Non ha molto senso paragonare vicende non paragonabili fra di loro per importanza e dimensioni. E però oggi facciamo un’eccezione e diciamo che il voto del referendum, dove la Cisl si è schierata per il Sì ed il No ha stravinto, ci ricorda il congresso della Fai nel 2014, quella “notte dell’Ergife” in cui si doveva semplicemente ratificare una “grande decisione” già presa, cioè lo scioglimento della federazione per la fusione con la Filca, primo passo della “grande riforma della Cisl”. E il risultato fu tutt’altro.
Allora la signora Anna Maria non la prese bene, e ordinò il commissariamento della Fai per rappresaglia contro quel libero voto.
E ora, che dice del voto di ieri la signora Anna Maria “basta un sì” Furlan? Chiederà di commissariare la Repubblica italiana per ritorsione contro il libero voto dei suoi cittadini?
Mentre scriviamo queste note sono passate parecchie ore da quando si sono conosciuti i risultati, ma da lei solo silenzio. Neanche un tweet banale e precocotto del tipo “rispettiamo la scelta degli elettori”. Però ci sono dei tweet che parlano del “cuoco di quartiere”…
D’altra parte la capiamo, la signora Anna Maria “basta un sì” Furlan è un po’ sfortunella. Ci aveva messo due anni a farsi ricevere da un presidente del consiglio che quando la vedeva per la strada faceva sgommare via l’auto blu con la scorta, e proprio ora che aveva barattato il sostegno al Sì con un paio di incontri cordiali il governo cade.
E cade anche tutta la strategia di una segreteria confederale che sta riuscendo a fare peggio del recente passato.

Richiamando, quanto letto qualche giorno fa su questo blog, a proposito del fatto che quando mancano i cavalli corrono gli asini penso di poter dire che effettivamente si tratta proprio di asini visto come sono stati sonati dal ko del referendum.