Nella causa intentata dal trio Lescano Furlan-Sbarra-Ragazzini contro questo blog (destinatario è il signor Giovanni Graziani, ma noi siamo un gruppo solidale, e l’attacco contro uno di noi è un attacco a ciascuno di noi) si chiede, fra l’altro la rimozione (praticamente la censura) di tre post che abbiamo pubblicato nel 2020 e che attualmente non sono raggiungibili a causa dei danni che l’incendio al centro dell’Ovh a Strasburgo ha provocato al server.
Con qualche fatica, li abbiamo comunque recuperati così come erano stati pubblicati – attraverso la copia cache del motore di ricerca Google – e li riproponiamo qui. Di modo che i nostri lettori sappiano di cosa si parla, qual è la natura dell’attacco portato a questo blog e cosa la Cisl vuole che non si dica. E noi lo diciamo lo stesso.
Il primo post si intitola “Guidando contromano”, e commenta le parole del Ragazzini Piero pubblicate da un periodico della Fnp dopo la sua elezione a segretario generale. E lo trovate a questo link. Leggete e giudicate voi se si tratta di cose con cui intasare il lavoro dei tribunali della Repubblica.
Il secondo post è “Luglio col bene che ti voglio” (questo è il link), venne pubblicato in vista del cambio alla segreteria della Ust di Verona, e forse ha dato fastidio il fatto che il dottor Sbarra dell’Anas venga qui definito (ma sono cose che abbiamo scritto altre volte) “licenziatore di padri di famiglia”, “bugiardo” e “non sindacalista”. Di queste due definizioni, due si fondano su fatti oggettivi, e la terza è la nostra valutazione conseguente. L’attuale segretario generale della Cisl è un licenziatore di padri di famiglia perché, a scopo intimidatorio, da commissario alla Fai ha tolto il lavoro a più persone, fra le quali il caso più evidente è quello di Giampiero Bianchi; ma ce ne sono altri, e non solo al maschile, che potranno essere dimostrati. Quanto all’essere un bugiardo, il signor Giovanni Graziani ci chiede di non anticipare i possibili contenuti della sua difesa, ma si tratta comunque di cose che abbiamo già raccontato. Dato che il dottor Sbarra dell’Anas è un licenziatore di padri di famiglia ed è un bugiardo, noi ne traiamo come conseguenza il giudizio che, a dispetto dell’incarico ricoperto, è ontologicamente un non sindacalista. A meno che non sia l’abito a fare il monaco.
Il terzo post (che trovate a questo link) è intitolato “Ne va della credibilità della Cisl”; ed è il più significativo perché non si tratta di una cosa scritta da noi ma da Giuseppe Bianchi, presidente dell’Isril, sull’allontanamento di Marco Bentivogli. E non serve aggiungere altro per spiegare il livello di intolleranza del gruppo di comando verso qualsiasi pensiero critico. Anzi, verso qualsiasi pensiero.
Questi post, non raggiungibili al momento, li ripubblichiamo e li rivendichiamo. E quando il signor Giovanni Graziani li difenderà in Tribunale saremo tutti con lui. Sia per quel che c’è scritto, sia per difendere il diritto ad avere un pensiero ed esprimerlo.
Piaccia o non piaccia ai numeri pari e ai numeri dispari di Via Po.
funziona questa querela…
non scrive piu nessuno
La querela non c’è. C’è una causa civile, fatta con così poca attenzione che l’avvocato della Cisl ha indicato come data il 20 giugno. Che è una domenica.
Chiedete a Sbarra cosa è successo a Salvatore Mancuso in FLAEI
L’anonimo del 15 aprile 2021 delle ore 14,52 constata che “la querela funziona perchè non scrive più nessuno”. Mi permetto, ovviamente a titolo personale, di contraddire questa affermazione considerando sia perchè altri hanno scritto nel merito dei tre post dei quali il trio che firma la citazione in giudizio chiede la rimozione, sia perchè quando saranno definite le iniziative a sostegno e in difesa di chi è citato in giudizio, molti saranno coloro che sottoscriveranno.
Ciò detto non si può non rilevare la povertà culturale e politica di Sbarra, Furlan e Ragazzini che non trovano di meglio che ricorrere alla Magistratura per discutere e chiarire questioni interne all’organizzazione e mettere a tacere chi, nel caso specifico gli iscritti alla CISL, esprime giudizi politici nei confronti dei dirigenti della CISL.
Faccio notare che è sempre stata una caratteristica politica peculiare quella di considerare e utilizzare la contrattazione, il confronto, il dialogo come strumenti idonei e sempre validi per affrontare e risolvere i problemi che la realtà presenta, e di considerare il ricorso alla legge non una possibilità tra altre, ma un segnale di debolezza, preoccupante quando vi fa ricorso una organizzazione sindacale nell’esercizio della sua attività, deleterio e deligittimante quando vi fanno ricorso i dirigenti sindacali contro iscritti alla CISL.