La seconda lettera

Non stupisce più, ma colpisce ancora la freddezza dei vertici della Cisl verso Marco Bentivogli anche quando formalmente gli dichiarano solidarietà per le minacce ricevute in una lettera anonima accompagnata da dieci proiettili di vario calibro. Quasi che la prima lettera contro Bentivogli, quell’avvertimento firmato due anni fa da tutto il gruppo dirigente della Cisl per spingerlo alle dimissioni da segretario della Fim, sia ancora motivo di più di un imbarazzo e non permetta neanche di fingere un po’ di calore umano di fronte ad una seconda lettera di ben altra natura e pericolosità.

Con l’eccezione di Benaglia, che come successore eletto all’unanimità non può mostrare troppi imbarazzi verso il predecessore, la Cisl anche in questa circostanza ha mantenuto un ingiustificato distanziamento verso una persona che non da oggi è sotto scorta per aver difeso posizioni che erano state di tutta la Cisl (anche se oggi c’è chi le contesta, legittimamente ma “ora per allora”, cioè con dieci anni di ritardo), uno che nell’organizzazione ha comunque rappresentato qualcosa, foss’anche qualcosa di negativo.

Tutto, invece, si è limitato ad un comunicato del dottor Sbarra dell’Anas nel quale si usano le stesse frasi di circostanza già usate in casi come questo per persone estranee all’organizzazione. Comunicato che il coro dei subordinati si è limitato a ritwittare senza aggiungere verbo.

E allora il mesaggio implicito è chiaro: la damnatio memoriae resta, di Bentivogli resta vietato parlare nella Cisl.

Il che rende bene l’idea di una Cisl profondamente insicura e incapace di vivere la propria dialettica interna in maniera fisiologica.

Tanto che chi comanda ha ancora motivo di temere il paragone con chi è stato mandato via.

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3 Commenti - Scrivi un commento

  1. Se gli organi dello Stato preposti alla protezione delle persone oggetto di minacce per la loro vita, nello stabilire la gravità del rischio e il grado di protezione necessario, che cosa decideranno per Marco Bentivogli visto che a lui sono stati recapitati, come mai successo prima per nessun’altra persona, ben 10 proiettili carichi, 5 per fucile a pallettoni 5 per pistola 7.65?
    Resta difficile capire è il significato delle frasi di circostanza usate dalla CISL per la vicenda di Marco, frasi che non considerano, secondo quanto riferisce la stampa, la lettera che accompagna i proiettili e che fa riferimento alla vertenza ex ILVA che lo ha visto in prima linea come Segretario Generale della FIM – CISL.
    E’ questo il modo di difendere e solidarizzare con chi, per aver rappresentato la CISL, ne paga, in termini negativi anche per la sua famiglia, le conseguenze? Che dire se non che nella CISL la politica dell’ostracismo verso i critici e i non allineati continua?
    Se a lui, e alla sua famiglia, lo Stato deve garantire tutte le misure di prevenzione e protezione possibili, noi, a Marco, possiamo, anzi dobbiamo, esprimere sentimenti di vicinanza, amicizia e solidarietà.

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  2. La solidarietà è sentimento laico e cristiano. L’ipocrisia invece appartiene ai tartufi il cui luogo giusto è l’oscurità del sottoterra. Ma pure quello in cui si nascondono i sicari.
    Libertà va cercando ch’è sì cara…

    Democrazia democrazia, quanti delitti si consumano in tuo nome…
    Onore a Marco Bentivogli anche nella contumacia di quelli che gli dichiarano vicinanza ma col perfido intento di pugnalarlo più facilmente alla schiena.
    È proprio difficile ai nani rinunciare a sputare su chi non ha altre difese che l’onore delle persone per bene. E lo sputo ricade sempre sugli eroi della falsa democrazia e del mai morto manicheismo.

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  3. Il gruppo dirigente attuale della Cisl ai diversi livelli è imbarazzante. Sono esempio eclatante di grigio conformismo e crassa ed esibita ignoranza. Oramai siamo allo spegnimento

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