Andare dai probiviri? Cinque esempi, una conclusione

Uno dei commenti all’ultimo dei contributi di Luigi Viggiano che ospitiamo sul nostro sito (ma chiunque abbia qualcosa da dire può scriverci) sollecita il nostro amico a presentare un ricorso ai probiviri, anche sulla base di quanto questo sito racconta.

Noi non abbiamo alcun titolo a rispondere per conto di Luigi; ma siccome abbiamo scelto la strada di raccontare quel che succede, per dar modo a chi ci legge di farsi una sua idea, prendiamo spunto da questa vicenda per raccontare, attraverso cinque esempi, come ha funzionato il sistema dei probiviri negli ultimi due anni. Esperienze che non fanno ben sperare sulla utilità di questa strada.

Il primo esempio ci riguarda direttamente: dopo il commissariamento della Fai, il signor Giovanni Graziani, che era presidente dei probiviri della Fai e quindi portava la responsabilità di chiedere per essa, visto che gli organismi politici non lo avevano fatto, il rispetto dell’autonomia della federazione dalla confederazione garantita dallo statuto, presentò un ricorso ai probiviri confederali in otto punti. Ma per accogliere il ricorso sarebbe stato sufficiente leggere il primo:

Il provvedimento considera violazione dello statuto confederale l’esito di una libera votazione dell’assemblea congressuale di una federazione della Cisl. Votazione che, in quanto relativa a materia di esclusiva competenza della federazione, non può costituire mai violazione statutaria…

Perché commissariare una federazione per ritorsione contro il libero voto di un congresso vuol dire che un congresso è libero di votare solo secondo le indicazioni dall’alto. E quindi che nella Cisl è abolita la libertà.

E cosa oppose il collegio dei probiviri confederale a questa semplice osservazione? Non oppose nulla. Disse di non poter decidere (e non è vero) e che comunque il commissariamento era giustificato da altri motivi. Cioè ammise che non lo era in base ai motivi addotti.

Questo accade quando il ricorso è proposto contro i vertici confederali. Quando invece a ricorrere sono i vertici stessi, il collegio è sempre competente ed accoglie sempre le richieste.

Il caso di Fausto Scandola è esemplare: una volta che Fausto cominciò a rivelare quanto poco fossero state rispettate le indicazioni del regolamento economico sulle retribuzioni dei vertici della Cisl, i probiviri lo hanno espulso con procedura d’urgenza e senza ascoltarlo a sua difesa, su richiesta (cioè su ordine) della segreteria confederale. I suoi ricorsi, invece, che allegavano le prove della malagestione ed i nomi dei beneficiari, o non sono stati accolti o sono rimasti senza risposta.

Ma c’è anche una terza storia, che finora non abbiamo raccontato, e riguarda il commissario della Fai, ora segretario generale, e Albino Gorini, ex segretario generale della Fai.

Nella sua opera di demolizione della storia della Fai per legittimare la sua illegittima posizione, il dottor Sbarra dell’Anas (a proposito, ma si è capito poi come è stato possibile che l’Anas assumesse il segretario generale della Cisl della Calabria senza fargli fare un giorno di lavoro alle proprie dipendenze?) aveva denunciato Gorini ai probiviri accusandolo di aver gestito dei fondi della Fai per fini non propri attraverso un conto separato rispetto alla contabilità ufficiale.

Quando Gorini ha portato, oltre ad altri elementi, la prova decisiva della propria innocenza, cioè una perizia calligrafica che dimostrava la falsità della firma che avrebbe dimostrato il suo coinvolgimento nell’uso improprio dei fondi, i probiviri della Cisl non l’hanno presa in considerazione. Ufficialmente, perché era una perizia “di parte”, ma questo non vuol dire niente (tutte le prove prodotte dalla difesa sono “di parte”, chi giudica le deve valutare come valide o meno. Altrimenti questo vuol dire che il diritto di difendersi è ufficialmente abolito); in realtà perché accettare quella prova li avrebbe costretti a respingere la richiesta del dottor Sbarra dell’Anas. Che però non era una richiesta, era un ordine che hanno hanno eseguito, di modo che il commissario potesse spargere fango ed altre sostanze sgardevoli su tutto il passato della Fai (e quindi anche sul presidente del collegio confederale dei probiviri, anche se lui si tappa il naso e fa finta di niente).

Il quarto e il quinto esempio riguardano la Fiba, ed in particolare la macroregione Veneto-Trentino-Alto Adige, costituita nel 2013.

Contro la sua costituzione, nel 2013, la segreteria SGB-Cisl di Bolzano fa ricorso ai probiviri, facendo presente che questa decisione modifica la composizione della struttura confederale territoriale, in contrasto con le regole che garantiscono l’autonomia della struttura sindacale di Bolzano, anche per ragioni linguistiche. E comunque, osservano i ricorrenti, non si poteva creare una macroregione a marzo in applicazione di una norma statutaria che il congresso della Fiba approverà due mesi dopo, a maggio.

In questo caso, i probiviri della Cisl rispondono che la federazione è “il dominus” e fa quello che preferisce. Cioè afferma un principio opposto a quello che applicherà nel caso della Fai. Ma sempre coerentemente con la necessità di prendere le decisioni gradite a Via Po 21 ed ai suoi rappresentanti nelle varie strutture della Cisl.

Passano un paio d’anni, e la Fiba si prepara al congresso straordinario di fusione per dar vita alla First. Il segretario della macroregione, Bruno Pighi, scopre che il tesseramento della Fiba di Belluno-Treviso non è veritiero, ed una relazione dei sindaci conferma che nel 2013, anno del congresso ordinario, c’è stato una, chiamiamola così, sopravvalutazione delle adesioni. In un primo momento ne vengono dichiarate più di 1.800, poi si deve ammettere che sono di poco superiori a 1.400. Ma anche nel 2014 è stato necessario rivedere al ribasso le cifre inizialmente indicate.

Queste e altre situazioni sono oggetto di un ricorso ai probiviri della First da parte di Pighi. Il quale, invece di ricevere ragione, nel giro di poco tempo prima lascia il posto da segretario della macroregione, poi si dimette dalla Cisl perché, per altre vicende, è entrato in contrasto col segretario generale Giulio Romani e, denunciato da questo ai probiviri, ritiene che non gli sia stato garantito il diritto di difesa. E, visti i precedenti che ci riguardano, c’è da credergli.

Invece il responsabile della First di Belluno-Treviso, quello al quale si era inavvertitamente gonfiato il numero degli iscriti, è ancora al suo posto.

E allora, da cinque storie diverse, emerge la stessa conclusione. Che esprimiamo riportando parole che furono scritte dal professor Alessandro Pizzorusso: ,

i probiviri” hanno dato una pessima prova, operando per lo più come esecutori degli ordini dei leader, o comunque dei dirigenti che li hanno nominati e fatti eleggere, e dimostrando spesso una totale mancanza di indipendenza.

Lui lo scrisse negli anni Novanta per i partiti di allora, ma la descrizione calza a pennello anche per i sindacati di oggi. Il che lascia immaginare che la Cisl possa soffrire oggi degli stessi mali di cui soffriva la Dc e gli altri vecchi partiti che si sono dissolti vent’anni fa.

E allora, più che andare dai probiviri, bisogna organizzarsi. Bisogna raccontare quel che succede, ed è quello che da parte nostra stiamo facendo, e bisogna dare delle risposte politiche. Sapendo che questo richiede coraggio e comporta dei rischi. Ma sapendo anche che il tempo a disposizione non è più molto, e di rischi ce ne sono anche a star fermi mentre la nave affonda.

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8 Commenti - Scrivi un commento

  1. Ringrazio la redazione per gli esempi, di come funzionano i probiviri nella cisl; in pratica confermano quello che ho sempre pensato e cioè che sono completamente asserviti e dunque inutili.
    Ringrazio anche l’amico che mi invitava a prendere l’iniziativa ma non lo farò, perché voglio bene al sindacato ma ancora di più alla famiglia e essendo un infartuato e di carattere alquanto sanguigno,se lo facessi mi candiderei a morte sicura, cosa che francamente lascio volentieri alla volontà di Dio. Molto meglio godermi la famiglia ed aspettare. A decidere in tal senso ha contribuito molto anche la trasmissione “Presa diretta” appena andata in onda su rai tre; perché ha confermato la mia tesi sulla automazione del lavoro fino ad annullarlo in qualche decennio con la conseguente scomparsa dei lavoratori e necessità del reddito di cittadinanza. confermando e ampliando il mio pensiero con esempi reali e già in atto in diversi paesi del mondo compreso gli Stati Uniti) questo mi porta a dire a tutti di avere pazienza e resistere vi garantisco, per esperienza, che il tempo anche in questa occasione lavora per noi e sarà galantuomo.

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  2. Quando ho saputo della decisione presa su Gorini (di espulsione dalla cisl) non ci volevo credere e sono andato a trovarlo. L’ho trovato molto riservato, ma come sempre rispettoso della organizzazione, ma molto amareggiato. Ho invece potuto leggere il lodo da chi lo tutelava. Posso dire che quello che hanno chiamato “lodo” mi è parso una carognata che solo la voglia cieca di vendetta può averla voluta, e solo un azzeccagarbugli senza principi di giustizia può averla attuata.
    Ho fatto una foto di quello che hanno chiamato “lodo”. Dimostrare l’innocenza non bastava. Gorini doveva pagare per la “scellerata gestione” del suo successore. Insomma un assurdo giuridico e una mancanza di morale.
    Con quello che abbiamo letto sul il 9 marzo i probiviri avrebbero speso meglio il loro tempo e la loro presunta dottrina su ben altri soggetti, ma forse è vero che non sono liberi. Ma allora un giudice non libero dovrebbe dignitosamente lasciare.

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  3. Bisogna che, chi li ha, tiri fuori gli attributi! Come? Mettendosi in rete e sviluppando un progetto politico alternativo all’attuale, che rivitalizzi i nostri valori statutari.
    Il cambiamento sarà veloce e spazzerà via questi vertici cui bisognerà far causa e chiedere di restituire il maltolto. Un po’ come successe con la caduta della prima repubblica, facendo però molta attenzione a non incorrere nei mali della seconda.
    Difficile? Impossibile? È una bella sfida, rischiosa; l’unica che possa dischiudere nuovi orizzonti al sindacalismo confederale italiano. In giro non pare ci sia di meglio, quindi occorre riformare la Cisl da dentro.
    Buon lavoro!

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  4. ma perché si continuano a chiamare probi viri? questi non sono né probi, né viri: sono disonesti al servizio della disonesta’. sono semplicemente omertosi o per meglio dire. scusate la volgarità: omerXXXosi

    NB Il 9 marzo ricorda ai commentatori che su questo sito c’è libertà di dire quello che si pensa entro i limiti di una sufficiente educazione e senza offendere nessuno. Per questo motivo ci riserviamo sempre, come in questo caso, qualche piccola censura (ma mai sui contenuti) nei confronti di termini non appropriati ad una polemica civile .

    https://www.il9marzo.it

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  5. La causa di tutto questo ha un nome e cognome Augusto Cianfoni che per un piatto di lenticchie ha svenduto un patrimonio di grande interesse storico facendo rivoltare nella tomba Zanibelli -Sartori . Non deve essere annoverato tra i dirigenti della FISBA-FAI. Hanno fatto un grave torto a Gorini dirigente di grande valore.

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  6. Mi è sempre più simpatico Luigi Viggiano, per cosa e come dice le cose. Oltre a condividerle quasi tutte, mi trovo d’accordo con lui sull’evitare di prendere iniziative del genere; tempo perso, non ci sarà da attendere a lungo. Almeno me lo auguro! Saluti ai lettori

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  7. anonimi per necessità · Edit

    Mettetevi insieme e non firma uno solo, altrimenti è meglio fare come Scandola si esce e si porta il tutto ai media e forse qualcuno allora andrà a casa.
    Forse qualcuno comincerà a fare verifiche anche alle organizzazioni Sindacali.
    Se non si può cambiare all’interno(molte dichiarazioni sono la prova di questo) che sarebbe la cosa migliore ed è il motivo per cui esistono i Probiviri allora è meglio rendere noto tutto e poi la gente sceglie.
    Importante poi che non ci si lamenti e si parli di immagine ecc.

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