Il solco inesistente

C’è un’espressione ricorrente, quasi un’ossessione, nei discorsi e negli articoli del dottor Sbarra dell’Anas: quella secondo cui la Cisl sotto la sua guida si muoverebbe sempre “nel solco del pensiero di Giulio Pastore”, come scrive ad esempio sull’Avvenire del 30 aprile per rilanciare la proposta di legge di iniziativa popolare sulla partecipazione.

Giulio Pastore, per la verità, era uno seppe tenere vivo il legame con le radici del sindacalismo bianco ma anche muoversi, se necessario, anche al di fuori del solco che avevano tracciato i suoi predecessori. Ad esempio, Achille Grandi aveva tracciato il solco del sindacalismo unitario nella Cgil, e Pastore invece dalla Cgil se n’è andato e poi, con altri, ha fondato la Cisl. Poi c’è chi sostiene che se Grandi non fosse morto la scissione ci sarebbe stata lo stesso, c’è chi dice invece che la scissione non ci sarebbe stata, ma su questo non ci sono controprove.

Ma se si parla di partecipazione, di applicazione dell’articolo 46 della Costituzione e di tutte le cose meravigliose che il dottor Sbarra promette con la sua nuova proposta di legge (salari più alti, più sicurezza sul lavoro, più democrazia nei luoghi di lavoro e via così) la controprova c’è ed è semplicissima: basta verificare quali iniziative di legge sono state presentate da Giulio Pastore in questa materia.

Se Giulio Pastore avesse avuto interesse all’argomento avrebbe potuto presentare lui delle proposte in materia da parlamentare, sia quando era segretario generale della Cisl, dal 1950 al 1958, sia nei dieci anni seguenti. Oppure sarebbe stato, alla costituente, uno dei padri dell’articolo 46. E siccome la Cisl aveva negli anni Cinquanta e Sessanta un ufficio legislativo che si occupava di affiancare l’attività dei sindacalisti deputati elaborando proposte di legge poi presentate alla Camera (dove Amos Zanibelli, segretario generale della Fisba, è stato a lungo presidente della commissione lavoro), si può andare a vedere quante e quali proposte siano state elaborate in materia di partecipazione, negli anni di Pastore o in quelli in cui Storti si è mosso nel solco del predecessore (fino al 1969, poi fu stabilita la regola dell’incompatibilità, e i parlamentari della Cisl non c’erano più).

Chi ha voglia può fare la prova consultando on line gli atti della costituente, o vedere tutte le proposte presentate dal Giulio Pastore nella prima legislatura, nella seconda, nella terza, nella quarta e nella quinta. Quel che ne emerge è che l’interesse di Giulio Pastore per l’applicazione dell’articolo 46 della Costituzione era prossima allo zero. E la stessa cosa ci sentiamo di dire per il gruppo dei sindacalisti parlamentari della Cisl (cui si devono semmai le leggi contro l’intermediazione di manodopera o l’abuso dei contratti a termine, cose sulle quali la Cisl dagli anni Novanta si è posta al di fuori di quel solco; e così fa il dottor Sbarra dell’Anas con il governo attuale).

Semmai la proposta della Cisl di oggi potrebbe trovare dei forti riferimenti non nei padri fondatori, ma nei nonni: l’idea della partecipazione agli utili, per esempio, piaceva molto ai vecchi sindacalisti bianchi. Poi però, con la nascita della Cisl, quell’idea fu abbandonata come vecchia e poco in sintonia con la modernizzazione dell’impresa, che richiedeva invece la contrattazione aziendale dei salari (cosa molto diversa dalla partecipazione agli utili, perché la partecipazione presuppone un interesse comune superiore, mentre la contrattazione richiede la rappresentanza di interessi diversi).

Quello è il solco della proposta di legge sbarriana, tracciato più dalla generazione di Grandi e quelle precedenti che da Giulio Pastore. Il quale la lasciò perdere considerandola nobile ma vecchia già settant’anni fa. Oggi ci sembra soprattutto vecchia.

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31 Commenti - Scrivi un commento

  1. i segretari dei settori che non rinnovano i contratti da oltre 5 anni, alcuni 10. Perché non si dimettono?
    oramai basta leccare i piedi

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  2. intanto il buon Gigi gestisce i corridoi della Cisl in maniera ancora piu maniacale di quello non abbia fatto la Furlan.
    Da vedere la foto in cui il segretario della Fim Campania gli regge l’ombrello a Potenza , lui che si definiva fratello di quelli cacciati 3 anni da corso trieste , adesso si e’ alleato con i toscani che gli devono aver consigliato la via organizzativa ….

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    1. da vero hacker scrivere un nome per depistare sul vero autore.
      Siete in 4, gli ultimi giapponesi che hanno fatto fortuna
      con le genuflessioni a nonna pensione d’oro. La nonna è altrove,
      il segretario è sbarra
      fatevene una ragione.

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      1. Sbarra è in continuità con la Furlan , semmai il problema si potrebbe aprire per il dopo .
        Tu nel frattempo non hai perso il vizio , sempre dalla parte dei padroni , a massacrare la povera gente , un bel convegno con la Fornero , un aggiornamento al tuo padrone Calenda e via

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        1. Non è buona abitudine attaccare un altro commentatore sul piano personale senza far capire agli altri lettori chi sei tu e chi ritieni che sia colui (o colei) cui ti rivolgi. Se si fanno commenti anonimi o coperti da pseudonimo la polemica personalistica esclude dalla comprensione tutti gli altri che leggono. Il che non è buona educazione.
          Quindi non vi stupite se i voostri prossimi commenti che persisteranno in questo vizio non saranno pubblicati.
          il9marzo.it

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        2. “ i nostri migliori alleati sono gli imprenditori”
          congresso cisl 2022.

          Quelli che dicono che c’é continuità sono i 3 giapponesi che dicono alla nonna “quando c’eri tu era un’altra cosa”. Che ne dicono di tutti i colori su Sbarra. Che vengono cacciati dai presidi dei lavoratori e che hanno ancora l’ossessione di marcolino.
          Uno non ci sente bene, l’altro invece vede bene, soprattutto i soldi.

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  3. Il guardingo Gigi è nuovamente su un binario morto. Vorrebbe ma non può.. Prima fila col Governo, poi per non rimanere indietro si arremba a UIL e CGIL. Adesso che alla mobilitazione della triade si vorrebbero affrancare i partiti di opposizione frena. È rimasto in pratica col cerino in mano.
    Questo dimostra che a non avere una linea sindacale di paga sempre.

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    1. Non vorrei comtraddirla, anzi sì, ma con i tre sabati del villaggio sono Cgil e Uil sulla linea Cisl. Non viceversa. Fosse per Corso Italia saremmo alle barricate. E infatti Landini si sente stretto. Il cerino ce l’ha lui, e gli comincia a bruciare la mano. Quanto ai partiti sul palco, lei li vorrebbe?

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      1. Quando i lavoratori non sono più coinvolti nella democrazia sindacale nelle piazze al loro posto vanno i partiti. Diciamocelo chiaramente.. i sindacati oltre ai segretari e delegati “obbligati” alla partecipazione chi portano ancora in piazza?

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    1. Questo è scontato. Il problema consiste nel fatto che la Cisl si aggrega un po’ di qua e un po’ di là senza logiche che vengano dal basso. Difatti non esistono più né consultazioni con la base né esiste un dibattito a livello di dirigenza.

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      1. Tutto giusto e corretto. La Cisl è diventata una struttura dirigista, diventando una cattiva copia della Cgil, con impiegati dell’organizzazione che fanno i sindacalisti. Senza conoscere un posto di lavoro, pertanto senza conoscenza delle dinamiche nonché le vere problematiche, in quanto il loro datore di lavoro è la stessa Cisl: Ovviamente la rivendicazione economica non trova mai il suo percorso.
        Le consultazioni ed i dibattiti interni, morti e seppelliti da tempo: serve solo alzare la mano.

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  4. osservatore interessato · Edit

    quando non si hanno idee innovative da proporre non resta che ricorrere ai padri fondatori almeno non si fa brutta figura

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  5. In Stellantis a Pomigliano, è in corso uno sciopero indetto dalla Fiom contro l’insostenibile aumento dei ritmi produttivi. Lo sciopero ha di fatto bloccato la produzione. Ma per la Fim va tutto bene da quelle parti? Ascoltano i lavoratori o fanno solo pessimi accordi con i padroni?

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    1. In Fim la parola sciopero l’hanno tolta dallo statuto. Le nuove parole d’ordine le detta Confindustri e tutti giù a ripeterle, qualcuno a memoria qualche altro dirigente le deve anche leggere prima. Ma va tutto bene

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      1. C’è chi è in fabbrica a Pomigliano tutti i giorni , e chi sogna un autorità che entri nei palazzi del sindacato.
        I bentivogliani ( minuscolo appositamente) , non si smentiscono mai

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        1. Precisazione linguistica, senza prender partito fra le fazioni Fim: “bentivogliani” è un aggettivo, quindi va sempre scritto comunque minuscolo. Al pari di “sbarriani”, “bonanniani” o “furlaniani”.

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  6. Il veneto è preso da stati d’ansia senza precedenti. Tutti a chiedersi se Refosco va o resta. Tutti a domandarsi: chi lo sostituirà? Lui vorrebbe farsi sostituire dal fedele Consiglio,,, Ma in veneto sono stufi di questa alternanza tra vicenza e treviso che dura da decenni,,, Gli altri che sono tutti incapaci? Poi la banda di Refosco non conta più di un 30%,,, e vuoi vedere che prima o poi qualcuno non punterà i piedi? Comunque una cosa è scontata. Se il veneto non sarà in grado di convergere sulla soluzione che piace allo stradino, il buon Gianfranco da lì e per i prossimi 7 anni non si sposta,,,

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      1. Sei un ex Fai anche tu? Va bene, ma cerca di non usare il nome che ho usato io per primo. Anche perché mi sembra che ti interessa più la Fim

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      2. Mi spiace contraddirti ma quell’articolo dev’essere errato in quanto dalle principali testate giornalistiche non risulta la Fim. Semmai solo Fiom e autonomi

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  7. La stabilità in cisl veneto non dura mai più di 10 anni. anche nelle categorie, ricordate la raccolta firme nella fim del veneto contro il regionale.

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  8. Ora Baretta se rientra in campo lo fa per se stesso. Con D’Antoni a capo della fondazione e Gigi della Cisl, il futuro della confederazione e del veneto non lo deciderà di sicuro il piddino

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