Ragazzini non sussiste

Mentre eravano fermi causa incendio del server a Strasburgo, sono uscite le motivazioni dell’assoluzione di Lina Lucci. Motivazioni che non abbiamo letto ma che, a quel che dice l’interessata, le danno pienamente ragione. E la cosa non sorprende, altrimenti non si capisce perché sarebbe stata assolta addirittura “perché il fatto non sussiste”.

E siccome a denunciare i fatti rivelatisi insussistenti, ovvero aria fritta, era stato l’allora commissario della Ust Campania, Ragazzini Piero, ad uscirne con le ossa rotte è la credibilità sua, e quella dei suoi derivati locali (oltre a quella della ex segretaria generale della Cisl, della quale ormai non merita parlare più di tanto). I siti di informazione riportano infatti passi delle motivazioni da cui risulta che Lina Lucci

«non ha mai agito per fini non istituzionali»

e, ha scritto la giudice,

«ha utilizzato il denaro del sindacato secondo prassi consolidate, comuni e accettate».

Cioè, quel che ha fatto lei lo fanno anche gli altri; a cominciare, si può presumere, da chi l’ha denunciata. E siccome non abbiamo paura degli avvocati (compresi quelli di Ragazzini e di Salvatore Denza, che si sono entrambi fatti vivi a sproposito con questo blog), riportiamo anche le parole di Lina Lucci che riguardano queste due persone. Dopo aver definito quelle contro di lei

«subdole accuse rivelatesi tutte infondate mosse da personaggi che ora dovranno chiarire la loro posizione»,

l’imputata assolta (in primo grado, ma con una formula talmente ampia che potrebbe non esserci il secondo) spiega a chi si riferisce:

«Penso ad esempio a Piero Ragazzini che ha formalizzato nel 2016 la infamante querela sulla base del dossier confezionato da Salvatore Denza, quest’ultimo ritenuto dal giudice “la fonte principale delle accuse” a mio carico ma giudicato anche inattendibile, come peraltro dimostrato punto per punto dalla mia difesa».

In sintesi, da quel che riportano i giornali esce fuori che Ragazzini (ma con lui la maggioranza della segreteria confederale che lo aveva appoggiato quando Maurizio Bernava aveva sollevato il problema del dossier accusatorio; noi ne parlammo già nel 2016) ha portato le accuse costruite contro Lina Lucci, ma al processo è risultato che l’accusata si era comportata nello stesso modo di tutti gli altri, accusatori compresi. Che quindi non avevano titolo ad accusare lei.

Se non autoaccusandosi.

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25 Commenti - Scrivi un commento

    1. Ragazzini quello che se nei consigli generali territoriali Fnp osano chiamare un “non gradito” minaccia di commissariare la Fnp territoriale.

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    2. Ragazzini quello che minaccia i commissariamenti delle Fnp locali se invitano ai direttivi ex Cisl messi nel libro nero dalla strega

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  1. Ci sono notizie se “lascio la Cisl” e’ diventata una nuova collocazione in Cisl in cui cumulare pensione e altro reddito tipo Centro Studi etc.?

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    1. Mentre il Papa riduce gli stipendi dei cardinali e dei prelati in genere, anche per salvare lavoro e retribuzioni dei dipendenti, in Cisl, per i segretari nazionali e regionali, accade qualcosa del genere ? O tutto rimane invariato ? Sarebbe anche bello che i risparmi derivanti dall’annullamento quasi totale delle riunioni in presenza, a beneficio di quelle su piattaforme informatiche, (sicuramente molto meno costose) andassero in beneficenza alle associazioni di volontariato, agli ospedali , ai lavoratori e pensionati che soffrono per la pandemia. Nei prossimi bilanci, che saranno pubblicati sui siti (?), come da codice etico, dovrebbe esserci una diminuzione enorme della voce “Rimborsi chilometrici”. Vedremo.

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  2. Ma Sbarra ha capito che deve avviare una fase di pacificazione?
    La corte che vuole la sua breve durata lo spingerà a continuare a distruggere la cisl in vendette e dossieraggi. Se ci casca anche lui neanche un anno durerà. Mandasse i vari Petteni, Raineri, Bonfanti in pensione davvero. Hanno distrutto tutto.

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    1. Attenzione alla “pacificazione” di Sbarra! Alla Fai ha fatto il deserto e lo ha chiamata pace
      (…), licenziato
      (…), epurato
      (…), allontanata con l’accusa di aver cercato di aiutare Giampiero Bianchi
      (…), fatto dimettere con false promesse da segretario della Fai in (…) e poi abbandonato
      (…), portato in segreteria nazionale quando gli serviva e buttato fuori prima del congresso del 2017
      … e sono solo alcuni esempi

      ————————-
      Alcune persone citate in questo commento, o loro parenti stretti, hanno chiesto di non essere nominate, temendo rappresaglie su persone della propria famiglia che hanno rapporti di lavoro con la Cisl (e dovendolo temere, in un caso, perché già consigliati in tal senso). Sotto questo infame ricatto, infame e maledetto, ci pieghiamo a levare tutti i nomi che sono stati fatti, anche per proteggere l’identità di chi ci ha chiesto questo intervento. Ma ribadiamo che quel che è stato pubblicato in questo commento risulta a noi essere vero, ed essere stato riportato correttamente.
      In ogni caso, si tatta di cose che, per scelta della Cisl, dovranno probabilmente essere affrontate davanti al Tribunale di Roma.
      il9marzo.it

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    1. Se invece di mettere tre punti esclamativi (perdonaci la lezioncina di stile, ma già uno appesantisce la comunicazione, due sono fastidiosi, tre sono proprio insopportabili) spiegassi meglio a noi e all’interlocutore al quale ti rivolgi come sono andate, secondo te, le cose, forse faresti cosa più utile. Magari tu sai cose che altri non sanno.
      Noi possiamo solo ricordare quel che scrivemmo all’epoca, e che oggi confermiamo. Già nel 2016, dopo l’elezione di Fabrizio nella segreteria della Fai, scrivemmo un post intitolato “Fra Scilla e Cariddi” (lo puoi leggere a questo indirizzo https://www.il9marzo.it/?p=5303) in cui eravamo stati facili profeti nel prevedere che la sua posizione di ex “ribelle dell’Ergife” lo metteva in una posizione delicata e precaria. In pratica, finché c’era Maurizio Bernava a Via Po lui era protetto; non appena la situazione fosse cambiata, sarebbe cambiata la sua posizione.
      Questo nell’aprile 2016; poi ci furono vari fati che cambiarono le cose a Via Po. Lo scontro nella segreteria con Bernava contro Ragazzini sul caso Lucci-Campania, poi il voto contrario di Bernava al commissariamento della Fp, poi la sua ricollocazione fuori dalla Cisl (cioè un siluramento politico dentro alla carta da caramella di un posto meglio retribuito), ma lasciando esposti alla vendetta quelli che lo avevano sostenuto.
      A quel punto, senza sostegno a Via Po, Fabrizio Colonna è stato gettato via come un limone spremuto da chi non conosce altra legge che quella del “qui comando io”. D’altra parte la vendetta è arrivata, prima o poi, per molti del gruppo dei regionali ribelli dell’Ergife. Il caso più doloroso è stato quello di Carmine Santese, quello di Fabrizio Colonna il più politicamente clamoroso (fu defenestrato alla vigilia del congresso del 2017. senza dargli modo di arrivare al congresso e raccontare la propria versione), quello di Alessandro Collevecchio il più scandaloso anche per la palese violazione delle regole consumata dall’allora segretario generale della Fai nel convalidare personalmente l’elezione invalida di un altro al posto di Alessandro. Ma anche Davide Bergonzini in Emilia-Romagna è stato spinto all’uscita senza troppi riguardi, e una guerra interna alimentata ad arte dall’esterno ha portato in Piemonte Evaristo Ghia alle dimissioni. Il tutto per punire chi aveva preso posizione contro una fusione con la Filca, presa a pretesto per un commissariamento talmente arbitrario (oltre che illegittimo e antidemocratico) che poi il commissario ha fatto tutt’altro.
      Ma se tu conosci un’altra storia, raccontacela pure.
      Noi questa la raccontiamo da anni, perché siamo nati per impedire che si perdesse la memoria di quei fatti.

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  3. Questa la vostra versione, le cose raccontate sono voci di corridoio. La verità è un’altra! (Ne metto solo uno per non farvi incavolare). Colonna ha chiesto di non essere più candidato alla segreteria nazionale perché aveva capito che non lo avrebbero più sostenuto per quello che lo aveva spinto ad accettare di salire a Roma. Gli era stata promessa la guida della federazione nazionale, poi magari non lo meritava, ma questo era. Ha pagato la notte dell’ergife così come ha pagato l’amicizia con Bernava e magari le tante scelte fatte su altre persone. Poteva accettare altre cose, magari meno importanti economicamente parlando di quelle offerte a Bernava, ma alla fine ha prevalso il suo caratttere, meglio niente che una cosa regalata per carità umana. Altre cose potrebbero starci dentro alle scelte o dentro i fatti ma solo come contorno o strumento per fare il contorno che si cerca. Sbarra non è il solo colpevole nella vicenda Fai-commissariamento perché paradossalmente i dissidenti dell’ergife lo sono quanto lui. Assumere una decisione così grande come quella di andare contro le scelte della cisl poteva e doveva essere protetta da una scelta coraggiosa come quella di eleggere quella notte stessa un nuovo segretario generale alla guida della Fai nazionale. Se volete anche il mio parere o la mia scelta sul nome della da eleggere lo faccio: Maurizio Ori, il più coraggioso di tutti!!!(qui ci stanno)

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    1. Non solo non ci incavoliamo, ma ti ringraziamo della tua versione dei fatti, che non ci permettiamo di definire “voci di corrodoio” come tu fai con noi (del resto noi i corridoi di Via Tevere 20 non li frequentiamo dall’ottobre del 2014…). Ci permettiamo però di chiederti di giudicare te stesso con lo stesso metro con cui giudichi noi.
      Noi, quando Fabrizio venne eletto segretario nazionale, scrivemmo che la sua posizione dipendeva dai rapporto Sbarra-Bernava, cioè si trovava tecnicamente fra Scilla e Cariddi (una zona di terremoti e maremoti). Un anno dopo i fatti non ci hanno dato torto. E nello scrivere questo non c’era e non c’è una sola voce di corridoio, né un’indiscrezione, né nient’altro, ma solo analisi politica (la politica che nella Cisl non si fa più da tempo, e invece è importante)
      Tu ci racconti alcuni retroscena interessanti (sembra quasi un articolo del miglior Minzolini…) su aspirazioni personali di Fabrizio (qualcuno forse gliel’avrà fatto credere? Se sì, poteva essere stato solo Sbarra) e sul fatto che avrebbe rifiutato offerte di ricollocamento interno (cosa che, se vera, ci fa aumentare la stima nei suoi confronti; il ricollocamento interno nella Cisl è una forma odiosa di neutralizzare la politica facendo leva sul “tengo famiglia”). Tutte cose che non smentiscono in nulla la correttezza della nostra analisi politica (qui non facciamo gossip), e semmai la confermano.
      Quanto al fatto che la notte dell’Ergife (o meglio, al consiglio generale convocato nel pomeriggio seguente, dove Cianfoni si dimette) i dissidenti avrebbero dovuto prendere in mano la situazione, siamo d’accordo. Se non ricordiamo male, c’era anche qualcuno che si sarebbe dovuto alzare e chiedere di eleggere subito il nuovo segretario generale. Invece la promessa della convocazione del nuovo consiglio generale entro trenta giorni disorientò i vincitori che non erano ben organizzati e non avevano un candidato pronto. Via Po 21, invece, ce l’aveva da tempo: la fusione sarebbe servita a mettere da parte entro un anno o due sia Pesenti, per ragioni personali, che Cianfoni, per l’età, ed a paracadutare Sbarra, in modo da azzerare i mandati da segretario confederale e poter poi rientrare come candidato alla segreteria generale. Poi sbarra è arrivato senza fusione, che quindi non era più necessaria.
      O ci sono ancora dubbi anche su questo?

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  4. La vostra analisi è corretta da tempo, il mio racconto anche! Per lunghi tratti ci sono stato e quindi parlo la lingua della conoscenza. Ormai è tutto passato e la verità magari un giorno verrà a galla e poi saranno cavoli amari per qualcuno. Grazie per aver ricordato una pagina storica come la notte dell’ergife, che rimarrà nella storia della Cisl, quella della libertà e della tenacia, e aver ricordato una persona come Colonna, Santese, Ghia e altri, amici miei di tante battaglie, e nemici di tante altre. Gli eroi dell’ergife, oggi tutti sparsi ma fuori dalla Fai, almeno quelli che non si sono accontetati della carità, vivranno sempre nei ricordi della gente che ha amato la Cisl e la Fai e continueranno a farlo anche se da osservatori esterni.

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    1. Fabrizio ,Davide, Carmine, Evaristo, Giuseppe, Giampiero e altri…..ma questi erano tutti quelli che si sono prestati al gioco dell’usurpatore dimettendosi in massa dal consiglio della fondazione fisba-fat facendo decadere, senza appello, il presidente, consolidando in questo modo il gioco del dittatore. E lui un minuto dopo la ha radiati, alcuni malamente-vigliaccamente e anche con ferocia, mentre altri sono ancora lì a succhiarsi il loro osso, fedeli come lo sono i cani. Ma chi ha istruito la manovra si mangia ancora la polpa. Si, antropologia, storia di umanità, appartiene al passato, ma viene ancora rievocata proprio in questi giorni. Buona Pasqua a tutti!

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      1. Tutti si sono prestati al gioco dell’usurpatore… ma chi più, chi meno.
        Certo, il gruppo di quelli che avevano detto no alla fusione con la Filca aveva solo una strada politica davanti, e cioè restare uniti. Invece ognuno ha cercato di salvarsi per conto proprio, e così Sbarra se li è mangiati uno alla volta.

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  5. Grande verità, non sono rimasti uniti.
    Va ricordato che il commissario, con la collaborazione di alcuni Giuda di via Tevere, aveva già allontanato, chi faceva da “collante” (prima del 9 gennaio 2014) in diversi modi ma tutti similare alla figura storica del padrone delle ferriere, quelli da lui considerati nemici.
    Allora nessuno in FAI disse niente.
    Stesso sistema verrà usato all’indomani dello scorso 3 marzo.
    Il confronto non era ammesso prima non è ammesso oggi in Cisl.
    Questo, con grande dispiacere, nega alla Cisl la possibilita di un ruolo da protagonista nelle proposte e decisioni importanti di politica economica e del lavoro che il paese dovrà assumere nei prossimi mesi con un respiro almeno triennale.
    Senza vero dibattito di idee e proposte non cresce niente e nessuno.
    Infine un GRAZIE ad admin per la sensibilità ed attenzione (inusuale nell’era digitale dei social) nelle correzioni fatte, anche se non dovute, in quanto il commento era stato scritto da un lettore del blog e per la libertà di espressione che connota questo blog amante da sempre della verità anche quella che può dare fastidio, ma legittimo esprimerla. Amante della verità a tal punto che prima di pubblicare ho visto, e si capisce, che vengono fatte le dovute verifiche. Avendo grande dimestichezza con i social ribadisco che non c’era nessun obbligo.

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    1. Probabilmente dove scrivi “9 gennaio 2014” va inteso “9 gennaio 2015”, giorno in cui il commissario fece approvare da un organo inesistente (l’assemblea dei segretari regionali) della Fai commissariata un documento che definiva la nostra iniziativa di impugnare il commissariamento “strumentale, capziosa, lontana anni luce dalla normale dialettica democratica interna gli organismi (sic!) della Federazione e della Confederazione ed assolutamente estranea alla cultura ed alla storia della Federazione”.
      Secondo noi almeno un paio di quei segretari regionali oggi non direbbero la stessa cosa. Ma ora è tardi.

      https://www.il9marzo.it/wp-content/uploads/2015/03/Verbale-riunione-9-gennaio-2015.pdf

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