A Verona, città di Fausto Scandola e luogo di un procedimento penale a carico di Giulio secondo, gira in ambienti della Cisl un articolo sulle vicende dei cugini della Uil accompagnato talora da commenti sarcastici. La stampa locale ha ripreso infatti la notizia di un volantino anonimo che rivolge accuse precise e circostanziate al segretario regionale della Uil.
Si tratta della stessa persona già al centro di critiche da settimane: “il segretario regionale Uil in Veneto affitta due immobili al suo sindacato”, si intitolava un articolo del Fatto Quotidiano del 14 novembre 2022. Questa prima vicenda riguarderebbe due appartamenti a Feltre e a Verona. Ora però un volantino anonimo e un articolo che ne ha riscontrato le affermazioni con visure e controlli alla camera di commercio, gli addebita anche interessi inappropriati in alcune società legate alla gestione di assicurazioni sanitarie in collaborazione con la società Rbm Salute Spa. Cioè con lo stesso gruppo partner della Cisl nell’operazione Aletheia, voluta da Giulio secondo e finita male (sono storie che abbiamo raccontato più volte e che trovate su questo blog; e ricordiamo che le querele di Giulio secondo contro questo blog hanno fatto la fine che meritavano).
Ci sembrerebbe quindi un po’ buffo l’atteggiamento di chi, nella Cisl di Verona, volesse usare questi argomenti per accusare altre organizzazioni. Mentre proprio a Verona c’è un altissimo dirigente della Cisl rinviato a giudizio per questioni relative ad un appartamento per il cui acquisto un mutuo è stato revocato e un altro è stato sottoscritto a condizioni diverse; e visto che dalla stessa persona è partita l’alleanza con il gruppo Rbm attraverso Aletheia che ha portato la Cisl in affari con controparti contrattuali, peraltro con scarsi risultati (sono cose che scriviamo da anni e che trovate in questo blog). E considerando che l’articolo fatto girare parla del ruolo dell’attuale segretario della Uil del Veneto in enti e fondi (Metasalute, Cometa, Fondapi), che riguardano tutti i sindacati confederali.
In altre parole, il bue non ha titolo per dare del cornuto all’asino. Semmai qualche parallelismo nelle vicende, sulle quali offriamo a chiunque la più ampia facoltà di replica, potrebbe indurre a riflettere sul fatto che il problema della trasparenza riguarda tutti. E riguarda tutti perché organizzazioni sindacali che gestiscono un numero crescente di attività hanno abolito la prassi di rispondere del proprio operato al proprio interno (se non con l’espulsione come fu per Fausto Scandola).
Solo che poi rischiano di trovarsi a dover rispondere verso l’esterno: un po’ all’opinione pubblica e alla stampa, e occasionalmente anche al giudice penale.
Se da Rbm raccontassero i viaggi organizzati (mascherati da conferenze) a cui partecipavano anche i nostri responsabili welfare. Ancora nelle categorie e a via pò.
Ci sarebbe poco da ridere.
Basta andare a Latina e verificare la proprietà dell’appartamento affittato a prezzi stratosferici al patronato ed ad altri servizi CISL forse si scoprirebbe che è stato acquistato dalla moglie del seg.gen CISL di Latina tal Cecere che per questo motivo è stato denunciati ai probiviri della CISL da un delegato sindacale dei bancari che suo malgrado ha dovuto ritirare il ricorso a seguito di un intervento diretto di Via Po’ dopo che analogo ricorso presentato da un ex fai era stato respinto dai probiviri del Lazio perché percependo la pensione a Roma e non a Latina secondo questi eminenti giuristi non aveva titolo
Ma la finite di raccontare sempre le stesse cose??? Un disco rotto. Ora aletheia chiuderà…. Così la smettete di fare articoli in serie. Pensate a temi sindacali piuttosto che cercare di delegittimare ogni persona e dirigente perché vi hanno tolto le Vs prebende.
Le prebende di chi?
Aletheia chiuderá? Ma chi lo dice? Non è così scontato che tanti furbetti rinuncino al loro pozzo.
Poi quando fate accuse (mutuo revocato o altro) sarebbe utile non “godere” perché in Italia sino alla eventuale condanna c’è la presunzione di innocenza. Ma poi non si trattava di un problema urbanistico? Cosa c’entra con
Sindacato??
La presunzione di “non colpevolezza”, come più correttamente si chiama, non riguarda quello che abbiamo scritto, e cioè che c’è un segregtario confederale imputato in un processo, cosa incontrovertibile. Avrenmmo violato la presunzione se avessimo scritto che è stato condannato definitivamente. Cosa che non è, che non abbiamo scritto e che non auguriamo a nessuno.
Inoltre sei tu che fai confusione quando citi il caso del mutuo, che abbiamo ricordato come esempio di un problema di trasparenza e non di colpevolezza penale. Problema negato dal diretto interessato che aveva promosso per questo due querele contro questo blog. Ed ha ottenuto la risposta che meritava sia dal giudice penale sia dalla banca che ha revocato il mutuo “normalissimo”.
Buongiorno sig. Anonimo super informato.
Perché Aletheia chiude?
Ci speghi un pochino
Grazie
Non sapevo dell’esistenza di questo sito ma oggi un amico me lo ha fatto vedere. Ho visto che si parla di cose che conosco e perciò mi permetto di scrivere un commento.
Non c’è mai stata alcuna revoca di mutuo. La storia del mitico mutuo è la seguente. Romani era coniugato con la signora Pighi. Entrambi bancari. Uno MPS, l’altra Cariveneto. Entrambi avevano diritto in quanto dipendenti a contrarre il mutuo a tasso di favore. Scelsero Cariveneto per facilità di seguimento della pratica da parte di lei che lavorava in filiale. Si trattava di un mutuo per acquisto e ristrutturazione a stato avanzamento lavori.
Il matrimonio tra i due coniugi finì quando i lavori non erano ancora concluso e il mutuo non era stato ancora interamente erogato.
Nei patti di separazione i coniugi concordarono, innanzi al giudice, che l’abitazione ed il relativo mutuo restassero a Romani. Il patto prevedeva il cosiddetto accollo liberatorio del debito da parte di Romani. L’accollo liberatorio (cioè la liberazione di ogni debito dell’intestatario uscente, da parte dell’intestatario subentrante) non era previsto dalle procedure di Cariveneto (che applicava la norma del Codice Civile) e quindi, ricorrendo le condizioni di rischio per farlo, la banca offrì ai coniugi la propria disponibilità, non ad accollare al Romani il 50% della Pighi (perché la Pighi in base alle norme sarebbe rimasta obbligata) ma a fare un nuovo mutuo interamente intestato al Romani con il quale estinguere il mutuo precedente, onde consentire al Romani di concludere gli stati di avanzamento lavori iniziati. Diversamente da quanto da lei dichiarato nella lettera che pubblicaste, la cosa fu fatta nella totale conoscenza della Pighi che non solo era direttamente beneficiaria (era lei il debitore liberato) ma intervenne nell’atto del nuovo mutuo come terzo datore di ipoteca (per pochi giorni, in attesa della registrazione degli atti, lei restò comproprietaria del bene) e partecipò fisicamente all’atto notarile sottoscrivendolo.
Il nuovo mutuo era stato fatto dunque solo a due scopi: liberare dal debito la signora Pighi e consentire a Romani di completare la ristrutturazione iniziata, cosa evidentemente conveniente anche per la banca che aveva calcolato il valore cauzionale dell’immobile a fine lavori e non aveva nessun interesse ad impedire che questi si concludessero. L’operazione era perfettamente conforme alle regole aziendali.
Il contratto di mutuo edilizio (cioè per la costruzione dell’immobile e non solo per l’acquisto) si conclude solo dopo l’atto di erogazione finale. Prima di allora é solo un prefinanziamento su cui si pagano solo gli interessi senza rimborsare il capitale. Quindi il mitico mutuo su cui si fece tanto rumore era ancora solo un prefinanziamento, in attesa di conclusione lavori e di definizione ed erogazione finale. Il tasso era provvisorio perché il cliente opta per tasso variabile o fisso solo con l’atto di erogazione finale. Era un tasso variabile (euribor + 0,60) perfettamente coerente sia col mutuo sostituito, sia con i tassi applicati per operazioni della stessa specie alla clientela primaria. Romani era giustamente considerato clientela prime. A un certo punto era diventato particolarmente basso perché l’euribor, che viene fissato dai mercati europei, era negativo ma per la banca il guadagno era comunque dello 0,60%. Se l’euribor fosse stato di 4 punti Romani avrebbe pagato il 4,6% e la banca avrebbe guadagnato comunque lo 0,60%.
Quando i lavori si sono conclusi Romani, facendo una scelta oculata, scelse di optare per un tasso fisso, ovviamente più alto del variabile, in quanto calcolato con un tasso base diverso che tiene conto del rischio nel tempo (IRS) a cui viene applicato uno spread maggiore di quelli comunemente utilizzati per i tassi variabili. In quel momento il tasso fisso che Intesa San Paolo (nel frattempo subentrata a Cariveneto) poteva applicargli era superiore a quello che MPS praticava ai propri dipendenti e Romani, giustamente, scelse di riportare il mutuo presso la propria banca, estinguendo il prefinanziamento in corso prima di giungere all’atto di erogazione finale.
Non c’è mai stata alcuna revoca da parte di Intesa San Paolo. La revoca di un mutuo è possibile solo in caso di morosità del cliente (l’impegno preso dalla banca è con atto pubblico). Chi parla di revoca dovrebbe mostrare atti di costituzione in mora di Romani che non ci sono mai stati. Sono anzi testimone che la banca cercò di tenere l’operazione, considerata un impiego di buona qualità, offrendo a Romani il miglior tasso possibile per la banca in quel momento. Solo di poco superiore a quello che Romani poteva avere, in quanto dipendente, da MPS. Non ne capisco molto ma se qualcuno dicesse di me cose non vere e infamanti come fate voi di lui, mi sentirei diffamato.
Per quanto ne so, Romani non ha avuto alcun problema a ricondurre il proprio mutuo su MPS e, visto l’andamento dei tassi, ha fatto benissimo a scegliere il tasso fisso.
Non entro nel merito di altre vicende ma conoscendole, visto che all’epoca dei fatti Romani era cliente della mia banca e che la cosa causò un ritardo nei lavori che lui giustificò con ampia documentazione, mi limito a dire che trovo abnorme la polemica che si sta facendo per un mero errore (nel progetto l’architetta, che era anche la venditrice del bene, scrisse proprietario anziché promissario acquirente) relativo alla famosa soffitta. In definitiva Romani sta scontando l’onestà di aver voluto urbanizzare e accatastare correttamente una soffitta (quanti di quelli che scrivono su questo sito hanno avuto o hanno una “mansarda” accatastata come soffitta o una “taverna” accatastata come cantina?) mettendola nel progetto, quando forse avrebbe potuto semplicemente aprire una porta e usarla senza dir niente a nessuno. Non capisco se questo sito si occupi di vendette sindacali o di faide post-matrimoniali. In ogni caso, qualunque cosa abbiano detto i giudici, a me sembra che le diffamazioni ci siano eccome!
(Alla redazione: forse risultano più invii dato che ho provato più volte a trasmettere ma non ho visto il testo pubblicato)
Confermiamo che hai intasato il blog inviando più volte lo stesso commento. Si vede che pensi che su questo blog chiunque può scrivere quel che gli pare senza controllo. Invece noi controlliamo tutto (ed è un lavoro che tiene occupate diverse persone tutti i giorni; ma non siamo una “redazione”, siamo diverse persone coinvolte nello stesso lavoro ricavando il tempo dalle nostre giornate) e poi pubblichiamo tutto. Tranne ciò che sia offensivo verso altri, o palesemente falso, o del tutto estraneo agli argomenti che trattiamo.
Ci vantiamo, dunque, di essere un blog serio; e ce ne hanno dato atto anche il pm di Verona, che ha proposto l’archiviazione delle due querele presentate da Giulio Romani e il gip di Verona che ha archiviato con le stesse motivazioni.
Nel merito delle cose che scrivi sul mutuo, Giulio Romani ce le avrebbe potute scrivere quando gli abbiamo offerto a più riprese facoltà di replica. E invece ha preferito muovere gli avvocati (peraltro a spese della First). Quindi le cose sono due: o sono cose non vere, o lui è un prepotente e un arrogante che, invece di risponderci nel merito, ha tentato di intimidire noi come si è fatto intimidire il quotidiano che ha tirato fuori la storia e poi gli ha fatto un’intervista in cui diceva che non era vera, senza spiegare perché (quindi era vera!). Ma a differenza di quel giornale noi siamo persone serie e non ci siamo mai dovuti rimangiare nulla di quello che, con cautela e attenzione a non diffamare nessuno, abbiamo scritto in otto anni.
Quanto all’ultimo capoverso, non ti permettiamo di dire che ci occupiamo di “faide post-matrimoniali” o cose del genere. Noi abbiamo scritto che se un segretario confederale viene rinviato a giudizio dovrebbe essere sospeso, a norma dello statuto della Cisl, per ragioni gravi di opportunità. Quindi abbiamo parlato solo e sempre di questioni politico-sindacali. Mentre abbiamo cestinato tutto ciò che riguardava gli aspetti personali e di particolare delicatezza.
Ma se Giulio Romani ritiene (e tu che lo conosci potresti fare il piacere di dirglielo?) che questo blog starebbe perseguendo una strategia diffamatoria su questo piano può, visto che conosce la strada del tribunale, presentare un’altra querela o un’azione civile, a sua scelta, o tutte e due le cose. E se dovessimo essere convocati dal magistrato ci sarà facile dimostrare che se avessimo voluto pubblicare gossip o fare dello scandalismo avremmo avuto modo di farlo. Ma solo al magistrato, nel rispetto del segreto delle indagini e nel rispetto del nostro blog che si occupa solo di cose serie e non pubblica immondizia. Né post-matrioniale né extra-matrimoniale.
Nel rispetto della nostra serietà non torneremo più sull’argomento, e se ci scriverai ancora di queste cose sarai censurato.
Chiaro?
Comunque Admin, se le cose stanno così dovresti chiedere scusa, almeno per non sembrare arrogante anche tu
Noi tutti confermiamo quello che abbiamo scritto sulla vicenda dal 2017 e ricordiamo che il gip di Verona, aderendo alle conclusioni del pm, ha riconosciuto che tutto quanto è stato scritto in maniera corretta ed equilibrata. Noi tutti ribadiamo che Romani andrebbe sospeso dalla Cisl in attesa di vederlo assolto, come gli auguriamo, nel processo che lo vede imputato.
Se poi tu e lui ci tenete a riaprire il discorso del mutuo concesso e poi venuto meno vedremo di accontentarvi con il dovuto risalto.
Però che informazione puntuale sorge il dubbio che sia molto vicino al Romani che forse ha Cambiato strategia visto che la via giudiziaria si è rivelata fallimentare cerca di recuperare verginità con la sua versione dei fatti
Se quanto scritto dal “vecchio collega ISP” espone i fatti come sono avvenuti (e pare di sì visti i precisi particolari citati e l’assenza di contestazioni specifiche in merito…) molte delle cose scritte sul “mutuo” Romani in questo blog non sono rispondenti al vero.
Non capisco la “censura preventiva” insita nell’ultima frase del commento di ADMIN del 22/1 alle 18.40..
I gestori del BLOG sono interessati a conoscere la verità o no?
Noi confermiamo tutto quello che abbiamo scritto, e che i magistrati di Verona hanno riconnosciuto essere stato riportato in maniera corretta. Se poi l’argomento vi interessa vedremo di riprenderlo nel merito.
Ma poi non scriveteci che siamo noi ad insistere con questa storia…
In alcune categorie si fa carriera proporzionalmente a quanto si parla male di chi se ne è andato. E’ l’unica cosa che gli chiedono (invece che di fare tesseramento) i successori e per questo sono costretti/e a inventare.