Nelle gerontocrazie, il massimo del rinnovamento possibile è un qualche cambiamento di poltrona. Una questione, ci si perdoni l’osservazione un po’ “grossier”, più di sedere che di testa. Anche quando ad essere in ballo è la testa dell’organizzazione, come la poltrona a Via Po 21 attualmente occupata (e non con la testa) dal dottor Sbarra dell’Anas.
Il fatto è che nella Cisl (o in quella cosa che della Cisl conserva il nome, ma non la testa né il cuore) il sistema gerontocratico è così radicato che solo due anni fa è stato eletto un segretario generale già vecchio, ma così vecchio che subito è partito il balletto delle voci su dove sarebbe andato alla fine dell’incarico. Anche alla luce della regola (che è modificabile senza troppi problemi, ma finora è lì) che vuole i 65 anni come capolinea. Un capolinea sempre più vicino.
Uno degli sbocchi possibili, naturalmente, è la politica. Il che spiegherebbe come mai il dottor Sbarra dell’Anas negli ultimi tempi ha smesso di farsi fare le foto con gente del Pd ed ha cominciato a farsele fare con esponenti di pseudo-sindacati di destra, poi con un ministro di destra ma dal nome di battesimo un po’ sinistro, poi in convegni nei quali impegna la Cisl a sostegno delle opere del regime. Perché oggi la destra è un investimento migliore della sinistra; poi, se il vento per caso dovesse cambiare, si fa presto a disinvestire da un lato e reinvestire dall’altro. E saltare giù anche dal ponte sullo stretto appena benedetto.
L’ultima voce in materia è andata al di là del recinto dei pettegolezzi interni ed è finita su qualche sito di informazione: il segretario generale della Cisl avrebbe avuto l’offerta di una candidatura con Forza Italia per le europee. Che saranno fra nove mesi. Detratti i tempi della candidatura, e posto che queste cose non si improvvisano, se la cosa fosse vera l’operazione successione dovrebbe partire subito.
Prendiamo sul serio la voce e facciamo due calcoli. Alle elezioni europee, l’Italia esprimerà 76 deputati, divisi in cinque circoscrizioni. Nel 2019 la circoscrizione Italia meridionale, dove sarebbe stata offerta la candidatura al dottore, aveva 18 deputati da eleggere e Forza Italia (Berlusconi vivente) ne ottenne due. E siccome le teste in Italia saranno anche poche, ma i sederi che aspirano a sedersi sono tanti, c’è da prevedere una concorrenza spietata.
Il problema allora è in questi termini: il dottore può lasciare un posto a tempo ma sicuro (e con possibile proroga) come quello occupato (non con la testa) a Via Po 21 e rischiare la trombatura per andare, nella migliore delle ipotesi, in un parlamento dove si parlano lingue a lui sconosciute e dove non sarebbe più il numero uno, ma solo un deputato su 720? La risposta è facile: può farlo solo se ha la certezza di essere eletto. Ma come si fa ad avere la certezza se il sistema elettorale (salvo riforme) prevede il voto di preferenza e richiede quindi una campagna elettorale lunga e costosa in sei regioni dove i trasporti sono difficili? Risposta ancor più facile: solo se c’è chi ci mette i soldi e i voti.
Eccoci al punto: il dottor Sbarra dell’Anas, una volta uscito dalla Cisl, non avrebbe nulla su cui contare. Non i soldi, perché usare quelli della Cisl sarebbe appropriazione indebita, non i voti, perché il voto di preferenza è libero e non è per alzata di mano come nel consiglio generale della Cisl che lui controlla ancora (e potrebbe proprogarlo nell’incarico attuale).
Quanto a Forza Italia, se vuole candidarlo lo candidi pure. E lo stesso vale per altri partiti, più a destra e forse in grado di ottenere qualche deputato in più ed offrirgli maggiori prospettive di successo. Ma non si illudano di avere così “i voti della Cisl”. Che non esistono e non sono mai esistiti. Nel caso, sarebbero loro a doverglieli dare per portarlo a Strasburgo.
E sarebbe un cattivo affare. Come dimostra la lunga serie di fallimenti di tutti coloro che pensavano di poter contare sugli inesistenti voti della Cisl.
Nel silenzio generale l’ex segretaria generale ha avuto il sostegno alle politiche di molte strutture dei collegi in cui è stata “nominata”
ed era uscita dalla cisl da più di un anno.
Soldi buttati perché era nel listino bloccato di due collegi. Vi pare che l’erede di Sbarra non sosterrà la
sua campagna ?
E come lo sostiene? Le palanche, se le avesse, non gliele darebbe; i voti se li avesse glieli darebbe anche, ma non ce li ha…
L’articolo proposto è cosi razionale (e vero…) che mi dispiace sia stato pubblicato,mi spiego,se lo legge sbarra di sicuro si fa dare altri mandati per rimanere e in questa cisl di yesmen chi glielo nega….ci tocca tenercelo per un’altra vita…suggerisco in maniera ironica di scrivergli che lo voteremo in massa tutti gli iscritti pur di levarcelo dalle…..
cambierebbe qualcosa con la Fumarola ?
Se lo scettro andrà alla Fumarola un secondo dopo la Garofalo e’ in confederazione..
E a quel punto non potra’ dir di no..
Ma tanto lascia rizzuto il suo servilfantoccio, a continuare i disastri e le malefatte che lei fa ogni giorno umiliando la femca che sotto la sua guida ha ormai assunto la fama del ridicolo…
Ennesima iniziativa sulla partecipazione. Questa volta e’ toccato a noi..
Il malcontento aumenta a vista d’occhio qui in Lombardia.
Il cavallo imbolsito Ronchi non riesce più a gestirlo.
Tante sono ormai le divisioni sui territori che lui non riesce più a governare..
Oramai e’ una polveriera del tutti contro tutti..
Nora e’ preoccupata ed e’ sempre qua…
A tentare di governare il processo di sostituzione del gruppo dirigente e per provare a proteggere la sua candidata, la sindacalista in provetta della femca dei laghi… Ce la fara’? Sara’ molto dura come sara’ dura per il suo servilzerbino calabro/toscano…