Nella notte dell’Ergife, quando un gruppo di segretari regionali della Fai cercò di fermare lo scioglimento della federazione, Paolo Frascella stava dall’altra parte, quella che seguiva la confederazione e la segreteria nazionale verso la costituzione della FaiFilca. Era la parte che poi fu battuta nel voto segreto.
Di quella notte, Paolo Frascella è un altro protagonista che muore, dopo Carmine Santese e Paul Mulser che invece in quella notte erano nel gruppo dei contrari (e Paul fu anche fra i sottoscrittori del successivo ricorso in Tribunale a difesa di quel voto e contro il commissariamento della Fai, l’esperienza da cui è nato questo blog).
Quella che ne seguì fu una divisione non solo politica, ma anche personale; e si approfondì con il commissariamento, che vide lui come altri impegnarsi a collaborare con uno zelo che a noi parve eccessivo e pare eccessivo ancora oggi, quando ogni rancore personale scompare, e anche le questioni politiche si fanno più piccole di fronte alla tragicità del momento e al dolore di chi gli ha voluto bene.
Di fronte ad una morte così tragica ricordare ancora gli eventi della notte del 28 ottobre 2014 non mi pare la cosa più necessaria. Nemmeno utile. Paolo fu sempre una persona mite e la sua odierna scomparsa così improvvisa non mi ispira altro che un profondo dolore.
Quanto alle vicende Ergife molto si potrebbe dire e non in sintonia con quelli che scrissero e tuttora scrivono su il9marzo. Mi sono dato il silenzio in questi nove anni ma ciò non mi ha impedito di compiangere la scomparsa di colleghi che quella notte stettero dalla parte opposta alla mia. Ormai siamo tutti reduci di una guerra vinta da molti e persa da altrettanti. Credo che i migliori vincenti siano in ogni occasione coloro che concedono l’onore delle armi agli sconfitti. Ma in questo caso poi chi furono i vincitori e chi gli sconfitti? Soltanto la lealtà e il coraggio di dire apertamente il proprio dissenso negli Organi lo furono se è vero che dopo tre anni di discussioni il solo voto contrario fu quello della mano morta invocato segreto a norma di Statuto. Di fronte ad esso mi inchinai e mi inchino ma la lealtà e l’etica di un gruppo dirigente vorrebbe altre vie che quella della congiura.
Per Paolo Frascella confermo il mio affetto e il più profondo cordoglio per la sua cara famiglia.
Caro Augusto, di congiure quella notte forse ce ne fu più di una. E probabilmente ce ne furono anche prima, compresa qualche “congiura del silenzio” per fare in modo che il dibattito negli organi fosse possibile ma non troppo consigliato, per poter sistemare meglio le cose a quattr’occhi. Ma questo accade sempre e non ha mai ucciso nessuno. Di diverso in quei fatti c’è che all’Ergife si giocò una partita e il risultato del campo fu chiaro, ma poi lo si volle cambiare a tavolino con un atto di imperio. E ad essere uccisa è stata la libertà della Fai anche senza bisogno di scioglierla con la Filca.
Se questo blog fosse un punto di ritrovo per nostalgici dei bei tempi andati, avrebbe avuto senso mettere da parte quei fatti e parlare di Paolo solo come di qualcuno con il quale abbiamo condiviso tanti momenti.
Ma questo blog ha un’identità politica che si esprime anche quando, come di fronte alla morte di Paolo, sarebbe più facile usare il silenzio o peggio rifugiarsi in qualche frase preconfezionata, di quelle che vanno bene per gli amici, i nemici e soprattutto per quelli che ti sono indifferenti. Per noi la morte di Paolo non è un fatto indifferente; per questo, pur essendo in fondo liberi di ignorarla, ne abbiamo parlato; e lo abbiamo fatto con franchezza, ricordando non solo la notte dell’Ergife ma anche il commissariamento che è il punto dal quale non abbiamo avuto più in comune con lui l’orizzonte che prima di allora ci aveva unito.
Perché ognuno di noi ha fatto le sue scelte, e le scelte, almeno in politica, non sono indifferenti. E non lo diventano neppure con il passare del tempo.
EST MODUS IN REBUS…sunt certi denique fines quos ultra citraque
nequit consistere rectum…
Con Te Paolo ci siamo conosciuti grazie al corso contrattualisti della Fisba alla fine degli anni 80, ci siamo sempre rispettati anche se le nostre strade si sono divise in quella notte all’Ergife di Roma, ci siamo poi ritrovati, così come tanti altri, in quel percorso strano che è stato il commissariamento della Nostra grande Fai. Poi ci siamo ripersi, perché la Fai e la Cisl hanno deciso di punirmi, anche senza colpe, per non ritrovarci più. Oggi apprendo questa brutta notizia e, al di là degli aspetti politici, il cuore si è fatto piccolo piccolo. Un grande abbraccio alla famiglia di Paolo e alla famiglia Fai Cisl , che è stata la mia famiglia condividendo con Te momenti belli e momenti bui. Riposa in pace e che la terra ti sia lieve.
Fabrizio Colonna
Un post orrendo. Davvero. Ve lo dice uno che vi segue e vi sostiene da tempo. C’è un momento per polemizzare e uno per tacere, se proprio non si riesce a esprimere semplice e pura solidarietà.