Non c’è, ma parla

Sua eccellenza il dottor Sbarra dell’Anas ha saltato tutto il mese di settembre.

Nonostante appuntamenti ad alto livello istituzionale, con le massime cariche dello stato e ministri in carica, e nonostante l’annuncio della sua presenza ad iniziative della Fai di Calabria, “Lui” ancora non si è visto.

Ma se fisicamente non si fa vedere, riesce comunque a farsi sentire.L’ultimo comunicato intima alla Confagricoltura di rinunciare a chiedere modifiche alla legge sul caporalato, ed a preoccuparsi piuttosto di sollecitare il rinnovo dei contratti provinciali degli operai agricoli.

Chi ha una certa età si ricorda che ogni tanto anche il segretario del Pcus spariva per un po’. E la Tass, un po’ come fa il sito della Fai pubblicando foto d’archivio a corredo delle dichiarazioni, si dava da fare a far credere che tutto stesse seguendo il corso normale delle cose.

Ma a smentire che le cose stiano andando come devono andare c’è proprio il tema sollevato dal dottor Sbarra dell’Anas; che, non facendosi vedere da un paio di mesi, rende più difficile l’azione comune con Flai e Uila per ottenere la conclusione dei contratti provinciali di lavoro degli operai agricoli. Perché non basta mica un comuncato a sbloccare la situazione, ci vorrebbe un’azione possibilmente untaria dei sindacati, e magari una strategia coordinata a livello nazionale. Invece finché “Lui” non ritorna non si fa niente.

Il fatto è che nelle organizzazioni democratiche tutti sono utili e nessuno indispensabile; invece nelle organizzazioni autoritarie, con un uomo solo al comando, se manca “Lui”, gli altri non possono fare niente.

Un motivo in più per auspicare il ripristino di una vera democrazia interna nella Fai.

 

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4 Commenti - Scrivi un commento

  1. Non è che forse il funzionario Anas è afflitto da ‘un grave raffreddore’ come qualche segretario generale del Pcus di una volta? Poi nel giro di qualche mese al massimo, si riceveva la notizia che avevano tirato le cuoia…

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  2. Quando si sommano gli zeri possono essere anche 10 ,100, infiniti ma il totale sarà sempre e comunque zero, dunque il problema serio del prossimo congresso sarà si vuol continuare con degli degli zeri o no. Ma d’altra parte che cosa ci si può aspettare da una classe dirigente che a tutt’oggi non ha capito la portata epocale del prossimo referendum. Giocando a dichiararsi pro, un giorno si e l’altro pure salvo poi, se messo alle strette si rifugiano nel voto ragionato. Ma loro se avessero avuto un minimo di buon senso avrebbero dovuto capire che il si a questo referendum sarà la notte di quella giornata radiosa che aveva aperto l’altro referendum, quello che fece dell’Italia una Repubblica. l’alba radiosa che quello accese, con questo è giunta al crepuscolo; dipende da noi se ravvivarla o spegnerla ritornando allo statuto Albertino (senza re, che forse sarebbe il male minore ma con un uomo solo al comando della statura di renzino “STAI SERENO” o anche peggio).
    CHE TRISTEZZA QUASI QUASI MI FACCIO UNA RISATA

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