Due giorni fa alcuni giornali (non tutti, perché a qualcosa l’ufficio stampa serve) hanno riportato la notizia che la procura di Milano ha chiesto e ottenuto il sequestro dell’equivalente dei soldi truffati all’Inps (questo sostiene l’ordinanza del giudice) da organizzazioni sindacali che, a rischio di trasformarsi in sindacati gialli, si sono messe d’accordo con alcune imprese per assunzioni fittizie di sindacalisti allo scopo di non pagare i contributi (mentre la pensione sarà erogata come se fossero stati versati). Fra i soggetti destinatari dell’ordinanza ci sono varie strutture della Cisl ma anche, sia pure per una cifra minore, la stessa “Confederazione italiana sindacati lavoratori”, cioè Via Po 21. Che sulla questione non ha diramato (a quel che ci risulta) alcuna comunicazione (perché l’ufficio stampa in questi casi serve più a far da silenziatore che da comunicatore).
Stamattina però il segretario generale di Via Po 21 (che non c’entra nulla, personalmente, con la truffa all’Inps su cui indaga la procura di Milano, perché a lui l’Anas paga uno stipendio intero con tutti i relativi contributi; resta solo da capire perché…) se ne esce con un’intervista al Messaggero. E prende posizione in modo chiaro e netto. Ma non sulla monnezza in casa sua, bensì su quella di Roma. E si schiera a favore del termovalorizzatore annunciato dal sindaco Gualtieri.
La cosa più importante dell’intervista è il giornale che la pubblica: il Messaggero è proprietà di un noto imprenditore con forti interessi nel settore edilizio della capitale (viene da una stirpe di quelli che una volta erano chiamati affettuosamente “palazzinari”); ed il suo quotidiano, un tempo prestigioso, è molto attento agli interessi di chi paga gli stipendi a tutti, dal direttore in giù (come altri quotidiani un tempo prestigiosi, del nord e del sud, fanno con gli interessi dei loro editori). Per questo il Messaggero avversava la politica della sindaca precedente (il no alla candidatura di Roma alle Olimpiadi, ad esempio, aveva significato un’enorme occasione persa per chi ha interessi nell’edilizia in città); mentre con l’attuale sindaco i rapporti possono essere migliori e si può collaborare. E si possono intervistare tutti coloro che sono d’accordo su questa linea.
È con questo giornale che ha parlato il dottor Sbarra dell’Anas: in cambio di un po’ di visibilità mediatica, utile a nascondere le magagne del proprio cortile di casa cambiando discorso, si schiera per il termovalorizzatore capitolino senza che, per la verità, il suo parere conti granché sulla decisione, o che fosse atteso da qualcuno. Mentre il suo giudizio e magari qualche decisione erano attesi da quanti credono che chi è il segretario generale della Cisl ha il dovere della chiarezza e nessun diritto al silenzio di fronte a situazioni che gettano discredito sull’organizzazione. Tanto più dopo che lo scandalo delle aspettative fasulle per truffare l’Inps era noto all’opinione pubblica almeno dal 17 maggio 2021, quando andò in onda il servizio di Report sull’argomento, e Via Po 21 aveva reagito negando l’evidenza.
Ora che l’evidenza non si può più negare e lo scandalo è stato messo nero su bianco dal provvedimento di un giudice che sarà difficile da smontare anche per difese più abili degli avvocati abituali della Cisl, la risposta del segretario generale è … il termovalorizzatore. Il che, a pensarci bene, è coerente con le sue posizioni storiche (lo si ricorda schierato sempre, o quasi, per il ponte sullo Stretto, assieme al siciliano Bernava), ma soprattutto con la vicenda che l’ha portato ad appoggiare il sedere sulla poltrona che un tempo fu di Giulio Pastore.
Lui era infatti nella segretaria generale che ha deliberato gli aumenti di reddito ulteriori rispetto alle indicazioni del regolamento confederale ed ha goduto di aumenti che si tradurranno, di qui a qualche anno, in una pensione più alta di quella che avrebbe avuto in base a quel regolamento (qui non c’è stata truffa all’Inps, che ha avuto tutti i contributi relativi; semmai c’è un danno all’organizzazione e agli associati); poi è stato uno di quelli che hanno fatto fuori Bonanni per preparare la strada ai due successori (lui era in coda alla signora Anna Maria) e, per far sparire le prove della loro complicità nella gestione (come ha raccontato a Report lo stesso Bonanni), hanno fatto un regolamento nuovo che sarebbe servito da termovalorizzatore per bruciare come monnezza indifferenziata la vicenda delle retribuzioni e le prove delle loro responsabilità.
Sarebbe stato un delitto perfetto, se non ci fosse stato Fausto Scandola a rivelare lo scandalo.
Ad ogni modo ora possiamo capire perché il dottor Sbarra dell’Anas sente il bisogno, invece di parlare delle aspettative fasulle, di dirsi a favore del termovalorizzatore romano: perché quando non può più nasconderla sotto il tappeto, la monnezza di casa sua cerca di farla sparire bruciandola in modo indifferenziato con quella degli altri.
Tanto al congresso non ci sarà nessuno che gli chiederà conto di nulla.
Ripeto il mio appello
Segnalate denunciate all’inps alla finanza ecc. Tutte le cose che sapete cari lettori sindacalisti o ex della cisl
Basta parlare agite o la vostra coscienza vi turberà le notti.
Trasparenza significa anche denunciare altrimenti è solo propaganda
Meglio lo scandolo per pulire che il silenzio
Altrimenti dite quale è la differenza con un sistema mafioso o putiniano?
La posizione sul termovalorizzatore di Sbarra é corretta.
Semmai con la giunta precedente la cisl di roma è stata troppo tenera.
Grazie per il vostro coraggio.
Dove sono gli ex segretari generali?
Quanti don Abbondio.
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Se anche la Confial ci da’ bastonate, e probabilmente a ragione, e’ tutto dire…