Un articolo di oggi sul Corriere della Sera a firma Gianantonio Stella riferisce di una sentenza della Corte dei conti che mette a rischio le pensioni dei sindacalisti maturate grazie alla contribuzione aggiuntiva (il link all’articolo lo trovate nella segnalazione del nostro secondo blog). E’ possibile infatti che l’Inps possa intervenire non solo sulle pensioni future ma su quelle già in essere
Come spiega l’articolo, che cita il caso Bonanni come esempio ma parla di “milletrecento” posizioni interessate,i contributi aggiuntivi hanno avuto «un peso rilevante sull’importo delle pensioni dei dipendenti dell’amministrazione pubblica o appartenenti ad alcune categorie di lavoratori (autoferrotranvieri, elettrici, telefonici…) del settore privato che si trovavano nel regime misto o in regime retributivo, prima della riforma Fornero».
Se non andiamo errati, anche i postali e i dipendenti dell’Anas sono interessati dalla legeg 564. Ma la cosa ormai non vale più né per la signora Anna Maria, che è entrata a lavorare alle Poste e poi è diventata, ahinoi, sindacalista, né per il dottor Sbarra dell’Anas, che prima è diventato, ahinoi, dirigente sindacale (vero o falso che sia), e poi è stato assunto dall’Anas (così si dice, ma la data di assunzione viene sbianchettata dalla sua busta messa online).
Da questo punto di vista, per loro la nuova sentenza non cambia niente. E quindi non dovrebbero essere loro a fare le “barricate” che Gianantonio Stella prevede alla fine del suo articolo.
Un regalo bello e giusto così, solo la giustizia Divina poteva farlo attraverso quella terrena. Al di la degli sviluppi della miserevole vicenda, oggi da cattolico quale sono dico che il Santo Natale ci ha portato un dono grandioso quale è la conferma che alla fine la giustizia trionfa sempre e comunque.
Adesso sono curioso di leggere cosa inventeranno gli azzeccagarbugli per sostenere la bontà del loro truffaldino operato.
Speriamo adesso di non dover aspettare un altro anno per vedere l’applicazione della sentenza. Un anno fa ecco cosa scriveva Massimo Visconti il 16/12/2015
Cgil, Cisl, Uil, Ugl: i sindacati ammaccati
La crisi di rappresentanza che sta attraversando il mondo sindacale è ormai sotto gli occhi di tutti e nemmeno i diretti interessati, i sindacalisti, riescono a negare tale realtà.
Gli scandali che stanno investendo le grandi centrali sindacali sono, ormai, pane quotidiano per i media e per i social network che pullulano di notizie e post che riportano fatti e non solo voci su quanto sta accadendo all’interno delle grandi confederazioni sindacali.
Eppure temi caldi sui quali i lavoratori, i pensionati o i disoccupati possono far valere i loro diritti ce ne sono a iosa. Ma di iniziative sindacali di massa non vi è traccia.
Le grandi confederazioni, forse, troppo impegnate a risolvere i loro problemi interni non riescono a svolgere quel ruolo che per decenni li hanno visti, a torto o a ragione, protagonisti della politica italiana e in grado di influenzare le scelte dei governi che si sono succeduti negli ultimi trenta anni.
In Cisl si debbono fare i conti con la scandalosa situazione della pensione gonfiata dell’ex segretario Raffaele Bonanni che in poco tempo si è triplicato lo stipendio per ottenere una pensione più elevata. Fin qui niente di anomalo dal punto di vista penale anche se dal punto di vista etico quest’escamotage cozza contro quella che dovrebbe essere l’etica di un sindacalista.
Insomma il sindacato fa acqua da tutte le parti ma sembra che queste organizzazioni siano di gomma e tutto ciò che viene loro detto rimbalzi come se niente fosse successo.
I veri colpiti da tutto questo sfacelo morale e politico sono i lavoratori, iscritti o non al sindacato, che non hanno più un punto di riferimento su cui poter contare per difendere i diritti acquisiti e soprattutto difendere i posti di lavoro sempre più messi a rischio dalla crisi e dalla speculazione finanziaria.
Nonostante ciò le confederazioni si contendono una rappresentatività che non ha più senso avere se non viene poi usata per tutelare i propri associati ma solo per dimostrare di avere un iscritto più degli altri.
La vera rappresentatività deriva dal consenso dei lavoratori e sfidiamo chiunque a dimostrare che i lavoratori italiani abbiano, nei confronti del sindacato, la stessa fiducia che avevano negli scorsi decenni.
Insomma a fronte di un cambiamento che ha interessato tutta la società e che ha, di fatto, modificato il modo di rapportarsi con il lavoro, i sindacasti non intendono modificare il loro “modus vivendi” rifiutando di farsi contare attraverso la registrazione degli iscritti e il riconoscimento giuridico, preferendo autocertificare il numero dei propri associati con i risultati che tutti ben conosciamo.
Questo ragionamento non vuol dire non credere nel sindacato ma solo non credere a “questi sindacati” e chiedere loro di rivedere tutta la loro strategia politica che non può che essere imperniata su un nuovo modello che veda al centro dell’azione sindacale le categorie e i territori.
Se non si arriverà a questa “autoriforma” i sindacati saranno costretti ad essere sempre più ammaccati con il rischio di autorottamarsi.
La credibilità l’hanno persa, la sfiducia dei lavoratori è sempre più in aumento, il loro potere è ormai autoreferenziale ma loro imperterriti vanno avanti per la loro strada che prima o poi li porterà (se già non l’ha fatto) in un vicolo cieco dal quale non potranno più uscire.
La credibilità l’hanno persa da tempo, la fiducia idem, gli iscritti altrettanto. Praticamente si sono autorottamati. O suicidati che dir si voglia. E per portare la cisl hanno preteso le prebende che sappiamo. Ma mi pare vhe una volta o responsabili subivano ben altra sorte. Compreso qualche annetto di galera
Basterebbe obbligare al rinnovo dell’iscrizione ai pensionati almeno una volta dopo il pensionamento ed il castello crollerebbe!!!!
tutto ciò conferma il fatto ancora più grave che si siano aumentati gli stipendi da sindacalisti oltre il regolamento.
Ciò a casa mia si chiama appropriazione indebita e associazione(la segreteria) finalizzata a fini personali ecc-
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Vi richiedo di farvi avere il parere da alcuni legali bravi
presentiamo un esposto sarà poi la magistratura a dire se vi è o no reato.