Cominciamo bene

Il nuovo anno comincia bene per noi, con un’iniziativa alla quale invitiamo tutti a partecipare, in presenza o a distanza: la presentazione del libro di una giovane docente di diritto del lavoro dell’università di Trento, Chiara Cristofolini, dedicato ai problemi della trasparenza e della democrazia sindacale. Un tema affrontato anche attraverso una comparazione con le legislazioni di altri paesi e nella prospettiva di eventuali interventi legislativi in Italia, di cui l’autrice valuta i possibili profili.

L’appuntamento è a Bologna, il 19 gennaio alle 14:30, presso il dipartimento di sociologia e diritto dell’economia dell’università, che organizza l’incontro assieme all’associazione Prendere parola (e a questo link trovate la locandina con il programma)

Siccome il libro nasce da una ricerca seria e approfondita, l’autrice ha esaminato anche alcune delle vicende di cui veniamo parlando da quando siamo nati, nel marzo del 2015, a cominciare dal commissariamento della Fai e dagli altri che sono seguiti, ponendo in termini scientifici rigorosi il tema di come queste decisioni sono, o non sono, compatibili con il principio della libertà sindacale e della democrazia interna alle organizzazioni. Ma ha esaminato anche il caso dell’espulsione di Fausto Scandola, come vicenda esemplare per valutare le garanzie che ci sono, o non ci sono, nei procedimenti di giustizia interna alle organizzazioni; ed ha preso in seria considerazione anche l’aspetto dei bilanci dei sistemi sindacali, comprese le attività di servizio e quelle for profit, ad esempio nel settore assicurativo per valutare le garanzie che ci sono, o non ci sono, rispetto al rischio di commistione fra logica della rappresentanza e lo scopo di lucro dei propri soci. Problema che noi abbiamo posto da tempo sul caso Aletheia.

Tutto quello che l’autrice propone e sostiene nel suo libro, proprio perché il lavoro di ricerca è serio e documentato, è discutibile nel senso di meritevole di discussione, alla sola condizione che la discussione sia seria e fondata su elementi concreti e mai preconcetti. Ad esempio, l’auspicio dell’autrice di un intervento legislativo in materia (anche) di democrazia sindacale non può essere affrontato (e qui ci riferiamo alla Cisl) sostenendo nei giorni pari che “la Cisl è sempre stata contraria dai tempi di Romani e Pastore” e nei giorni dispari che “la Cisl è sempre stata favorevole a leggi di sostegno”, a seconda delle convenienze del momento.

Perché, come il libro dimostra e come noi sosteniamo da tempo, oggi i sindacati in Italia hanno seri problemi sul piano della democrazia interna, della trasparenza verso gli associati e verso l’esterno, del rispetto dei diritti di partecipazione. Questioni serie, sulle quali bisogna avere il coraggio di mettere alla prova quel patrimonio ideale che Via Po 21 viene svendendo da alcuni anni.

Condividi il Post

34 Commenti - Scrivi un commento

  1. Bene ottimo.
    Da alcune recensioni nel libro si mettono in luce dei dati interessantissimi in merito ai caf e patronati.
    Lo stato versa oltre 500 milioni di euro ogni anno ai vari caf sindacali e padronali.
    Questi soldi sono ormai il vero mezzo di finanziamento essendo le iscrizioni sempre più in calo (la cisl in 4 anni ha perso oltre 500 mila iscritti).
    Il problema è dato dal fatto che non ci sono bilanci certificati e trasparenti/comprensibili e che trattandosi di associazioni non ci sono responsabilità penali e civili in capo agli amministratori.
    Necessita come per il terzo settore una norma specifica che parifichi i bilanci e le responsabilità ai bilanci delle società di capitali.
    Occorre inoltre rendere automatiche le dichiarazioni dei 730 e delle varie varie esenzioni(basta inviarle al cittadino o reperirle già fatte con l’utilizzo del codice fiscale o con lo spid dal cassetto fiscale, tutte cose tecnicamente fattibili già da anni).
    Lo stato potrebbe risparmiare almeno 250 milioni all’anno e il cittadino non perdere tempo e avere costi.
    Ma manca il coraggio politico in quanto tutti dagli imprenditori ai sindacati, alle associazioni di categoria agli albi professionali prendono di fatto finanziamenti dallo Stato cioè soldi nostri che potremmo usare benissimo per la lotta alla povertà e alle disuguaglianze.

    Reply
      1. interessante e’ anche il fatto, che una persona che si occupa ormai di politica e pubblica ammistrazione , contemporaneamente voglia riformare il sindacato italiano.
        A Bologna sarete piu’ di uno in codesta situazione.
        Per fortuna siete anche fuori dagli organismi di CGIL CISL e UIL

        Reply
        1. A Bologna e altrove ci sarà tanta gente che, quale che sia la propria collocazione e occupazione attuale, intende discutere in maniera democratica del sindacato in Italia. Cosa che negli organi della Cisl non si fa più da tanto tempo. Per cui restate pure chiusi in quegli ambienti autoreferenziali a cantarvela e a suonarvela, noi a Bologna ci occuperemo di cose serie, ponendo temi seri, facendo comparazioni con altre esperienze sindacali e dividendoci liberamente, ad esempio sulla necessità o meno di interventi legislativi in materia.
          Cose che a voi non interessano più da troppo tempo per capirne l’importanza anche politica e di interesse generale.

          Reply
        2. Siete come in un castello con il ponte levatoio chiuso. Non avete nessuna idea di cosa accada là fuori. Autoreferenziali fino all’estinzione

          Reply
        3. Non ho studiato la recentissima monografia della d.ssa Cristofolini (l’acquisterò), ma ho letto attentamente e più volte la sua tesi di dottorato dal titolo “il sindacato tra immunità e istanze di eteroregolazione” da cui, presumibilmente, scaturisce la sua attuale monografia.
          Limitandomi alla tesi di dottorato essa affronta uno dei temi più complessi del diritto sindacale relativo all’ammissibilità di un controllo esterno sulla natura democratica del sindacato.
          Con gli studi di Pietro Rescigno (primi anni sessanta del secolo scorso) si giunse a fondare, teoricamente, l’inammissibilità di ingerenze dello Stato sull’ordinamento sindacale e l’impossibilità di predisporre modelli organizzativi eteroregolati.
          In particolare si ricorda, come prosecuzione degli studi di Rescigno, la monografia di Carabelli (Libertà e immunità del sindacato del 1986) che giunge a fondare l’inammissibilità di interventi dello Stato sull’ordinamento intersindacale, quale portato necessitato del nucleo precettivo dell’art. 39 co. 1 della Costituzione. Altri si sono occupati della materia: ricordo tra i più noti i compianti Pera, Dell’Olio .
          Ricordando che anche il sindacato è formazione sociale e che la sua disciplina, prima ancora che nell’art. 39, 1 co. Cost., trova la sua fonte nell’art. 2 della Cost., che anzitutto tutela la persona (P. Stanzione, G. Giacobbe ed altri), c’è da chiedersi se la fondamentale tutela di quest’ultima da parte dell’ordinamento non induca a ripensare il binomio libertà – immunità del sindacato: i tempi sono cambiati e, forse, maturi per attuare questa riflessione ed incidere sulla portata di tali formazioni nella società.
          E infatti, osserva l’Autrice nella tesi di dottorato “la messa in discussione delle principali argomentazioni addotte dalla teoria immunitaria (….) ha portato ad avanzare un’ipotesi interpretativa fondata sul bilanciamento dell’autonomia sindacale con la tutela dei membri dell’organizzazione, espressione della libertà sindacale individuale (art. 39 co. 1 Cost.)”.
          E tale osservazione dell’Autrice pare trovare la sua naturale prosecuzione (sia pure con le peculiarità che caratterizzano questa specifica formazione sociale) anche in un saggio di Nicola Pignatelli dal titolo “la giustiziabilità degli atti dei partiti politici tra autonomia privata ed effettività della tutela giurisdizionale” (in Gruppo di Pisa 2019, pagg. 84 ss).
          In questo saggio s’indagano i conflitti di natura giuridica (quindi i conflitti che possono essere oggetto di un giudizio) all’interno dei partiti politici e più specificatamente i conflitti tra il singolo iscritto (o la minoranza) e il partito politico; si parte dalla tesi del partito come soggetto privato titolare di funzioni private di rilevanza costituzionale e, quindi, di poteri giuridici privati, idonei ad incidere in modo autoritativo sulla posizione dell’iscritto, che è titolare rispetto al partito prevalentemente di interessi legittimi privati e ad a chiedersi quale giustizia per l’iscritto e/o le minoranze.
          In particolare, ad esempio, l’autore non esita ad affermare che gli organi di garanzia dei partiti politici sono qualificabili “come titolari di poteri su poteri, ossia poteri di controllo interno su poteri decisori degli altri organi (un controllo anch’esso di natura politica, esercitato quindi nell’interesse del gruppo e non dell’iscritto)” e che l’azione di tali organi di garanzia sia qualificabile “come un eventuale momento di autotutela privata” del partito e per esso dei suoi dirigenti.
          Il Pignatelli conclude il suo saggio affermando che “al di là di ritrosie immunitarie prive di fondamento costituzionale, svela in ogni caso la ineludibile necessità di affidare al legislatore la individuazione di un punto di equilibrio tra autonomia partitica (art. 49 Cost.) ed effettività della tutela giurisdizionale (art. 24 Cost.)”.
          E’ di tutta evidenza che il tema è complesso e dalla sua soluzione (se vi sarà mai????!!!??), forse, dipende anche il futuro del sindacato, e del partito politico (oramai allo sfascio nel nostro ordinamento ma non solo), come formazione sociale che effettivamente fa da raccordo (Rescigno) tra lo stato e la persona che resta l’unica destinataria delle norme dell’ordinamento.
          E’ solo un accenno anzi molto meno alla complessa tematica, ma la domanda è: un tema e un problema del genere può essere ignorato o snobbato se si vuole essere ancora un raccordo tra lavoratori e stato?

          Reply
          1. interessante, ma rispetto al dibattito degli anni’60 e 70 dalla fine degli anni ‘90 la situazione è ancora aggravata e degenerata.
            Decine di conti bancari segreti. Altro che doppia firma. Buonuscite in nero . Stipendi con integrazioni in nero.
            Lo stile bruxelles in Italia c e da anni

            Reply
  2. Inps dovrebbe fornire in trasparenza i dati sul tesseramento. Non si fa la legge per non fare i conti con la realtà. Senza tenere conto che ci sono tessere che non durano più di un mese e valgono (per il tesseramento) un anno.

    Reply
  3. al momento giusto arriva sempre il solito tirapiedi (… da tremila euro al mese netti) che cerca di difendere l’indifendibile, caro tirapiedi, si in molti siamo fuori dagli organismi,fatti fuori in maniera becera o usciti per lo schifo che fate vedere….fate la “grana” e mantenetevi con i vostri caf e la vostra stupida formazione dove prendete soldi dai fondi regionali,noi facciamo politica da fuori….a proposito di formazione,come dice qulcuno non sapete piu nemmeno fare quella visti i risultati in giro….insomma mantenete gli amici “formatori”…..

    Reply
    1. una montagna di discorsi , inutili, fatti dal reparto di geriatria del San Raffaele
      20 tablet ai delegati piu rappresentativi, formazione adeguata e mirata, il tutto tramutato in servizi istantanei all’interno dei luoghi di lavoro.
      crescita nel 2022 alle stelle .
      Crescita con iscritti veri, giovani , diplomati in gran parte e molti lauerati .
      Ai quali delle menate di cui discute il sindacato dagli anni 80 non frega nulla
      Della dottrina di Francesco applicata al lavoro non frega nulla e se gli chiedi chi e’ la Cristofolini ti rispondono una moto.
      Molti qui di andare da un lavoratore a chiedere di iscriversi alla cisl non sanno nemmeno che vuol dire

      Reply
      1. Ci permettiamo di rispondere a questo commento anonimo perché, pur rispondendo ad un altro commento anonimo e non a noi, fa due affermazioni dalle quali non possiamo non prendere le distanze.
        La prima è per chiarire che Chiara Cristofolini, docente di diritto del lavoro che ha fatto uno studio sui sindacati rappresentativi, non va tirata in ballo per polemiche legate alla Cisl. Il suo libro è una riflessione documentata da giurista e rivolta ai giuristi su tutti i sindacati. E siccome i sindacalisti non hanno diritto ad essere del tutto ignoranti di diritto sindacale, se vogliono possono prendere il suo libro per fare una lettura interessante e trarne le proprie conclusioni in piena libertà sulla sua utilità o meno. Se invece la scambiano per una moto, vuol dire che sono competenti su tante cose, ma non sui motori e non su temi giuridici (e politici) che pure li riguardano.
        In secondo luogo invitiamo l’anonimo commentatore ad avere rispetto di tante persone che intervengono qui e che in passato hanno fatto sindacato senza tablet, e gli iscritti li facevano senza poter passare da tanti (troppi?) servizi. Se la Cisl è esistita prima di voi, forse è anche frutto del lavoro di gente così.
        Quanto alla democrazia ed alla trasparenza delle organizzazioni, forse saranno “menate” ma non degli anni ottanta. Sono temi che esistono dal XIX secolo, esisteranno ancora domani e soprattutto esistono oggi. E se i sindacati non se ne occupano, poi finisce che se ne occupa qualcun altro al posto loro. Chi vuol riflettere e discutere su quel che può succedere anche in Italia, può venire a Bologna il 19 per parlarne.
        Altrimenti, buon giro in moto e buon divertimento con i tablet!

        Reply
      2. “L’ignorante parla a vanvera, l’intelligente parla poco ‘o fesso parla sempre” (Totò);
        Esageriamo, abbondiamo, come diceva Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio (in arte Totò), “la cosa seccante di questo mondo è che gli imbecilli sono sicuri di sè, mente le persone intelligenti sono piene di dubbi” (Bertrand Russel, consultare Wikipedia per sapere chi era costui)

        Reply
      3. Ma guarda… Nella mia azienda il sindacato non si vede più. E non è una piccola azienda, e pure sindacalizzata al 70%. Tablet? Servizi? Formazione? A noi iscritti basterebbe un sindacalista di buona volontà che si facesse vedere almeno una volta al mese perché i problemi reali sono parecchi e spesso dobbiamo risolverceli da soli. Mi viene un dubbio: il fatto che non si fanno mai vedere non sarà conseguenza dei rinnovi della contrattazione di primo e secondo livello negli ultimi anni dove oltre alla perdita salariale abbiamo perso parecchio anche in capisaldi dei diritti e orario di lavoro? Se dici che il futuro è quello che hai descritto auguri!! A me pare che vivi in una bolla che non si scontra con i problemi reali.

        Reply
  4. La nonna non segue il capo corrente Franceschini e si schiera con Bonaccini. Come sempre fa calcoli su ideali e valori e non sulla convenienza e la possibilità di successo. Con le regole che vuole inserire sulle candidature Bonaccini non avrebbe avuto nessuno candidatura. Neanche a spiegare, come fa nel pd, che lei è l’argine affinché la Cisl non passi col centrodestra.

    Reply
    1. Mi pare che il PD in Sicilia nel collegio della Furlan non abbia superato il 12% una percentuale infima anche rispetto al già scadente 19% generale. Insomma la ex segretaria non ha orientato un voto in più, né all’interno della CISL né all’esterno. Quale è stata l’utilità marginale della Furlan ? Zero.

      Reply
      1. C’è un anonimo che si vantava di 20 tablet ai delegati migliori, formazione mirata, ecc. ecc. Se c’è gente sfruttata come il rider e non solo, forse c’è bisogno d’altro. Sindacato anni ’80? Oggi siam tornati alla preistoria

        Reply
        1. Giusto!! colpa di Sbarra , anzi pure della Furlan , e se non basta di Petteni e Ragazzini .
          Ma vedrai che dopo il convegno di oggi a Bologna cambia tutto .

          Reply
            1. Il profilo è questo , qualche anno più dei sessanta , lavori al nord , ma sei del sud.
              Sei capitato in Cisl perché qualche tonaca compiacente ti ci ha infilato .
              In fondo avevi fatto il chierichetto e tra un miserere e un estrema unzione , un posticino non volevi che te lo dessero?
              Adesso ti senti pure colto , in fondo citare Toto’ , 30 anni fa , era di moda .
              Nemmeno fai tristezza, semplicemente invisibile

              Reply
              1. Ci permettiamo, senza entrare nel merito della polemica, di rivendicare la perenne attualità di Totò. E di ricordare che Mario Romani, fondatore culturale della Cisl, ne era cultore appassionato.

                Reply
              2. Haha hai ceffato tutto. Sono più giovane dei sessanta, son del Nord e lavoro al Nord (ma sei razzista?), ho aderito alla Cisl per mia libera scelta, ho fatto gavetta e arrivato a ricoprire una carica di segretario generale senza raccomandazioni, ho alzato i tacchi al momento giusto quando ho sentito che questa Cisl non è quello che rappresenta per me e gli iscritti. Non mi sento nemmeno colto se può farti piacere però questo non mi impedisce di vedere e capire. Ciao e magari fatti due domande ogni tanto.

                Reply
                1. Solo una domanda, dal punto di vista del metodo, rivolta ad entrambi: se si sceglie la modalità del commento anonimo da entrambi, non sarebbe meglio lasciar perdere gli identikit propri e degli altri? E chi dà un proprio identikit così preciso perché preferisce intervenire senza nome e cognome, o magari uno pseudonimo?
                  Tutti qui sono liberi di non dichiarare alcuna identità, ma allo scopo di discutere liberamente nel merito. I battibecchi personalistici e anonimi non hanno senso.

                  Reply
  5. Il caso del rider che ha percorso quasi cinquanta chilometri in bici per consegnare un hamburger la dice tutta sul declino sindacale e sul fatto che ormai i nostri si occupino esclusivamente dei servizi. Vergognoso

    Reply
  6. La crisi della rappresentanza è dovuta alla crisi del sindacato confederale. Come si legge nell’articolo “manca un progetto, mancano i grandi sindacalisti”. Siamo ormai invasi da dirigenti inetti e incapaci. Serve qualcosa di nuovo. Un movimento e una nuova progettualità che dobbiamo avere il coraggio di far nascere da dentro la nostra organizzazione, per spazzare via la mediocrità che imperversa ovunque.
    Interessante l’articolo che segue.
    https://www.linkiesta.it/2023/01/la-piddite-della-cgil-e-linesorabile-scomparsa-dei-sindacati/

    Reply
  7. Complimenti a chi ha pubblicato questo articolo molto interessante e che dice tutto su quello che qui ogni giorno ognuno riporta….non serve piu nemmeno “offendere” gli attuali gruppi dirigenti,delle due l’una o davvero il declino è irreversibile o da qualche parte la gente pulita di questi sindacati comincia la rivoluzione dai territori…

    Reply

Commenti