1/3 almeno non lo sono più. Quest’anno ci diranno: “stiamo crescendo in maniera esponenziale..”. Si ma con l’anagrafica da ripulire. Almeno 35.000 iscritti circa sono da naspi. 55.000 circa sono i veri da posti di lavoro.. Tutti gli altri, solo fantasmi…

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      2. È esattamente come dici te, rizzuto è cosi e lo dimostra nel concreto con le sue azioni o NON azioni come all’assemblea organizzativa, dove Nora nelle conclusioni era in difficoltà, non vedeva bene ed era andata in pappa e continuava a balbettare chiedendo aiuto a Gianni che impassibile non si e’ mosso di un millimetro, fermo come una pietra.
        Nora farebbe bene a non fidarsi di quel ragazzo.
        Troppe ne combina e troppe ne ha combinate.

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        1. Si in effetti il nostro organizzativo è così… E a proposito di quante ne ha combinate, vorrei ricordare le telefonate fatte ai regionali per tenere alto il tesseramento non togliendo le disdette… In giro a uno così lo avrebbero già fatto ritornare in fabbrica…

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          1. In Cisl funziona così, poco merito e molta appartenenza , in Fim stanno preparandosi a portare il Segretario della Fim Toscana in segreteria nazionale, solo appartenenza

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      3. É tutta così la Cisl. La scuola Furlan, ricordate che quando era D’antoniana, poi Bonanniana docg.
        Petteni pezzottiano, bonanniano, furlaniano.
        Rizzuto perché dovrebbe fare diversamente ?

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    1. Il merito… In Toscana il reggente fp regionale in barba a tutti i regolamenti è un pensionato di quasi 80 anni … Ma va tutto benissimo 😂

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      1. una reggenza ha senso ( anche per statuto e regolamento ) fino al congresso o alle assemblea organizzativa, se va oltre c’e’ piu di un problema.
        incapacita’ di ricambio gruppo dirigente, pochi iscritti e molta polvere sotto il tappeto, responsabilita’ lasciate a personaggi di 78 anni etc etc
        Al pubblico impiego tutto e’ concesso in Cisl , chissa perche?

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  4. La cisl pubblica su La verità
    che cresce ai danni della Cgil.
    Ma come fanno alcune categorie a crescere se la loro canalizzazione per iscritto (al netto della crescita per aumento contrattuale) non cresce?
    Mistero….

    E se è vero perché non accettare una legge che certifichi con oggettività la rappresentatività ?
    Altrimenti è réclame.

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    1. Tu sei confuso , la Cisl cresce , può dar noi ma cresce .
      Altra cosa è una legge sulla rappresentanza, senza che si sia fissato e sperimentato ( è stato fatto solo in alcune categorie ) un metodo di misurazione .
      (…)

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  5. La crescita della Cisl andrà verificata nei bilanci delle categorie che dichiarano crescita. Se la canalizzazione da tesseramento cresce meno di ciò che è imputabile agli aumenti contrattuali. Vuol dire che calano.
    Si sa che alcuni aumenti di tessere sono “sollecitati”. Troppi non cancellano le disdette.

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