Svalutazione

La “svalutazione del passato”, ce lo ha scritto qualcuno nei giorni scorsi citando Gramsci, spesso serve al tentativo di giustificare la “nullità del presente”.

Ma questa svalutazione può essere dolosa o può essere colposa: è dolosa quando fa parte di una strategia menzognera; è colposa quando nasce dall’ignoranza della storia.

Diciamo questo perché, anche se è antipatico polemizzare in occasione della morte di una persona, ci sembra che il comunicato della Cisl sulla morte di Merli Brandini, descritto frettolosamente come un sindacalista entrato nella Cisl negli anni Sessanta, appartenga al caso di svalutazione colposa della storia.

Pietro Merli Brandini aveva cominciato a fare sindacato ben prima degli anni Sessanta. Anzi, era forse l’ultimo fra gli ex dirigenti della Cisl che poteva dire di aver fatto l’esperienza della Libera Cgil alla fine degli anni Quaranta. Per questo la sua morte, in un certo senso, chiude un’epoca. Non ci sono più più testimoni di quella stagione precedente la nascita della Cisl, non c’è più nessuno, o quasi, ad aver vissuto tutta la parabola della Cisl, a partire dalla conversione del suo gruppo dirigente (che Pietro ci raccontava spesso) da una cultura legalistica e formalistica che era ancora propria della Libera Cgil a quella concezione dinamica delle relazioni industriali insegnata da Mario Romani. E poi le varie stagioni della Cisl, l’esplosione iniziale con le idee nuove (la contrattazione aziendale, il ruolo cruciale della produttività…) la maturazione successiva il confronto con la trasformazione del paese ed il miracolo economico, l’emergere di spaccature nell’organizzazione, i congressi nel 1969 o nel 1977 … e via fino ad oggi.

Anzi, fino all’ottobre 2014, quando, a seguito del commissariamento della Fai (dove Pietro Merli Brandini aveva un ufficio e veniva tutti i giorni, collaborando in particolare con la fondazione Fisbafat) la persona mandata da Via Po 21 lo ha messo alla porta.

E, cosa ancor più grave, lo ha fatto con il tatto, la delicatezza, il rispetto della storia e delle persone che notoriamente caratterizzano il personaggio.

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Un Commento - Scrivi un commento

  1. Il trattamento che Furlan e la sua corte hanno riservato alla MEMORIA DI UNA FRANDE FIGURA DELLA CISL QUALE E’ STATO PIETRO MARIA testimonia ai presenti e ai posteri la loro pochezza morale e culturale non fosse altro perché grufolando nella loro apocalittica ignoranza e arroganza non hanno capito che se oggi hanno in mano uno strumento di potere come la Cisl è grazie a Pietro Maria e tanti altri come lui che se l’erano conquistati con la loro specchiata onestà, probità e altruismo; vale a dire PRATICANDO I PRINCIPI CATTOLICI E NON CERTO STRUMENTALIZZANDOLI COME FA LA FURLAN richiamando, in ogni suo intervento i dettami DEL PAPA senza però mai applicarli.
    Ma la storia non fa sconti e presto presenterà il conto a questi ducetti da strapazzo che come ogni ignorante che si rispetti presumono di sapere tutto e di più di ogni altro.

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