La casa di vetro, il grande bluff. Prima puntata (2013-2014)

Dopo il prologo sulla “trasparenza unidirezionale della casa di vetro”, cominciamo a pubblicare la ricostruzione della storia degli ultimi anni della Cisl nella lettura di Comma 22. Buona lettura della prima puntata, che ricostruisce gli antefatti dal congresso del 2013 al siluramento di Bonanni con quasi due anni di anticipo ed al commissariamento della Fai nel 2014 che inaugura l’era Furlan.

il9marzo.it


Prima puntata: ANTEFATTI 2013-2014

di Comma 22

Il Congresso del 2013 aveva indicato con la consueta maggioranza bulgara Raffaele Bonanni a segretario generale. E la successiva segreteria composta da Furlan, Sbarra, Petriccioli, Cerrito, Mezzio, Ragazzini, Giacomassi, Ocmin.

La novità organizzativa di rilievo riguardava lo spostamento della regola di fine mandato dallo Statuto al Regolamento di Attuazione e successivamente l’età da 65 a 67 anni per il segretario generale ed i tre segretari delle Federazioni in attesa di accorpamento (Cianfoni nella Fai, Gigli nella Femca, Scrima nella Scuola). Una regola sospetta che evidentemente era frutto di forti tensioni all’interno della segreteria, poiché invece di una norma generale per portare l’età di fine mandato per tutti a 67 anni, aveva riguardato di fatto solo il segretario generale.

Una ambigua mediazione sindacalese.

Ed infatti ben presto si capì che l’allungamento di fine mandato di due anni per Bonanni (10/06/1949 e quindi dal 2014 al 2016), avrebbe comportato dinamiche dirompenti, anche perché lo stesso Bonanni non aveva fatto ancora intendere chi poteva essere il suo successore.

Nell’anno seguente il congresso, il 24 giugno 2014, Anna Maria Furlan già segretaria dal 2002 e quindi in scadenza dei mandati, viene eletta segretaria generale aggiunta, ma solo qualche mese dopo, nella sorpresa generale, nelle sedi regionali Cisl e alla stampa nazionale vengono recapitate delle lettere anonime con allegato l’estratto contributivo di Bonanni riportante redditi di due/tre volte superiori a quanto previsto dal regolamento economico Cisl e la copia della comunicazione INPS della sua pensione.

Scoppia lo scandalo sui media e con due anni di anticipo rispetto alla regola appena approvata Bonanni rassegna le dimissioni. Dimissioni per aver violato il regolamento economico, o come si vociferava nelle trattorie sindacalromane per un ricatto di tutt’altra natura?

La seconda ipotesi sembra dalle chiacchiere di corridoio la più veritiera.

Così il 9 ottobre 2014 in un consiglio generale carico di emozioni tra abbracci e baci viene eletta segretaria generale Anna Maria Furlan.

Poche settimane dopo le congratulazioni di rito il 28 ottobre iniziava una nuova fase di normalizzazione e centralizzazione della Cisl con il commissariamento della Fai, nonostante il voto segreto, democratico e legittimo (solo, tra l’altro, dopo essere stato richiesto dal delegato-operatore nazionale Maurizio Ori, che dopo il commissariamento viene licenziato proprio per aver richiesto il rispetto delle regole), del consiglio generale Fai che non approvava l’accorpamento con la Filca.

E alla proposta di commissariamento l’esecutivo confederale non batté ciglio.

“La codardia e l’ipocrisia del sistema Cisl”.

Qualche giorno dopo viene eletta la segreteria: confermati Sbarra,Ragazzini, Petriccioli; entranti Petteni, Bernava, Farina e Ventura. Sbarra nel frattempo viene indicato commissario Fai.

Tutto sembrava acquietato, lo scandalo Bonanni assorbito. Poteva iniziare finalmente il nuovo corso Furlan.

Ma poi arrivò l’imprevisto: Fausto Scandola.

(fine della prima puntata)

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27 Commenti - Scrivi un commento

  1. Decisamente, questa prima puntata di”La casa di vetro”appre promettente. Narra ed espone fatti che corroboranao ipotesi, dunque non si limita mai alle mere ipotesi. Vedremo poi lo sviluppo di quanto verra’esposto, ma se, questo “cela c’est seulement un debut”promette decisamente bene, non e’difficile indurne il fatto che anche il”dopo”manterra’le attese E,G,

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  2. Confermo che il ricatto fu di ben altra natura e che la Signora della casa di vetro è usa a farli .. quel tipo di ricatto non è stato il primo ..

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  3. Chi di lettere anonime ferisce….
    C’è però una contraddizione, oltre alle usr del sud, il più grande avversario degli accorpamenti era la Fnp di Bonfanti, che anche su questo argomento costruì la sua alleanza con la furlan contro bonanni.
    E bisognerebbe dire qualcosa di più, appunto sui mandanti di quelle lettere usate per andare al potere, poi però arrivo in scena Scandola.

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    1. Bonfanti non era un avversario degli accorpamenti. Come non lo era la Furlan.
      Altrimenti la Fai non sarebbe stata commissariata e questo blog non sarebbe mai nato.

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  4. Gli accorpamenti delle categorie avrebbero riportato la CISL al sindacato dei sindacato. Contro questo si mise contro la fnp ed il fronte burocratico entro cui Furlan fisascat e Bonfanti sguazzavano. Da quella vicenda la CISL si è suicidata nel nome della casa di vetro, ovvero degli intrighi, ricatti, della subalternità alla Cgil, all’oblio dell’autonomia sociale.

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    1. leggere tutto attorno al commissariamento della fai ha molti limiti. Cianfoni all esecutivo di Firenze fu il più critico sugli accorpamenti. C era ancora bonanni. Lei commissariò perché come tutti i mediocri attorno aveva degli affaristi che puntarono sulla sua reazione per “lesa maestà”. Lei parlo di avanti senza tentennamenti ma poi ebbe paura soprattutto della federazione dell industria e divenne la più acerrima nemica. Facendo contento Bonfanti, il sud e molti accorpamenti.
      Non a caso dei 3 67 enni sei allora c e ancora Scrima in giro.

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      1. Noi leggiamo tutto a partire dal commissariamento della Fai perché è la nostra storia. E perché è incontrovertibile che la Fai è stata commissariata su proposta di Anna Maria Furlan con un voto all’unanimità dell’esecutivo. Ed è incontrovertibile che chi ha votato quel commissariamento infame, illegittimo e antidemocratico pensando di salvare così la federazione unica dell’industria si è sbagliato. E non di poco.

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  5. Andrebbe raccontata a tutti meglio. Il dissenso è sacro e va difeso. andava forse fatto emergere dalle istanze congressuali precedenti. Altrimenti sa di blitz. Di cui è stata esperta la nonna, distruggendo tutta la cisl. Forse a partire dalla Fai.

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    1. Se ti riferisci alle vicende della Fai facciamo presente quanto segue.
      L’unica istanza congressuale precedente (Perugia 2013; nel 2009 non esistenza nemmeno la più pallida delle ipotesi di fusione con la Filca) aveva deciso che la decisione definitiva sull’unificazione dovesse essere presa dopo un biennio di riflessione. Invece un anno dopo viene riconvocato lo stesso congresso con gli stessi delegati, ai quali si dice che ormai la decisione è presa e non c’è alternativa perché la sala del congresso della Fai Filca è già stata prenotata.
      Visto il dissenso che emerge e impedisce di approvare la mozione con la maggioranza necessaria (e l’istanza congressuale è la stessa del 2013, con la stessa legittimità), arriva la Furlan neo-segretaria e mette la faccia su una mediazione che, di fatto, sblocca tutto a favore dell’unificazione. A quel punto c’è chi chiede il voto segreto, la mediazione della Furlan viene smentita, lei se ne va gridando “vendetta” “vi commissario subito” e cose del genere; poi Cianfoni si dimette e annuncia la riconvocazione del consiglio entro un mese per eleggere la nuova segreteria; la nuova maggioranza rinuncia di fatto a chiedere di eleggere subito il nuovo segretario generale (che non era pronto perché non c’è stato complotto né blitz), la Furlan ne approfitta per far commisariare subito la Fai in meno di tre giorni. Nessuno vota contro.
      A via Tevere arriva il commissario, toglie il lavoro a due dei “colpevoli” e così tutti gli altri si spaventano. I probiviri della Cisl negano di avere alcuna competenza a decidere sul ricorso contro il commissariamento (e chi ce l’ha allora?) il Tribunale di Roma non decide nel merito per ragion formali.
      Poi il commissario nominato per imporre l’unificazione non la fa, tanto ormai la Fai era stata normalizzata e lui l’ha usata per azzerare i mandati a Via Po 21 e poi tornare per fare il generale. E Via Po 21 non vuole più gli accorpamenti per non rafforzare Marco Bentivogli con la federazione dell’industria.
      Così l’abbiamo raccontata meglio?

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  6. Si meglio, ma il tema è che la Fnp, il sud, Petteni e compagnia temevano non solo Bentivogli ma in generale l’autonomia delle categorie. L’autonomia è ancora più impegnativa se le categorie sono grandi e forti. Prima bloccarono il pubblico impiego, poi, l’industria, poi i trasporti e le reti, etc. E poi in un trionfo di debolezza si smontarono gli accorpamenti fatti. ad eccezione di abruzzo e molise.

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    1. L’autonomia è forte quanto è forte l’autonomia del soggetto più piccolo. Perché è autonomia di ciascuno prima che autonomia di tutti.
      Questo a condizione che tutti difendano l’autonomia di ciascno e non facciano come avvenne nell’esecutivo che commissariò la Fai all’unanimità.
      E siccome citi Petteni, ci permettiamo di ricordarti che il discorso “ci voglioni categorie più grandi per più autonomia” lo faceva lui più di tutti.

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  7. Ma perché sempre ad innalzare la presunta ed indimostrata illegittimità del commissariamento della fai? Avete perso. Stop. Ed eravate nelle condizioni di impugnarlo correttamente, non utilizzando una procedura errata. Ed avete reclamato il provvedimento, riperdendo. Così come il commissariamento della fp (avete dimenticato????), impugnato e rigettato dal tribunale di roma (perché la domanda era integralmente infondata).
    Poi condivido pienamente che deve esserci autonomia delle categorie. Però basta con il citare i commissariamenti per contestare una visione politica che ritenete errata (anche io sono dell’idea che questa segreteria stiano dormendo occupandosi solo di accreditarsi esternamente, tralasciando i problemi interni). Se partiamo da questo, allora il dibattito ha una funzione.
    Quanto a Scandola , è stato un grave errore espellerlo. Ma non perché sussistessero reati nell’attribuzione degli stipendi superiori al regolamento (che in quel periodo era di indirizzo e quindi
    Non vincolante) ma perché i problemi si affrontano e non si eliminano i personaggi “scomodi”. Ora la prossima puntata sorgerà sulla Campania. Altro caos totalmente ignorato.
    Sono questi i problemi reali. Basta richiamare il passato o le beghe di piccolo cabotaggio.

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    1. Come sempre, rispondiamo punto per punto alle tue cortesi osservazioni.

      1. “Ma perché sempre ad innalzare la presunta ed indimostrata illegittimità del commissariamento della fai?”

      Perché siamo nati per questo.

      2. “Avete perso. Stop. Ed eravate nelle condizioni di impugnarlo correttamente, non utilizzando una procedura errata. Ed avete reclamato il provvedimento, riperdendo”.

      Abbiamo perso per attivato il ricorso ex art. 700 perché era l’unico strumento che avrebbe permesso di avere una decisione in tempo utile. Attivare altre procedure per avere magari ragione dopo due anni sarebbe stato inutile.

      3. Così come il commissariamento della fp (avete dimenticato????), impugnato e rigettato dal tribunale di roma (perché la domanda era integralmente infondata).

      Noi non siamo del Fp, quindi non ci riguarda l’esito di quel procedimento. Ci sembra però di ricordare che il giudice abbia dato rilevanza al fatto che ormai la decisione sarebbe arrivata dopo la fine del commissariamento, quindi annullare l’atto impugnato non avrebbe avuto effetti.
      Se le cose stanno così, ne risulta ulteriormente smentita la tua precedente affermazione sulla possibilità di attivare la procedura seguita nel caso della Fp.

      4. “Poi condivido pienamente che deve esserci autonomia delle categorie. Però basta con il citare i commissariamenti per contestare una visione politica che ritenete errata (anche io sono dell’idea che questa segreteria stiano dormendo occupandosi solo di accreditarsi esternamente, tralasciando i problemi interni). Se partiamo da questo, allora il dibattito ha una funzione”.

      Difendere l’autonomia delle federazioni senza citare i commissariamenti che la negano è cosa priva di qualsiasi senso. E un dibattito su premesse senza senso non ha senso.

      5. “Quanto a Scandola, è stato un grave errore espellerlo. Ma non perché sussistessero reati nell’attribuzione degli stipendi superiori al regolamento (che in quel periodo era di indirizzo e quindi non vincolante) ma perché i problemi si affrontano e non si eliminano i personaggi “scomodi”. Ora la prossima puntata sorgerà sulla Campania. Altro caos totalmente ignorato”.

      Nessuno ha mai parlato di “reati”, tranne te. Scandola ha parlato di stipendi superiori in maniera inammissibile alle indicazioni regolamentari. E aveva detto la verità.

      6. “Sono questi i problemi reali. Basta richiamare il passato o le beghe di piccolo cabotaggio”.

      Se non ti interessa parlare del passato puoi non intervenire sui prossimi post. A noi interessa molto e ne scriveremo ancora ed ancora.

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      1. Quando si dice che il regolamento era “di indirizzo” e non vincolante. Si dice una cosa falsa. Sembra la motivazione del commercialista che scrisse quelle stupidaggini su indicazioni della Fnp.

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        1. Anche se fosse stato vero che il regolamento valeva solo come “indirizzo”, avrebbe vincolato comunque ad essere recepito ed applicato dalle diverse strutture. Tutte le strutture lo recepivano, ma non la segreteria generale. Il che è fonte di scandalo e di responsabilità politica, quand’anche non ce ne fossero di natura giuridica.

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    2. Hanno perso dopo ! quando per andare contro via po 21 , hanno sostenuto , spalleggiato ( dentro il 9 marzo e non solo ) personaggi ” sporchi ” che facevano in categoria peggio ma molto peggio rispetto a via po .

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      1. Solo per precisare che questo non è un blog da “spalleggiamenti” ma uno spazio libero dove noi scriviamo quel che pensiamo e chi interviene scrive quel che pensa. E dove noi facciamo nomi e cognomi di chi critichiamo perché la nostra regola è che, in democrazia, se si dice il peccato bisogna dire anche il nome del peccatore. Cosa che tu non fai, parlando genericamente di “personaggi sporchi” che facevano “in categoria peggio ma molto peggio rispetto a via po”. E così continui a non accorgerti che, usiamo paole di Fausto Scandola, il problema è il “sistema” e quindi va aggredito a partire da Via Po 21. E chi perde tempo a cercare spalleggiamenti e spalleggiatori sui blog lavora, di fatto, perché le cose restino come sono.

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      2. Perche non hai denunciato ai probiviri eventuali comportamenti “sporchi”?
        Sappiamo bene che la Furlan (per coprire le sue malefatte) ha utilizzato l’arma della denigrazione altrui.

        Se proprio lo vuol sapere, siccome per farsi largo nel pd ancora utilizza quei metodi e non le crede più nessuno.

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    1. Non applicare un regolamento perché era solo di indirizzo è un atto vile e scorretto. Il regolamento economico, anche con decurtazioni, comunque veniva applicato a livello periferico. Dopo il caso Bonanni, si sarebbero dovuti dimettere subito tutti, soprattutto quelli che gestivano l’amministrazione e l’organizzazione e non potevano non sapere quello che succedeva. E se non lo sapevano sarebbe stato ancora peggio perché il fatto dimostrerebbe la loro incapacità. Infine sui commissariamenti è stato scritto e detto dai Probiviri che si tratta di un atto politico, quindi i commissariamenti, nella maggioranza dei casi, sono stati fatti per eliminare, sindacalmente, avversari e per vincere o sovvertire risultati congressuali.

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    1. Ci sono tante persone che si impegnano nelle categorie. Pensare che il loro impegno si utilizzi per le audì di lusso all inas e per una fondazione dei pensionati per una politica e’ una vergogna

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