Banca d’Italia Considerazioni finali del Governatore Relazione annuale 2022 Pagine 19-20 (sottolineature nostre):
“Nonostante la diseguaglianza nelle retribuzioni orarie sia rimasta contenuta tra gli occupati dipendenti del settore privato, la quota di lavoratori con retribuzioni annue particolarmente basse – convenzionalmente inferiori al 60 per cento del valore mediano della distribuzione, pari oggi a 11.600 euro annui – è ancora salita, fino al 30 per cento, dal 25 degli ultimi anni del secolo scorso. Con la maggiore diffusione del lavoro temporaneo e di quello a tempo parziale è sensibilmente aumentato il numero di quanti oggi hanno un impiego solo per una parte dell’anno.
Le forme contrattuali atipiche hanno accentuato la risposta dell’occupazione agli andamenti ciclici dell’economia e favorito in molti nuclei familiari l’aumento del numero di occupati, ancorché con salari modesti. Nel 2022, con la ripresa sostenuta della domanda di lavoro, è cresciuta notevolmente la trasformazione di contratti temporanei in permanenti. In molti casi, però, il lavoro a termine si associa a condizioni di precarietà molto prolungate; la quota di giovani che dopo cinque anni ancora si trova in condizioni di impiego a tempo determinato resta prossima al 20 per cento. Troppi, non solo tra i giovani, non hanno un’occupazione regolare o, pur avendola, non si vedono riconosciute condizioni contrattuali adeguate; come negli altri principali paesi, l’introduzione di un salario minimo, definito con il necessario equilibrio, può rispondere a non trascurabili esigenze di giustizia sociale.
Dunque crescono il pil e gli occupati, ma non le retribuzioni, soprattutto quelle più basse e quelle dei giovani (ma anche dei meno giovani) che sono stati condannati a lavorare senza continuità di occupazione, alimentando il lavoro meno produttivo e frenando l’innovazione.
Però a Via Po 21 pensano che il problema sia la partecipazione …
Forse all’apparato non bastano più i posti negli enti bilaterali e allora vogliono estendersi ai consigli di amministrazione. E in cambio raccontano la favoletta che i contratti collettivi attuali (quelli che a troppi non garantiscono “condizioni contrattuali adeguate”, Visco dixit) andrebbero estesi erga omnes.
Come se gli attuali contratti (quelli che servono anche a istituire i fondi e gli enti bilaterali con annesse prebende), fossero la soluzione e non parte del problema.
Penso che in via Po freghi niente a nessuno di tale situazione perché questi son tutti lavoratori senza futuro che non possono permettersi di iscriversi a un sindacato. Meglio le cariche che portano potere e soldi nelle casse. Ma questa situazione di precari, di giovani e meno giovani sfruttati e sottopagati, grida vendetta.
Abbiamo un sindacato senza una visione di prospettiva. La preoccupazione è solo quella del presente per i nostri dirigenti, arrivare a fine mandato, anzi a fine carriera tirando a campare proponendo soluzioni che non hanno alcun valore, anzi mistificano il nulla con le soluzioni per tutti. E così via..
E godono delle nostre paure.
Parliamo parliamo ma poi si accetta tutto e non si denuncia mai, non si scrivono lettere, non si lavora per far applicare i codici e gli statuti.
Si nominano gli imputati, si lascia nelle segreterie persone che si sa benissimo hanno abusato dei distacchi e non si fa nulla.
Solo questo sito ha avuto e ha il coraggio di dire, fare, segnalare, proporre e denunciare.
Grazie per esserci.
Nb: ma gli ex responsabili o intellettuali cislini dove sono?
Uscite liberi , altri arriveranno , si chiama democrazia , libertà di scelta .
Oggi il sindacato è un altra cosa rispetto a 40 anni fa.
A chi si iscrive oggi degli intellettuali cislini non frega nulla , e poi non ci sono più, sono tutti nel 9 marzo
Per la verità nel 9 marzo non ci sono intellettuali cislini. Almeno se per questo termine intendi gente come Gallo, Carera, Ciampani, Lauria e gli altri che intervengono ai convegni di Via Po 21 sulla partecipazione, su Don Milani, sulle 150 ore e sui condigli generali del 1950 e su tutto il resto tranne che sulle retribuzioni. Cioè su quello per cui ci si dovrebbe iscrivere ad un sindacato.
Quelle del 9 marzo sono prese di posizioni politiche, non intellettuali.
Già oggi il sindacato è diverso perché per lo più ne fanno parte personaggi colti e preparati dalle lunghe orecchie
https://www.lapresse.it/politica/2023/06/01/lavoro-al-via-raccolta-firme-della-cisl-per-legge-su-partecipazione/
Eh ma Sbarra non ci sente… Continua imperterrito con la sua retorica propagandistica. Norare nel video gli applausi mentre appone la sua prima firma. Davvero patetico. E intanto i problemi rimangono
Perché patetico? A me sembra che quello che dica abbia un senso, e attraversa anche il tema delle retribuzioni. Quanto agli applausi, mi sembrano più che comprensibili all’inizio di una campagna impegnativa come questa. Con questi toni arroganti voi non colpite Sbarra, ma tutta una comunità sindacale. Qual è, nel merito, la sua critica?
Perché rispondi a Filippo dandogli del “voi” (“voi non colpite Sbarra”)? Forse perché vuoi attribuire i toni (giusti o sbagliati) di un commentatore esterno al blog? In questo caso saresti tu ad essere poco rispettoso della nostra comunità. E quindi, per converso, potremmo chiedere noi a te quale critica di merito vuoi farci.
Ma noi non te lo chiederemmo mai, perché sul 9 marzo si possono esprimere tutte le critiche: quelle nel merito, quelle di metodo, quelle di opportunità e quelle di altro tipo e natura.
Gliela spiego io la mia critica nel merito:
1) il CCNL del mio settore ormai è rinnovato senza tenere conto del recupero inflazionale e senza tenere conto del recupero salariale per il periodo di vacanza contrattuale ( e si tratta di mesi di vacanza) in barba agli ultimi accordi interconfederali che ormai nessuno rispetta.
2) Nessuno dei nostri sindacalisti (e parliamo di un’azienda fortemente sindacalizzata ma penso ancora per poco) si è fatto vedere per votare l’accordo di rinnovo CCNL come prassi vorrebbe.
3) il premio di risultato nella mia azienda è stato dimezzato durante la pandemia con la scusa che gli utili son passati da 10 milioni netti dell’anno precedente a 6 milioni sempre netti.
4) La scusa della pandemia è diventata strutturale in quanto gli utili sono tornati ai valori massimi e il premio di risultato è rimasto dimezzato senza che la Cisl (unico sindacato in azienda, ma penso ancora per poco) abbia mai pensato che forse le restrizioni del premio son finite con la pandemia.
5) Nessuno si è presentato a farci votare il premio di risultato (vedi CCNL stessa modalità di rinnovo).
6) Forse un impegno sul salario minimo da parte di Sbarra sarebbe più compreso da me iscritto rispetto a una raccolta firme che non produrrà nulla ( vedi precedente Furlan).
7) Forse occuparsi seriamente con iniziative politico sindacali adeguate per una politica dei redditi da parte di Sbarra, comprese le politiche monetarie della BCE, sarebbe più opportuno e comprensibile rispetto iniziative atte solamente a cercare un po’ di immagine pubblica che però nessuno fila.
8) Prova a chiedere a qualunque lavoratore, soprattutto giovane o precario, se sente l’utilità del sindacato in generale e della Cisl in particolare, vedrai che ti rispondono.
9) La Cisl adegua perfettamente gli aumenti salariali dei suoi stipendiati all’inflazione reale, perché non si sbatte al fine di applicare la stessa misura ai lavoratori che rappresenta?
10) La Cisl non si è ancora resa conto che la sua indolenza inevitabilmente le ricadrà addosso, è palese, basta guardarsi attorno e vedere la realtà anziché vivere e progettare virtualmente da una campana di vetro.
Ci sarebbero almeno altri 10 osservazioni ma mi fermo qua per non dilungarmi troppo.
Non sarebbe patetico l’atteggiamento di chi applaude un capitano che sta per inabissare la nave per incapacità sua e di tutto l’equipaggio?
Fatevi un video quando consegnerete cinquantamila papiri in carriola. Spreco di tempo ed energie
Ti faccio un esempio concreto caro anonimo, secondo il segretario generale la battaglia salariale si farebbe con la partecipazione dei lavoratori nei consigli di amministrazione andando a inficiare sulla produttività; ma questa non è già materia delle RSU e se queste non esistono pensi che le aziende non cerchino già di per sé stesse la massima produttività? Secondo Sbarra i salari si redistruiberebbero ai lavoratori grazie ai loro rappresentanti nei consigli di amministrazione, ma pensi che se non ci riesce attualmente la pletora di sindacalisti attraverso i premi di produzione ci riusciranno un domani semplici lavoratori eletti nei consigli?
Mi pare tutta una messa in scena inutile ai più e utile solo allo scaricabarile: se i salari non aumentano che ci possiamo fare noi addetti ai lavori? Le basi le abbiamo impostate… ecc. ecc.
Rimboccatevi le maniche invece e pensate a qualche iniziativa concreta.
Scusami ma dimenticavo un particolare: Sbarra nel video dice anche che grazie ai lavoratori nei consigli di amministrazione si contrasteranno le delocalizzazioni. Ma pensi davvero che le decisioni prese dall’azionista di riferimento saranno contrastate dal Consiglio di amministrazione? E se ad oggi pletora di sindacalisti e vertenze sindacali riescono a fare poco e nulla, ci riusciranno un domani i nostri rappresentanti nei consigli? Ma dai!!
Ci vuole altro
La cisl è nota per gli scandali, stipendi, distacchi, arricchimenti, stipendi in linea con inflazione con i rinnovi delle categorie a meno della metà.
Fa solo bene a presentare proposte sulla partecipazione almeno si tenta di essere noti per altro.
Abbiamo sentito il bagnino romagnolo parlare di industria e di Carniti. È tutto finito