Più del novanta per cento

“Quasi quattrocentomila”, annuncia gongolando il dottor Sbarra dell’Anas con gli scatoloni pieni delle firma alla sua iniziativa di legge sulla partecipazione. E siccome quattrocento a sua volta è “quasi” cinquecento, potrebbe “quasi” dire che è andata come l’altra volta, quando per portare al parlamento le firme per la proposta di legge di iniziativa popolare la signora Anna Maria dovette noleggiare la carriola. Dichiarando che dentro agli scatoloni che trasportava c’erano cinquecentomila nomi, cognomi e sottoscrizioni autografe.

Poi l’esito della battaglia della nonna con la carriola fu quello che tutti sappiamo. Cioè da cinquecentomila firme a zero risultati politici.

Questa volta niente carriole: i cinque superstiti della segreteria confederale si sono caricati gli scatoloni e li hanno portati a mano, a rischio di spezzarsi la schiena (sempre che fossero pieni).

Quanto ai risultati attesi, sicuramente non saranno inferiori a quelli della volta scorsa. E non solo perché meno di zero è impossibile, ma soprattutto perché gli strusciamenti al governo delle destre e l’aver presentato una proposta che ricalca cose che la destra sostiene da decenni (il tema della partecipazione è sempre “avvolto da non lievi ambiguità”, come avvertiva saggiamente Gino Giugni) rende probabile che il parlamento controllato dalla destra si trovi almeno a discutere la proposta di legge di Via Po 21. E chissà, magari anche ad approvarla, sempre che si trovino formulazioni legislative talmente anodine da non sollevare le resistenze delle imprese, che altrimenti potrebbero bloccare il tutto.

Di certo, il numero delle firme può essere considerato molto alto solo da un punto di vista. E non il più corretto. Le 372.266 dichiarate sono ben più delle cinquantamila necessarie a presentare l’iniziativa in parlamento ma, per fare un paragone, meno delle cinquecentomila che comitati organizzatori di ogni conio hanno raccolto decine di volte per i referendum, superando più volte il milione. Ma soprattutto sono molto, ma molto meno del numero degli iscritti alle federazioni della Cisl.

Se tu dichiari quattro milioni di soci e poi porti al parlamento “quasi quattrocentomila” nomi e cognomi stai, in pratica, ammettendo che la tua proposta è sostenuta da meno del dieci per cento dei tuoi iscritti. Ovvero che più del novanta per cento delle donne e degli uomini con una tessera della Cisl non ha messo la sua firma. Non un grande successo, anche se poi lo si racconta così.

Mentre siamo sicuri che se l’associazione Prendere parola promuovesse un’iniziativa legislativa non arriverebbe nemmeno in sogno alle firme necessarie, e però riuscirebbe nella realtà a far firmare almeno i propri soci. Più un po’ di amici e parenti, mogli e mariti, zie e cognati, che darebbe un totale nettamente superiore alla propria consistenza organizzativa.

Perché un conto è essere un’associazione piccola ma reale, unita dalla condivisione di valori, giudizi ed esperienze e quindi capace di coinvolgimento e partecipazione, un altro è essere una struttura burocratica e centralizzata, dove le adesioni si fanno su altro e in altro modo. E, di conseguenza, più del novanta per cento degli aderenti ti può pagare le quote in cambio di qualche servizio, ma poi si disinteressa, giustamente, delle tue iniziative politiche, per ben inscatolate che siano.

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10 Commenti - Scrivi un commento

  1. meno del 10% degli iscritti dichiarati e dopo aver tediato per mesi i sindacalisti che in maniera riottosa hanno risposto un po…giusta considerazione da parte vostra,nel senso che potrebbe essere una arma a doppio taglio far vedere in giro che nemmeno i tuoi ti firmano(leggi ti votano)…sembrano i congressi dove vedi segretari eletti con manciate di voti,del resto mi pare che tirato via sbarra(perche si vede spesso in televisione) degli altri in fotografia non si sa nemmeno il nome e cognome e cosa mai abbiano fatto nel sindacato.ora si sente dire che a meta dicembre circa faranno un consiglio generale dove mettono aggiunta la bionda della foto che forse qualche assemblea l’ha fatta…poi aggiungono emeriti sconosciuti…direi che siamo in linea col 10% delle firme…aproposito,come sempre,nei giornali si parla della settimana corta e degli accordi di luxottica o come cavolo si chiama ora e di altre aziende illuminate,dibattito dove ricordo c’era sempre la cisl e la fim sopratutto ora ne parlano gli altri,tutti tranne noi fim e cisl….che povertà…

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    1. Vivono su marte, almeno avessero aperto la sottoscrizione durate il periodo fiscale, in cui le persone si rivolgono alle nostre sedi, forse qualche firma in più sarebbe uscita, sempre che ci fosse qualcuno a spiegare perché di questa campagna.

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  2. Gli iscritti non sanno nulla perché non vengo consultati! Ogni segretario per essere ricordati deve fare qualcosa di “ eccessivo” che in questo caso le firme per una proposta di legge bella quanto utopistica. Comunque come dice Cetti la qualunque più …. per tutti. L’ importante che non si disturbi mai il manovratore.

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  3. La mediocrità oggi è regola in questa Cisl, anzi povera Cisl, autoreferenziali al massimo e di scarsa iniziativa, quasi nulla o nulla nei confronti degli iscritti e della loro famiglie. Sono stato in questa grande e bella organizzazione per 32 anni, poi buttato fuori strumentalizzando cose assolutamente false, forse per paura delle mie idee che cozzavano chiaramente ed apertamente con quelle di ieri e di oggi.
    Fabrizio Colonna

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    1. Le firme sono sicuramente pochissime in rapporto alla consistenza degli iscritti alla Cisl che, però, sono tali non tanto perché condividono i valori (?) Portati avanti dalla segreteria, ma perché magari utilizzano i servizi che sono ben fatti per merito degli operatori inas e Caf o per il carisma di tanti piccoli grandi uomini che sono i delegati seri, che pur esistono. D’altronde è difficile convincere gli iscritti a firmare per una questione complicata e non semplice da spiegare. Immaginatevi nei banchetti per la raccolta delle firme, all’aperto al mercato, cercare di spiegare la proposta di legge della CISL insomma per coinvolgere “la gente” si deve trovare qualcosa che entusiasmi le persone e non questioni, magari importanti, ma non determinanti per le persone. Inoltre il segretario Sbarra da un lato sostiene che la Cisl difende i più poveri ma in realtà la sua proposta di legge, sempre che sia discussa e poi approvata, potrebbe interessare solo qualche azienda grande e moderna, ma non certo il mondo del sub appalto, delle piccole imprese, che sono la stragrande maggioranza, del lavoro parasubordinato o stagionale. Parlare di partecipazione in questo tipo di aziende è pura utopia !

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  4. Dovevano fare assemblee a tappeto sul salario minimo, sulla proposta di legge, sulla mobilitazione, ecc. ecc…. Così dicevano. Invece nella mia azienda pur sindacalizzata non si vede anima viva di parte segreteria da circa un anno. Tutto detto

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    1. Il segretario regionale che segue la mia azienda lo vediamo in qualche convegno di pensionati e a cena con altri regionali. Dice che ha un diavolo per capello eppure….

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