La Uil ha scelto una strada diversa dalla Cisl.
Quando Fausto Scandola rivelò i casi di megastipendi ai vertici della Cisl, Via Po 21 rispose che si trattava di “due o tre casi isolati sui quali sarebbe stata fatta assoluta chiarezza”. Ma si guardò bene dall’esaminare il caso in sede politica, e non fu presa alcuna decisione sulla base dell’assunto che Fausto Scandola era stato espulso. Come se la chiarezza fosse stata una sua velleità e non un obbligo verso tutti i soci.
La Uil ha dato invece una risposta, magari discutibile, ma in sede politica: l’esecutivo nazionale della confederazione, in un documento del 20 settembre, ha rinnovato a Barbagallo “la completa stima e la totale fiducia”, sulla base della convinzione che “non ci sia stato alcun uso distorto delle risorse della Uil confederale”. Anche se poi non mancano alcuni distinguo nel giudizio su vicende “eterogenee”, e che coinvolgono in particolare la Uiltrasporti.
Su un punto, però, il documento della Uil ricorda cose sentite anche dalle nostre parti. Perché un anno fa la Cisl disse anche che tutti i problemi sarebbero stati risolti dalla conferenza organizzativa di Riccione dove sarebbe stata fatta la riforma del modello organizzativo. E ora la Uil inserisce, accanto alla fiducia in Barbagallo, la considerazione che “proprio a partire dalla Conferenza di Organizzazione di Bellaria del 2012, ha preso l’avvio un nuovo modello organizzativo”.
E che c’entra il “modello organizzativo”? Se i soldi degli iscritti sono stati usati in modo improprio (e per la Uil sottolineiamo il se, in attesa del processo), non è che è colpa del “modello”. E’ colpa di chi li avrebbe usati in modo improprio, quale che sia il “modello”.
Forse che in Romagna, lato Riccione o lato Bellaria, tutto finisce, se non a taralllucci e vino, almeno a piadina e Sangiovese?
E poi, spesso accade che le riforme vengano usate per lasciare le cose come stanno. Non sappiamo come stiano le cose nella Uil, ma nella Cisl il nuovo modello non ha portato chiarezza alcuna sui “due o tre casi isolati su cui sarà fatta assoluta chiarezza”.
Tanto è vero che poi sono arrivate le Iene.
P.s. qualcuno può aiutarci a trovare la dichiarazione dei redditi di Pierangelo Raineri? Perché una delle riforme sventolate da Via Po 21 era l’impegno alla pubblicazione in rete per tutti i dirigenti, e molti in effetti lo stanno facendo. Per lui invece, che era forse il più clamoroso dei “due o tre casi isolati sui quali sarà fatta assoluta chiarezza”, non riusciamo a trovare niente sul sito della Fisascat né su quello della Fist.
Però troviamo il codice etico dove è riportato l’obbligo di “pubblicizzare la situazione reddituale dei dirigenti”…